Visto da qua (il cielo è ancora più blu’), di Mauro Monni
Otto personaggi che conosciamo solo per nome seduti ai tavoli di uno strano locale: Cesare, Ludwig, Jan, Vincent, Jim, Marina, Rino e Jeanne parlano di vita, di dolori, di gioie, di passioni. Attraverso le loro parole non solo scopriamo qualcosa in più della loro esistenza ma anche della nostra. Piano piano, tra chiacchiere e brindisi, le loro vite si intrecciano. I loro destini si uniscono. Amicizie che si stringono, amori che nascono. Un proprietario – che sembra sapere tutto di tutti, più di quanto i suoi avventori non conoscano di loro stessi – li controlla sornione da dietro il suo bancone. Dispensa bevute e tesse fili nascosti. Chi sono queste persone? Cos’è che le accomuna? Dove ci troviamo veramente? Ma soprattutto: chi è il deus ex machina che ha ordito questo intrigo e per quale motivo ha voluto riunire queste otto diverse personalità? Questo e molto altro è Visto da qua (il cielo è ancora più blu’): con uno stile asciutto che non disdegna momenti di lirismo, il fiorentino Mauro Monni, qui alle prese con il suo secondo romanzo (Edizioni Fuoriporta – Firenze), ci consegna non solo una bellissima storia con un intreccio perfetto ma soprattutto un pezzo di originalissima creatività. In un momento nel quale, letterariamente parlando, le belle storie latitano e tutto sembra essere copia di una copia, la lettura di questo breve romanzo cade davvero al momento giusto.
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