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XII edizione di Festad'Africa festival

Novembre 13
09:50 2014

trappole della green economy ” a cura di ActionAid , CRTscenamadre
Con
Roberto Sensi -Policy Officer Right to Food Programme
Marco De Ponte, segretario generale Action Aid Italia
Roberto Giovannini, giornalista de La Stampa

Il land grabbing, accaparramento di terra a spese delle comunità locali per coltivazioni agro-energetiche su migliaia di ettari o progetti agro-industriali dagli impatti devastanti per le economie e le comunità locali

A seguire
Le lune di Ipazia – capitolo zero
DI CHI E’ LA TERRA?
Ballata per chicco di grano, pannocchia e sacchetto
Di Daniela Giordano e Michele Citoni
Musica dal vivo Danila Massimi

È previsto un aperitivo di cucina palestinese

Sabato 28 novembre
Teatro Palladium
e
Lunedì 1, Mercoledì 3 e Venerdì 5 dicembre
Teatro Le Sedie

LE LUNE DI IPAZIA di Daniela Giordano
con
Di chi è la terra? Ballata per Chicco di grano, Pannocchia e Sacchetto
Di Daniela Giordano Michele Citoni ; musica di Danila Massimi; con Daniela Giordano Danila Massimi

Il Sirenetto -La promessa del Mare
Di Matteo Festa; Regia Emanuela Ponzano ;con Yavan Uolde

Verso il cielo è rivolto ogni tuo atto ( parte prima e parte seconda)
di Daniela Giordano; musica di Danila Massimi; con Daniela Giordano Danila Massimi Ornella Amodio

Dal diario di viaggio: “So di essere a un punto di partenza di una ricerca che porterò avanti per i prossimi 10 anni. Ho dato un nome a questo cammino “Le lune di Ipazia”.
Ho immaginato che Ipazia, smembrata dalla malvagità che nasce dall’invidia, dall’ignoranza, dalla paura della conoscenza che rende il pensiero libero e libero l’uomo, mantenesse in ogni singolo pezzo di carne staccato con ferocia dal suo corpo, la pienezza dell’intero nel quale l’Universo si muove e che, da ogni parte di sé, si generasse un intero, secula seculorum.
Un eterno fluire, di punti di vista, di ragioni, di vite di esseri mortali nel mondo. A volte cose, a volte persone. Spesso donne.
Le lune di Ipazia sono costellazioni. Legami. Aggregazioni. Arcipelaghi. Ogni singola voce esiste di per sé ma non per sé. In ogni singola voce c’è il desiderio di partecipare il micro nel macro. Nulla è separato. Non esiste niente al di fuori della voce, perché la voce e l’universo si sostanziano nella perenne relazione.
Prima verso, poi nota, poi canto, poi movimento, poi parola.
Tutto parla. Tutto si muove. Tento la strada degli innesti. Comprendere come e dove si possa generare da una parte il tutto, mantenendo sempre l’attenzione a non perdere nel racconto di ogni singola molecola la visione dell’insieme che le singole molecole compongono.
Innesto la co –scrittura con Michele Citoni, quando Luna è un chicco di grano, una pannocchia , il sacchetto che si domandano di Chi è la terra?
Innesto linee melodiche , quando la Luna è la vocalità di Danila Massimi, che saranno a volte guida a volte prova .
Innesto una scrittura preesistente di Matteo Festa, quando la Luna è Sirenetto e ” le e “sirene” sono i migranti visti dalla terraferma, che si ergono dall’acqua dalla vita in su”.
Innesto un punto di vista scenico quando la Luna è la direzione di Emanuela Ponzano che si compone con il mio.
Innesto la carnalità e lo spirito, quando la Luna è Ornella Amodio, vibrante voce, controcanto e alter ego dell’anima mia.
Innesto generi, stili, solo apparentemente aggregati per il caso. Solo il fatto di appartenere a questo mondo e di essere visione speculare dell’intero, dona a ogni parte la grazia di essere appropriata. Tutto è all’inizio, nato per potersi continuamente trasformare, per generare ibridi perché il molteplice è unico e indivisibile. Daniela Giordano “

Domenica 30 novembre
Teatro Palladium_Ore 21.00
Musica: Concerto d’apertura
Con BADARA SECK, ISMAILA MBAYE e il meglio dei musicisti africani in Italia

