Zygmunt Bauman e la società liquido-moderna
Zygmunt Bauman è una delle personalità più influenti in campo sociologico. Nato in Polonia nel 1925, e fuggito nel 1939 in Russia per sfuggire alla persecuzione contro gli ebrei, si arruola in un corpo di volontari che combattono contro i nazisti. Rientrato a Varsavia, tenta di realizzare la sua aspirazione di studiare fisica ma, posto davanti alla distruzione del proprio paese, decide di occuparsi dei “buchi neri” della sua terra e di dedicarsi alla sociologia. Oggi Bauman, considerato il teorico della modernità e postmodernità, insegna sociologia nelle Università di Leeds e di Varsavia. Le sue opere trattano temi rilevanti per la società e la cultura contemporanea: dall’analisi della modernità al ruolo degli intellettuali, fino ai recenti studi sui cambiamenti politici e sociali indotti dal fenomeno della globalizzazione. Nel volume La società dell’incertezza, il sociologo sostiene che la più grande angoscia dell’uomo moderno deriva dal dover superare l’incertezza globalizzata e definisce il nostro mondo come un «mondo liquido». Servendosi di questo richiamo al mondo fisico, egli mette in evidenza che, come un liquido non possiede forma propria e va assumendo quella del contenitore in cui è posto, anche la vita dell’uomo dei giorni nostri risulta del tutto priva di punti di riferimento e strutture precise. «L’esempio della fluidità è la stessa rete internet: combinazioni di connessioni e disconnessioni. In una struttura entri e resti. Nella rete hai facilità relativa a collegarti ma, ed è la cosa più importante, hai facilità a disconnetterti», afferma l’arguto studioso. In un mondo incompleto, in cui tutto può essere soppiantato da altro in un battito di ciglio, anche il concetto di bellezza muta per divenire relativo: a trionfare non è più il più bello in assoluto, bensì il più bello in quel dato momento. La “vita liquida” è una vita precaria, vissuta con la costante paura di essere colti alla sprovvista e di restare indietro. Ciò che conta è la velocità, non la durata. In una società liquido-moderna gli individui non riescono a consolidare le loro conquiste e i loro risultati in proprietà durature nel tempo: basta un attimo perché le attività si trasformino in passività e le abilità in disabilità; incapaci di rallentare il ritmo frenetico del cambiamento, nonché di controllarne la direzione, ci si concentra su ciò che si pensa di poter influenzare, cercando dei palliativi – i “cinque sintomi” della depressione o i rimedi contro l’obesità – sui quali scaricare l’eccesso di paura a cui sono state tolte le naturali vie di sfogo. «Nel mondo odierno, le persone hanno molti motivi per avere paura. Facilmente possiamo creare un catalogo dei rischi che un giovane di oggi affronta, eppure è impossibile completare questo catalogo perché le vere cause delle paure sono disperse, non chiare e molto difficili da definire, cosa che le rende ancora più minacciose. Un giovane che ha speso molti anni per avere un’istruzione e per costruire le proprie capacità professionali, potrebbe perdere il proprio valore sul mercato, perché il lavoro che sperava di svolgere al momento di cominciare gli studi è stato trasferito in Cambogia. Possiamo elencare centinaia e centinaia di questi “elementi liquidi” nella realtà d’oggi, che minacciano di affondarti. Tutti quanti generano una sorta di angoscia, a maggior ragione poi, perché la mappa di queste paure è oscura e poco chiara», afferma Bauman. Queste e altre tematiche vengono affrontate con estrema lucidità dal sociologo polacco nelle numerose pubblicazioni, tra cui: Modernità liquida (2000); Dentro la globalizzazione. Le conseguenze sulle persone (2001); Il disagio della postmodernità (2002); Vite di scarto (2004); Vita liquida (2005) ; Homo consumens. Lo sciame inquieto dei consumatori e la miseria degli esclusi (2007); Individualmente insieme (2008). Sarebbe auspicabile, da parte delle nuove generazioni, un’attenta lettura delle opere di questo pensatore, il quale ha saputo cogliere in pieno il dramma della nostra epoca.
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