WOMEN: PERSONALE DI ENRICO GRASSO NEL MUSEO CAMPANO DI CAPUA
Inaugurata il 7 dicembre scorso nel Museo Campano di Capua la Mostra Women, personale di Enrico Grasso, artista romano residente a Rocca di Papa: l’ esposizione, aperta fino all’11 gennaio 2025, colpisce in maniera decisa i visitatori, innanzitutto per la grande deflagrazione di colori primari e secondari, nonché acromatici che caratterizzano forme lineari e decise, attraverso le quali l’artista offre ai visitatori statiche realtà animate e inanimate, rigorosamente senza volto, incentrate su particolari, in apparenza secondari.
Ogni opera si svela in un fermo immagine che riempie lo sguardo di chi osserva, incuneandolo verso dettagli che, seguendo l’intima creatività del pittore, dell’insieme danno parziale complessità del reale, evitando caratteristiche che di solito svelano oltre il dovuto, quel che l’opera d’arte manifesta in modo palese.
Ed ecco quella mano poggiata su una gonna che scopre il ginocchio, vicino un bicchiere con bibita alle nuvole; figure femminili senza volto che interagiscono in diverse modalità: eleganti nelle loro forme e nella semplicità degli abiti, brindano o si danno la mano, conversano, chissà se in modo sincero.
Passi con scarpe eleganti o sportive, sandali: una Promenade tra la noncuranza di una folla tutta al femminile, indifferenza alla quale par far da contrappunto lo sguardo di un minuscolo cagnolino al guinzaglio, tenuto in mano da una contrapposta figura muliebre, in evidente sovrappeso.
Non certamente lo stesso canide quello nascosto nel salotto dalla poltrona di un blu intenso che fa pariglia con l’altra verde: lo specchio sullo sfondo riflette in déshabillé, particolare di longilinea figura femminile…
E ancora interni d’altre situazioni, talvolta paradossali: in Trois inconsapevole testimone la bestiola, d’un appuntamento clandestino che sta per essere interrotto da altra presenza, seminascosta vicino una porta socchiusa.
S’intravedono due amiche, sempre anonimi i volti mancanti, oltre un uscio: un Husky sfiora le loro braccia… e ancora diverse situazioni nelle quali figure molto nitide nei loro contorni lasciano ai colori e agli sfondi libertà d’interpretazione a chi osserva, ne catturano la fantasia, pur intrappolando il pensiero in un interrogativo non risolto, come per esempio Interno notte con gatto, con il felino nero già in parte fuori immagine che si allontana da una poltrona sulla quale vestiti tolti in tutta fretta, poggiano vicino a una borsa che ha lo stesso colore degli eleganti sandali lasciati alla rinfusa sul pavimento…
Solo alcune delle opere che l’artista ha esposto a Capua: Enrico Grasso si fa interprete di una tradizione pop, con un senso spiccato del realismo e attenzione ai dettagli, che nella loro semplicità pittorica richiamano profondi aspetti legati alla gestualità.
Diplomato all’Istituto statale d’Arte a Roma, proseguirà i suoi studi all’Accademia delle Belle Arti, diplomandosi in scenografia con il Professor Peppino Piccolo e seguendo un corso di pittura con Franco Gentilini. Dopo esperienze scenografiche in teatro, successivamente si dedicherà alla grafica pubblicitaria: nelle sue opere sperimenta diverse tecniche passando dagli acquarelli, alla grafica a china e alla pittura a olio.
Una mamma, fine rammendatrice; uno zio materno che lavorava in un Circolo artistico a Via Margutta e lo portava con sé nella parallela Via del Babuino, presso lo studio dei Fratelli Silvio e Pio Eroli, figli d’arte: là si realizzava ancora la tessitura di arazzi.
Sin dall’infanzia Enrico Grasso ha respirato arte e ciò ha influenzato il suo percorso scolastico e professionale.
La passione per il colore e la grafica influenzano a livello cromatico la ricerca interna della sua creatività artistica, che spazia tra rielaborazione di oggetti comuni, abbigliamento, figure animate, zoomando su particolari e raffigurando personaggi con un proprio vissuto esperienziale ai quali affida emozioni, vissuti, pensieri, spiritualità.
L’idea dell’insieme nell’opera, spiega l’artista, è sempre presente e nella creatività in itinere i particolari restano o s’annullano alla ricerca di un equilibrio: come ogni opera che nasce dal profondo, la decantazione del lavoro nel tempo, permette all’autore di approfondire quel suo mondo interiore alleggerendo o sottolineando con forme e colori i particolari.
E’ terapia rilassante la pittura, conclude Enrico Grasso questa piacevole chiacchierata: offre rifugio dal mondo, dona tranquillità, può esser valvola di sfogo e permette di rappresentare intime sensazioni. Un messaggio emozionale, quel che Grasso assegna alla tela, affidando ai fruitori delle sue opere libertà d’interpretazione, nell’universalità che arte, musica e poesia hanno come intrinseca melodia.
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