Badara Seck, da anni ambasciatore dell'”Africa in Italia”, è nato in Senegal. Proveniente da una famiglia di griots, la stirpe di poeti e cantori che svolgono l’importante ruolo di tramandare le tradizioni orali nelle società́ dell’Africa centro occidentale. Ha collaborato con musicisti internazionali quali Andreas Wollenwaider e Michel Petrucciani, e pionieri italiani della world-music come Luigi Cinque, Mauro Pagani, Ennio Morricone, Massimo Ranieri, Rita Marcotulli, Ornella Vanoni e Fiorella Mannoia. Da allora si è esibito con il suo gruppo in moltissimi concerti in Italia, in Europa e in Africa, e attualmente conduce il Badamj Ensemble e il Penc con i quali propone un particolare incontro musicale tra Italia e Africa. Il cantante fa del resto parte di quella nuova generazione di griots che hanno girato il mondo ma non intendono rinunciare alla propria identità́, né a un ruolo attivo nelle trasformazioni dell’Africa e degli africani. Le sue canzoni e i suoi progetti musicali ne sono una testimonianza straordinaria, confluita anche nel suo Farafrique, pubblicato dalle Officine Meccaniche di Mauro Pagani. Badara Seck stato scelto come unico sostituto di Miriam Makeba per la voce solista della famosa Messa Luba.

Ismaila Mbaye (Gorée, Senegal) Maestro di Djembè, Doun-Doun ; Percussionista nei gruppi “I Tamburi di Gorée” , “Yampapaya”, “Kilimangiaro Band” con la quale partecipa come percussionista dal 2005, tutte le domeniche, al programma su RAI3 “Alle falde del Kilimangiaro”. Ha preso parte come musicista a numerosi programmi televisivi, da Maurizio Costanzo Show a Fiorello. Ha partecipato come attore e musicista ad alcuni film tra cui “L’Ultimo Pulcinella”, regia di Maurizio Scaparro con Massimo Ranieri e al film di Rossella Izzo “Professoressa”. Nel 2006 Tournée in Austria con il gruppo “Tam-Tam d’Afrique” di Vienna e nel 2007 Festival “72 ore di suoni, luci e colori dal Senegal” – Apertura concerto di Youssou N’ Dour, ex PalaVobis di Milano. Uno dei musicisti che registra il maggior numero di presenze al Festad’Africa festival. Vive in Italia dal 2001.

Lunedì 1 dicembre
Università LUISS – Guido Carli- Sala delle Colonne, via Pola
Ore 15:00 – 18:30
Giornata di Studi e Tavola rotonda: ” Africa continente emergente: Coerenze e tradimenti. La trasmissione del sapere nel rapporto Maestro-Discepolo” a cura delle Professoresse Linda Lombardo e Francesca Corrao

L’occasione dell’approfondimento culturale, di avvicinare i protagonisti della scena e di ascoltare le relazioni di studiosi, esperti ed accademici è dato dall’annuale appuntamento con la Giornata di studi in collaborazione con l’Università LUISS- Guido Carli , a cura della prof.ssa Linda Lombardo e della prof.ssa Francesca Corrao, che quest’anno si apre con un omaggio al grande africanista, il Prof. Giuseppe Gaetano Castorina, direttore del Dipartimento di Lingue per le Politiche Pubbliche di Scienza Politiche a La Sapienza, presidente del comitato scientifico del CRT scenaMadre.

Martedì 2 dicembre
Teatro Le Sedie ore16
ISMAILA MBAYE
Masterclass di percussioni

martedì 2 dicembre
Teatro Villa Torlonia_Ore 21:00
Musica: Concerto per soli strumenti a corda Dedicato a Duval Olivier
T-ricorda
M° GIOVANNI PALOMBO chitarra
M° KHYAM ALLAMI oud
M° PAPE SIRIMAN KANOUTE’ kora

Dedicato alla memoria del grande chitarrista Oliver Duval, il secondo appuntamento: il trio di strumenti a corda composto da tre maestri: Giovanni Palombo (chitarra), Khyam Allami (Oud), Pape Siriman Kanoutè (kora), presenta il superlativo concerto in tre quadri su brani inediti e brani della tradiz
ione classica europea, araba e africana.
Trio Giovanni Palombo, Kyam Allami, Pape Siriman Kanoutè

T-ricorda
Chitarra, Oud e Kora. Tre maestri per raccontare tra passato e contemporaneità il fascino e le contaminazioni della cultura musicale da oriente a occidente da nord a sud.

Giovanni Palombo è uno dei chitarristi acustici più noti e rappresentativi della scena musicale italiana. Nel suo stile compositivo e chitarristico, convivono diversi aspetti dal folk-jazz alla musica classica, con elementi armonico-ritmici vicini alla cultura latina e mediterranea. E’ stato ospite del Festival Jazz di Atene; con il clarinettista Gabriele Mirabassiche, suona in duo nella rassegna Le Acustiche; si esibisce con i California Guitar Trio e Three Guitars (Larry Coryell, John Abercrombie, Badi Assad). Dal 2003 la prestigiosa etichetta tedesca Acoustic Music Records produce i suoi dischi.

Khyam Allami, nato a Damasco nel 1981 è musicista e musicologo di origine irachena. Vive a Londra. Noto come musicista contemporaneo arabo di oud- liuto, lavora sia con il tradizionale repertorio arabo che con composizioni contemporanee e musica interdisciplinare. Scrive e tiene conferenze sulla musica araba. Ha studiato oud e composizione con molti musicisti e compositori arabi, tra cui Ehsan Emam, Naseer Shamma, Abdo Dagher, Hazem Shaheen e Mehmet Bitmez. Nel 2010 si esibisce ai Proms 33 di Londra: Itinerari BBC Radio 3 World Academy insieme al suo mentore, chitarrista e cantante iracheno Ilham Al Madfai. Ha lavorato anche nel campo della musica rock come batterista e bassista.

Pape Siriman Kanouté, nasce in Senegal, nel villaggio di Koussanar, da un’importante e antica famiglia di Griot mandinga. I Griot svolgevano una funzione complessa e fondamentale all’interno della società africana, tramandando il loro sapere e la loro musica attraverso la musuca, in questo caso la Kora, l’arpa africana. Ottimo suonatore di Kora, si è esibito al fianco di grandi musicisti di fama internazionale. Diplomato in sax al Conservatorio Nazionale della Musica di Dakar, fa parte dell’Orchestra Nazionale Senegalese. Suona con grandi nomi come Harry Bellafonte, Dizzy Gillespie, Manu Dibango, Youssou N’Dour, Baba Maal, Ismael Lo.

giovedì 4 dicembre
Teatro Villa Torlonia_Ore21
Musica: Concerto per pianoforte solo
African Piano
M° FABRIZIO OTTAVIUCCI

Già negli anni cinquanta del secolo scorso si è evidenziata una scuola pianistica nel cuore dell’Africa, soprattutto in Nigeria e Ghana, che prende il nome di “african pianism” ; compositori come Akin Euba e J.H.Kwabena Nketia hanno riportato sullo strumento dalla forte tradizione europea le caratteristiche specifiche della musica africana, sia a livello ritmico che melodico. Gli egiziani Halim El Dabh e Gamal Abdel-Rahim hanno negli anni sessanta realizzato la stessa fusione, con stile completamente differente, delle tradizioni musicali del loro paese con le possibilità del pianoforte. Nei decenni successivi dalla Nigeria, dal Congo, Ghana e Sudafrica sono emerse importanti figure di compositori che hanno ulteriormente ampliato il panorama espressivo nato dalla congiunzione dell’ispirazione specificamente africana con il linguaggio e la ricerca della musica europea e americana. Il programma da concerto “african piano”, articolato con opere di compositori che sono nati e che hanno iniziato gli studi nel loro paese di origine, ha nel suo complesso un suono di straordinario fascino, non riconducibile nella sua interezza a nessuna delle esperienze note in occidente, capace di sorprendere per la sua imprevedibilità.

Sabato 6 dicembre
Teatro Palladium_Ore 21
Teatro/ Musica: “La relazione maestro /discepolo in arte”
con il sostegno di

LES REINES MERES
“PAROLES DENSES”

CON WEREWERE LIKING E NSEREL NJOCK

Werewere Liking, artista pluridisciplinare di fama internazionale, si forma come cantante e pittrice sin dall’adolescenza, sviluppando l’interesse per la poesia e la drammaturgia negli anni ’70 in Camerun. Nel 1975 espone per la prima volta in Costa d’Avorio e nel 1978 inizia la sua collaborazione come ricercatrice in estetica e tradizioni africane con l’Università di Abidjan. Dopo aver aderito al movimento panafricanista ed esserne diventata uno dei più autorevoli esponenti, Werewere Liking si afferma come artista polivalente e in seguito al suo trasferimento ad Abidjan, approfondisce la sua vocazione all’arte attraverso un percorso di ricerca che unisce riflessione teorica ed ideologica, creazione artistica e attività sociale. Nel 1985, ha fondato un gruppo teatrale, il Ki-Yi Mbok e il villaggio di Ki-Yi, nella periferia di Abidjan, luogo di convivenza e al contempo laboratorio di sperimentazione teatrale per artisti provenienti da diversi paesi dell’Africa francofona che realizza progetti a scopo sociale soprattutto per i giovani delle aree più disagiate che vengono accolti e istruiti nelle varie arti del teatro, della musica e della danza nonché della sartoria e della scenografia. Si tratta di una grande esperienza collettiva e sociale che ha per scopo quello di rendere gli artisti della società africana contemporanea capaci di promuovere un cambiamento di coscienza e di atteggiamento nell’ambito delle dinamiche sociali urbane post-coloniali. Gli spettacoli del gruppo teatrale Ki-Yi Mbok includono musica e rituali e il frequente utilizzo di marionette. Questo coincide con l’estetica pan-africana perseguita da Werewere Liking, che prevede la co-esistenza di linguaggio lirico, reinvenzione di rituali e tecniche d’avanguardia. La compagnia ha realizzato molte produzioni e tournée in Africa, Europa, Canada, Stati Uniti, Messico e Giappone. Scrittrice prolifica e versatile, ha pubblicato opere narrative e drammaturgiche che sono state tradotte in inglese, olandese e italiano. Ha ricevuto il premio Prince Clause nel 2000 per il suo eccezionale e fruttuoso contributo alla cultura e alla società ed il premio Noma per il suo libro “La memoire amputée” ed è stata insignita di varie cariche onorifiche; è membro dell’Haut Conseil de la Francophonie ed è Chevalier de l’Ordre National della Costa d’Avorio.

Domenica 7 dicembre
Teatro Palladium_Ore 21
Teatro / Musica : “La relazione maestro /discepolo in arte”
MUSICA E PAROLA
“NELO”
MAMADOU BOMOU E IL SUO ENSEMBLE
Prima europea
Mamadou Bomou, soprannominato ” il Maestro della parola” attore , regista e performer della voce, si è formato alla scuola di Ki-Yi , è stato allievo di Werewere Liking, dalla quale ha assorbito la versatilità e la completezza dell’uso di differenti linguaggi artistici. Diventato a sua volta maestro nella stessa scuola di formazione artistica multidisciplinare Ki-Yi ha poi intrapreso un . E’ nato il 13 settembre del 61 a Dimbokro nel centro della Costa d’Avorio.

Lunedì 8 dicembre
Teatro Palladium_Ore 21
Musica: “La relazione maestro /discepolo
in arte”
CONCERTO
DOBET GNAHORE’ voce, percussioni
COLIN LAROCHE DE FELINE chitarra, voce
MIKE DIBO batteria, percussioni
CLIVE GOVINDEN basso

Cantante, danzatrice e percussionista della Costa d’Avorio Dobet Gnahoré è la nuova grande voce dell’Africa: interpreta le proprie composizioni in differenti lingue africane – Betè, Fon, Baoulè, Lingala, Wolof, Malinkè, Mina e Bambara, oltre che in francese e in inglese, in una miscela di elementi sonori e ritmici, dalle melodie mandingue alla rumba congolese, dal ziglibiti ivoriano al bikoutsi camerunense, dall’hig-life ghanese ai cori zulu, dai canti betè ai canti pigmei centrafricani. Dispone di una voce calda e possente e di una grande presenza scenica, nutriti da anni di lavoro teatrale e coreografico. Le sue performance cattur
ano l’attenzione fin dal primo istante unendo alla forza espressiva della voce, i movimenti della danza e le sonorità delle percussioni come la calebasse, la sanza, il balafon, la chitarra acustica e tutti altri piccoli strumenti in una suggestiva e vitale tavolozza di colori. Nel 2006 ha ricevuto una nomination nella categoria “Miglior Rivelazione” nei BBC World Music Awards e i concerti con il chitarrista del Mali Habib Koité e il troubadour sud-africano Vusi Mahlasela, due vere icone, nella tournée Acoustic Africa della casa discografica Putumayo, in Europa e Stati Uniti, l’hanno confermata come futura star. Figlia di Boni Gnahoré, percussionista, attore e cantante molto attivo e noto in Costa d’Avorio, nel suo secondo disco Na Afriki (All’Africa) offre una visione personale dell’Africa d’oggi: le chiede di trovare da sé le soluzioni e di far fruttare le sue vaste risorse per assicurarsi un avvenire migliore. Canta l’amore e la disfatta, la gioia e la festa, usando la grande varietà di ritmi e stili per un approccio transafricano originale, unico.
Il nuovo e quarto album “Na Drê” è uscito nel Febbraio 2014.

prenotazione obbligatoria al numero 366 9639836

Sabato 29 novembre
ore 15.00 – PIAZZA SANTA MARIA SOPRA MINERVA
L’Africa a Roma 2000 anni fa – culti africani nella Capitale dell’Impero
Itinerario nel Campo Marzio alla scoperta delle tracce del celebre Iseo Campense e dei culti africani nell’antica Roma.

