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Zingaretti, che non si oppone alla cementificazione di Divino Amore e Mugilla

Maggio 01
07:00 2015

Movimento Cinque Stelle, volta a richiedere la revoca delle delibere di giunta regionale, emanate tra Dicembre 2012 e Febbraio 2013 dall’allora Giunta Polverini (peraltro già dimissionaria), riguardanti la cementificazione di più di 200 ettari di Agro Romano, ricompresi entro i confini del Comune di Marino, in località Mugilla e Divino Amore.
Si tratta di un abnorme progetto di sviluppo da circa un milione di metri cubi di edilizia residenziale privata e commerciale, che si tradurrebbe, se effettivamente attuato, nella costruzione ex novo di una vera e propria città da 12.500 abitanti. I costruttori legati al piano edificatorio sono vari, da quelli locali fino a Luca Parnasi, lo stesso del nuovo stadio dell’A.S. Roma, cui difatti fa riferimento la lottizzazione di gran lunga più rilevante.
Le contraddizioni che insistono su tale cementificazione sono molteplici: dall’assenza del cambio di destinazione d’uso per i terreni coinvolti, necessario per la legittimità di qualsiasi variante, fino alla criticità della situazione idrogeologica dell’area, solo per citarne alcune fra le più importanti.
Già nelle sedute di Mercoledì 15 Aprile e di Lunedì 27 Aprile la mozione in questione si sarebbe dovuta discutere; entrambe si erano invece concluse con il rinvio del consiglio regionale. Maggioranza e centro destra, alfine di fiaccare la resistenza dei numerosi cittadini dell'” Assemblea contro la cementificazione” e del comitato “Argine Divino Amore” (i cui ricorsi contro la gigantesca speculazione giacciono tuttora presso il T.A.R.), non avevano esitato a ricorrere a tutte le tecniche dilatorie a disposizione. Tra ripetute sospensioni delle sedute, pause protratte per ore e bocciature delle richieste di inversione dell’O.d.g., non pochi consiglieri avevano peraltro scelto di disertare l’assemblea, per primo l’assessore competente Michele Civita. Alla condotta inetta e subalterna di questi personaggi erano ovviamente seguite le proteste dei presenti, decisi a difendere il proprio territorio.
Il comportamento di assessori e consiglieri non ha però raggiunto i risultati sperati, e, anche il 29 Aprile, per la terza volta in due settimane, il Consiglio si è svolto alla presenza dei comitati. Cominciata la discussione della mozione, che a questo punto non poteva più essere elusa, Civita ha esposto la posizione della maggioranza.
In sostanza, ad una teorica dichiarazione di generale contrarietà nei confronti della cementificazione del Divino Amore, corrisponde una preoccupante mancanza della volontà politica di opporsi a tale scempio, celata dietro la proposta dell’assessore di sospendere la discussione della mozione in attesa di un nuovo esame in commissione urbanistica dell’intera operazione, nella quale sede l’Avvocatura di Stato dovrà esprimere il proprio parere circa la praticabilità di un eventuale stop al progetto. Quello che Civita agita è cioè lo spauracchio dei cosiddetti “diritti acquisiti”, vero dogma del cemento selvaggio, invocato per giustificare le iniziative politico-imprenditoriali più sciagurate.
Il PD ha avuto gioco facile nel far approvare la proposta di sospensione, con il decisivo appoggio di SEL. Eppure in campagna elettorale Zingaretti si era assunto l’impegno di annullare le delibere approvate illegittimamente dalla Giunta Polverini già dimissionaria. Eppure sei consiglieri del PD avevano qualche tempo fa presentato una mozione analoga a quella attuale, che però non è stata mai discussa. Le giravolte della maggioranza danno la misura di quanto consistenti siano gli interessi in ballo e di quanto siano trasversali agli schieramenti partitici.
Dal canto suo, il centro destra avrebbe viceversa voluto votare subito la mozione. Il consigliere Adriano Palozzi, ex sindaco di Marino, vero referente politico della cementificazione, si è intrattenuto per circa un quarto d’ora con l’assessore Civita, discutendo animatamente. L’aria che si respira negli uffici del Comune di Marino è ultimamente piuttosto pesante, dopo l’arresto lo scorso 9 Aprile del sindaco di centro destra Fabio Silvagni per corruzione e peculato e la destra regionale avrebbe certo preferito bocciare subito la mozione, blindando ulteriormente un piano edilizio attorno al quale si giocano varie fortune politiche, ma che fa acqua da tutte le parti.
La Giunta Zingaretti decide di non decidere, rinvia la discussione sul merito della mozione alle calende greche, in una situazione nella quale per le lottizzazioni più piccole i costruttori dispongono già dei permessi a costruire. Allo stesso tempo non avalla direttamente l’operato di uno schieramento politico che governa il comune di Marino da anni e che oggi è impantanato in difficoltà giudiziarie. Impossibile tuttavia non cogliere la somiglianza tra la decisione della maggioranza regionale e la sospensione votata dalla maggioranza comunale di Silvagni a Novembre 2014 per una mozione che richiedeva appunto il ritiro delle delibere, in quel caso del consiglio comunale di Marino, riguardanti la cementificazione del Divino Amore.
L’Assemblea contro la cementificazione rilancia la mobilitazione contro questa acclarato attacco al territorio e continuerà nell’opposizione al progetto in tutte le sedi necessarie, per scongiurare un drammatico peggioramento delle condizioni di vita della popolazione.
Marino, 30 Aprile 2015
Assemblea contro la cementificazione — http://stopcemento.noblogs.org

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