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ZERO

ZERO
Marzo 12
23:00 2008

aluisi-zero[…] Lo abbiamo fatto tante, tante volte. Si dà il caso che l’11 Settembre è stato un po’ come la sconfitta del generale Custer, nel lontano 1876. Le tribù erano molto tranquille e dovemmo provocarle di nuovo, renderle furiose al punto di scendere sul sentiero di guerra e attaccarci. Potremmo dire che questo è sempre stato uno schema americano: inventare un nemico per poi dire che il nemico ci odia e sta per attaccarci, a meno che non lo attacchiamo noi per primi (Gore Vidal, americano della Virginia, considerato uno dei più rilevanti intellettuali dei nostri tempi; co-autore del libro)[…]. “ZERO. Perchè la versione ufficiale sull’11/9 è un falso” (Piemme, 2007, 410 pag; www.zerofilm.it). Il libro va oltre una cruda e dura analisi, approfondimenti e riflessioni critiche sull’11/9/’01, e sugli USA. Va oltre un presentar bene, in modo chiaro e semplice, le palesi incoerenze, incongruenze e persino la manipolazione (“sofisticazione”) dei dati scientifici, nella ricostruzione fisica del crollo delle Twin Towers di South Manhattan: indicativi ed esemplari gli scontri (ben documentati) tra fisici e ingegneri riguardo l’accesso agli elaboratori che hanno ricostruito le dinamiche dei crolli. La cosa è ormai fortemente ribadita è ha sempre più credito, NON È STATO L’IMPATTO DEGLI AEREI (tra l’altro NON CIVILI, MA AEREI MILITARI TELEGUIDATI ADDIRITTURA) A FARLE CROLLARE, MA SONO STATE DEMOLIZIONI CONTROLLATE CON PARTICOLARI ESPLOSIVI TERMICI PREPOSIZIONATI. “Torbidi”. Semplicemente e niente altro che torbidi. Ostruzionismi, “porte chiuse”, inacessibilità, boicottaggi, malafede e quant’altro dietro l’11/9, dietro il solo e semplice indagare a fondo oltre le apparenze. Dietro il solo e semplice reperire le migliori fotografie e filmati dei presunti attentati. La carenza totale di chiare immagini dell’impatto del presunto aereo al Pentagono, area e zona ultra video sorvegliata è un indizio di malafede. L’abuso delle immagini più enfatiche va bonificato. La ricerca della verità è stata sistematicamente smontata (“guerra psicologica”), demolita sul nascere da quelli che qui battezzo “professionisti del metterla in caciara”, professionisti della mala provocazione. Gravi e inquietanti sospetti riguardo l’accesso ai dati, alle fonti e alle testimonianze dirette per conoscere e capire fatti e antefatti.
Un libro che presenta un’analisi (rimando sempre e comunque alla ricca bibliografia allegata) sull’interessante, e inquietante, contorno politico e economico statunitense, che senza dire luoghi comuni è veramente uscito fuori dai romanzi e film sugli intrighi di potere, in quel di Washington. La realtà sembra superare, scannandola alla giugulare, la fantasia. Il libro scava e invita a scavare oltre le apparenze e le immagini immediate, “epidermiche”, dei fatti, e propri di quello “spettacolare” 11/9. Invita a “osservare” a fondo, a “leggere” bene, i dettagli, e non solo le immagini più immediate. Invita a domandare e a fare le cosiddette “domande scomode”. Invita ad ascoltare. Invitare a pensare. A riflettere sulle sfumature, sulle pieghe della realtà dei fatti in cui si nasconde la verità, o quantomeno maggiori indizi per conoscere e capire a fondo su cosa sta realmente accadendo su questo pianeta dal crollo del muro di Berlino, dall’invasione sovietica in Afghanistan nel ’79 o addirittura più indietro nel tempo. A capire che cosa è maturato aldilà dell’Atlantico. Chi sono gli statunitensi. Chi li guida e come, cosa gli frulla per la testa. Interessanti, poi, le analogie che il libro fa emergere con la Repubblica poi Impero di Roma. E le riflessioni dietro la “economia” indotta dalla guerra.
Una guida: la “Storia degli Stati Uniti” pubblicata dal Corriere delle Sera (serie “Storia Universale”).
Non so se sia vera o no la tesi della peggiore cospirazione di pochi per il potere assoluto di sempre dietro l’attentato che è comunque funzionale a una eccezionale corsa alla spesa militare e al mantenimento di potere da parte di poche fazioni politiche, e se la cosiddetta “informazione alternativa”, impegnata e critica sia uno “specchietto per allodole” controllato dalla rete degli stessi corrotti e cospiratori. Sta di fatto che tutti i lati torbidi della politica e dell’economia (mondiale) non vogliono proprio essere chiariti. Le troppe “pieghe” e proprie della società di massa, la mancata trasparenza e collegialità dietro le indagini su gravi fatti come l’11/9, i rifiuti a commissioni di indagine internazionale veramente superpartes e oneste su questo o quel fatto, o tutti i gravi indizi di “malafede” letti portano purtroppo in questa direzione. La ormai stagionata guerra dell’informazione/comunicazione, specie sull’11/9, ha fruttato ancor più insanabili fratture, reciproche diffidenze e sospetti più mordenti, nonché paranoia su questo povero Pianeta. Informazione e telecomunicazioni ancora sotto scacco dai giochi di potere.
Come piccolo studioso europeo della comunicazione dico che oggi il nemico da battere rimane l’ignoranza e l’inciviltà. Il non saper o proprio non voler “leggere”, osservare, ascoltare e riflettere, il rimanere impulsivi, materiali, superficiali o mediocri nel vivere come mortali.

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