€ 10,00 (quota di partecipazione alla visita guidata)

Domenica 30 novembre
ore 10.00 – CARCERE MAMERTINO – via Clivio Argentario, 1
L’Africa a Roma 2000 anni fa – viaggi di un giorno nella città vista dagli occhi di un africano
con la partecipazione di Malik Aiche
La politica di Roma e l’Africa. Personaggi come Giugurta, Cleopatra, l’imperatore Settimio Severo e il clero africano della Chiesa delle origini saranno i protagonisti di un itinerario speciale nella Roma antica, con visita guidata a due voci, accompagnata da letture di testi classici. Il percorso comincia con la visita del carcere Mamertino, in cui Giugurta fu imprigionato e ucciso.

€ 10,00 (quota di partecipazione alla visita guidata) + € 3,00 biglietto di ingresso al carcere Mamertino

Sabato 6 dicembre
Ore 15.30 – CHIESA DI SANT’AGOSTINO – piazza Sant’Agostino
Letteratura e spiritualità africana nel mondo latino dei primi secoli del Cristianesimo
con la partecipazione di Malik Aiche
La chiesa dedicata al padre della Chiesa e filosofo Agostino d’Ippona e custode delle spoglie di S. Monica, sua madre, sarà lo sfondo per un percorso a due voci attraverso il mondo letterario e spirituale africano dei primi secoli della Chiesa latina.

€ 10,00 (quota di partecipazione alla visita guidata)

Emiliano Paoletti, responsabile progetti e relazioni internazionali dell’Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica di Roma Capitale ha salutato la dodicesima edizione di Festad’Africa festival come un bel rincontro tra l’iniziativa e Roma Capitale. Portando i saluti dell’assessore Giovanna Marinelli ha sottolineato come l’azione del festival incontra due interessi forti dell’assessorato Marinelli. Uno è l’internazionalizzazione della città e la promozione di culture di altri paesi, l’altro è l’attenzione per il territorio, per la città dal centro alle periferie.

Dall’Ambasciata della Costa d’Avorio è arrivato un sentito ringraziamento a Daniela Giordano e a tutte le istitutzioni che hanno sostenuto la dodicesima edizione del festival, edizione che offre per il secondo anno un posto d’onore agli artisti ivoriani. A Roma saranno presenti 26 artisti di tre generazioni che perfettamente rappresentano il tema prescelto: la relazione maestro-discepolo in arte.

Marco De Ponte, segretario generale di Action Aid illustrando questa inaugurazione dedicata al land grabbing, ha spiegato con entusiasmi e gratitudine per Daniela Giordano, quanto la cultura possa fare per migliorare il mondo.

Francesca Cantù
l’Università Roma Tre nel misurarsi con la scelta di attività qualificate all’interno del Teatro Universitario accoglie con felicità il Festad’Africa Festival. Il tema “maestro discepolo nella trasmissione delle arti” scelto quest’anno dal direttore artistico ha una forte congruenza con l’attività formativa nelle scienze delle arti, presenti tra le discipline di Roma Tre ma più in generale assolve alla funzione della promozione di un rapporto tra culture. L’arte è un linguaggio universale che allo stesso tempo serve a riconoscere le culture, quindi la valorizzazione della produzione artistica africana è necessaria per stimolare l’identificazione reciproca. Ci auguriamo che il festival rimanga al Palladium anche i prossimi anni.
Francesca Corrao
Per l’università Luiss Guido Carli, è molto importante ospitare il convegno/tavola rotonda organizzato sul tema della trasmissione del sapere nel rapporto tra discepolo e maestro: la trasmissione dei sapere, per noi è un fatto burocratico e vogliamo indagare e comprendere come gli altri si pongono il problema; in questo l’umanità dell’Africa ci può essere d’aiuto.

Daniela Giordano
Nelle diverse edizioni abbiamo ospitato artisti di teatro, danza, fotografia, cinema e letteratura. Quest’anno la vera protagonista è la musica con sei concerti straordinari. E’ con vera gioia che vi comunico che sono riuscita a portare a Roma, Dobet Gnhaorè e la sua maestra Werewere Liking nella stessa edizione.

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