Zagarolo
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Zagarolo è una cittadina che si sviluppa sulle pendici meridionali dei Monti Prenestini a più di trenta chilometri dalla città di Roma e si estende su un altopiano tufaceo abbracciato da due valli. La tradizione vede Zagarolo trarre la sua origine dalla città dei Gabii: un’antica colonia latina sorta tra Roma e Preneste e appartenente agli Albani. Secondo la storia i cittadini di Gabii, sfuggiti alla distruzione attuata da Tarquinio il Superbo, crearono il nuovo centro abitativo. Come testimoniato dai numerosi rinvenimenti archeologici, molto probabilmente l’area occupata da Zagarolo era un sito di occupazione da parte del popolo romano. Al tempo il pianoro divenne centro di attrazione per le famiglie imperiali che vi edificarono le proprie residenze. Inoltre da non escludere è la possibilità che l’intera zona sia rientrata tra i possedimenti di Giulio Cesare. Lo stesso nome della cittadina sembrerebbe risalire ad epoca romana. Zagarolo dovrebbe derivare dal termine sagum che indica il mantello dei soldati, con molta probabilità prodotti in tale zona. I Sagarii erano, infatti, gli artigiani che svolgevano questa inusuale attività e che vivevano e lavoravano in codesto luogo.
In epoca medievale Zagarolo entrò a far parte dei possedimenti della Chiesa ed in particolar modo del patrimonio Labicanum. Comunque la prima menzione della cittadina di Zagarolo si ha in una serie di documenti risalenti al 970. In tale anno il pontefice Giovanni XIII fece dono di questi territori alla sorella Stefania dei Conti di Tuscolo. Alla famiglia del Papa succedettero i Colonna che ne fecero il quartier generale di Lorenzo Colonna nella lotta contro il papato. L’intero territorio, intorno al 1439, ebbe uno statuto grazie all’iniziativa di Vittoria Colonna e del suo consorte. A causa dei debiti di Pierfrancesco Colonna Zagarolo fu venduta al Cardinale Ludovico Ludovisi nel 1622 che morto pochi anni dopo la lasciò in eredità al fratello Nicolò. La stessa famiglia Ludovisi non mostrò mai un particolare interesse per la cittadina, tanto che nel 1670 circa, venne venduta a Giovanni Battista Rospigliosi. Con costui e la sua famiglia avvenne finalmente la ricostruzione del Palazzo e l’edificazione della Chiesa di San Pietro. Lo stesso Palazzo rimase possedimento Rospigliosi fino agli albori del XIX secolo, finchè la principessa Pallavicini non decise, nel 1980, di venderlo al Comune.
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