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‘Visio’ a scuola

‘Visio’ a scuola
Giugno 01
02:00 2008

“Madre Natura che, sia detto per inciso, è una vecchia signora con brutte abitudini” , diceva George Eliot. Una di queste “brutte abitudini” , una delle più brutte, è quella di non dare a qualcuno la vista sin dalla nascita o toglierla a chi l’aveva, privandolo della principale ‘finestra’ della nostra mente sul mondo esterno. La principale rappresentazione della realtà fisica si forma nella nostra mente attraverso la vista, cioè attraverso l’elaborazione dei segnali inviati al cervello dai sensori della retina, che catturano i fotoni provenienti dal mondo fisico. A fine estate del 1995, un gruppo di ricercatori dell’ENEA di Frascati e della società Oberon , coordinato da Antonio Botticelli e Gianfranco Turchetti, realizzò un prototipo di un’apparecchiatura, chiamata Visio, in grado di individuare ed estrarre, per mezzo di una microtelecamera disposta sul nasello di un paio d’occhiali, i contorni degli oggetti, trasducendoli in impulsi tattili riportati sull’addome per mezzo di una matrice di 400 aghi a punta arrotondata, disposti a maglia quadrata su un tappetino, che aderisce all’addome per mezzo di un’opportuna imbracatura.
Il dispositivo, ovviamente, non consente di ‘ridare la vista’ al non-vedente, ma si comporta come un sofisticato ‘bastone’ elettronico che permette di rilevare la presenza di oggetti e persone a distanza, ricostruendone i contorni sotto forma di sensazioni tattili. Ovviamente occorre un certo periodo d’addestramento per associare queste alla forma degli oggetti, attraverso il ’ricordo’ delle sensazioni tattili prodotte da oggetti di forma nota al non-vedente.
Purtroppo, la brillante e semplicissima idea del ‘Gruppo di Frascati’ non ha avuto, a livello industriale, quel seguito che meritava e si sperava. Il 24 maggio 2007, per iniziativa della professoressa Eugenia Rigano, Visio è stato riproposto all’attenzione della scolaresca dell’ Istituto di Istruzione Superiore Statale di Via delle Sette Chiese a Roma, nel seminario Verso il robot sapiens, con la partecipazione di Armando Guidoni e Consuelo Zampetti del ‘Gruppo di Frascati’, e con l’intervento di Emanuela Pancotti, che è stata una delle prime non-vedenti a sottoporsi alla sperimentazione di Visio.
Grande e commossa è stata l’attenzione da parte degli studenti; fra di essi alcuni non-vedenti hanno provato Visio.

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