Vivere e amare Savona
In questo ultimo periodo, Qui Arte, una brillante Associazione artistica e culturale, si è assunta il compito non solo di presentare mostre di vari artisti ma soprattutto di dare nuova vita al Priamar e alle sue cellette.
Chi ha viaggiato un pochino sa che spesso ci si imbatte in località dove magari un gruppo di sassi più o meno datati sono evidenziati e illuminati a giorno e specialmente amati e rispettati perché portatori del passato e della civiltà di quella gente.
Savona, invece, è sempre stata restia ad ammirare le grandi opere che pure possiede, ha dimenticato spesso di pubblicizzarle adeguatamente in Italia e all’estero e si è ricoperta di una modestia non richiesta. L’arte e la storia, infatti, generano lavoro e non costringerebbero molti dei nostri giovani a recarsi a vivere altrove.
Il Priamar (https://it.wikipedia.org/wiki/Fortezza_del_Priamar), in particolare, seppur posizionato a pochi passi dal centro cittadino, è stimato dai “savonesi doc” come lontano e difficilmente accessibile, se non per portarci i cagnolini a fare i bisogni.
Per questo va riconosciuto a Qui Arte il grande merito di aver organizzato incontri culturali, letterari, artistici sotto il titolo di “Venerdì in Fortezza” proprio nelle storiche cellette.
Venerdì 2 febbraio, ad esempio, il dottor Furio Ciciliot ha parlato proprio di “Vivere e amare Savona”. Che cosa significa? Forse, vuol dire essere immersi, conoscere e amare un sito che ha preso vita ben 2229 anni fa.
Savona è un luogo desiderabile per il clima (come ha ribadito il dottor Furio, uno dei più favorevoli a livello nazionale), per la ricchezza di acqua, per le facili comunicazioni verso l’entroterra e i commerci, per il porto protetto dai venti, per il mare con i suoi pesci, per i boschi dei dintorni… Insomma, Savona è ricca e importante, patria di due papi e di tanti artisti, di esploratori, come l’audace Leon Pancaldo, operosa di industrie, immaginifica nelle strade e negli eleganti palazzi. Persino l’idioma locale, ha concluso il relatore, non è un dialetto ma una lingua perché si è evoluta direttamente dal latino.
Forse, un po’ di orgoglio aiuterebbe noi Savonesi ad accogliere in modo meno scorbutico i tanti turisti che oggi sono più numerosi. Forse, potremmo provare a sentirci eredi di una cultura che travalica i tempi e che ha dato parecchio all’Italia e al mondo.
Certamente, chi ha assistito alla conferenza del dottor Ciciliot ha fatto un passo avanti su questa strada.
Dedicata a Savona, la poesia di una persona proveniente dal Kashmir che ha molto apprezzato questa città.
Pria- ma
(per il Priamar di Savona)
Dalle tue rocce, gli androni,
la cisterna
emergono resti della città antica:
invasioni-abbandono-occupazione
nel tempo ed oggi ancora
le tue alte muraglie
sfidano gli assalti nemici.
I tuoi occhi silenziosi
nascondono
i resti scenografici: sul mar
delle avventure Leon Pancaldo
con ali delle onde
alto all’orizzonte
navi alla scoperta del mondo.
Oggi dietro di te
orgogliosa – testa in alto
la torre del Brandale
circondata dalla vita moderna
in lotta con i tempi
a raccontare vicende e sfide -la storia-
alle generazioni a venire.
Alle tue spalle
coperte
di lunghe ruvide
file di montagne
rocciose
bagnate nel mare.
I Romani chiamavano
Savo
oppidum alpinum.
Zahoor Ahmad Zargar
(dal volume “L’albero dei Millefiori. Poesie”)
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento