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VINCENT VAN GOGH CERCAVA IL SOLE

Luglio 03
08:12 2024

Una bottiglia di assenzio, del caffè, una pipa, delle cipolle, questo è tutto quello che teneva compagnia a Van Gogh durante le interminabili notti di lavoro. La sua produzione conta di circa 800 dipinti, numerosi schizzi e disegni, molti dei quali ritrovati solo recentemente.

Sul tavolo di questa Natura morta composto nel gennaio 1889, ci sono tutte le controindicazioni mediche per un malato di epilessia. La mancanza di farmaci idonei e lo stile di vita inappropriato, aggravavano la sua  patologia, rendendolo inabile agli atti di vita quotidiani e alle relazioni sociali. Per fortuna c’era l’amato fratello Teo a prendersi cura di lui. Col tempo i crolli e i ricoveri diventarono inevitabili.  Un uomo assennato nel suo lavoro; chissà se avrà mai pensato di fare il pittore. Rileggendo  la sua storia si direbbe proprio di no. In  gioventù era desideroso di seguire le orme paterne per diventare un pastore calvinista. La sua vita missionaria tra poveri e prostitute si interrompe molto presto: viene congedato dal seminario perché inabile alla vita sacerdotale. Un duro colpo per un uomo sensibile e intelligente come lui. La vivacità intellettiva si percepisce dai suoi gusti letterari, prediligeva Shakespeare e Dickinson. Tuttavia, la malattia lo allontanava sempre di più dall’equilibrio necessario per le relazioni sociali e amorose. Anche Sien la donna che avrebbe voluto sposare lo rifiuta. Come si può  trovare luce in un simile buio di vita. Nelle sue lettere si ravvisa il fermo desiderio di portare con la sua pittura il Sole della speranza: predicare una salvezza simbolica, senza l’uso di parole o azioni. Era tutto quello che gli restava.

Quasi trentenne, decide di combattere la sua battaglia contro la durezza della vita con colori e pennelli, pur non avendo basi artistiche; del resto come spesso accade, il talento supplisce l’inesperienza. I mangiatori di patate, sono il primo tassello del genio fiammingo che esordisce all’insegna di una vita povera e miserabile vissuta ai margini. La sporcizia dei vinti rappresentata dal colore marrone, si attacca addosso agli spettatori del dipinto. Il suo primo  grande capolavoro! Quei contadini sono il banco di prova  di un pittore bistrattato da tutti.  Nella sua arte, come del resto nella vita, si parte dal basso alla ricerca della luce. La sua storia personale racconta a suon di colori  nei risvolti della vita che muove le nostre esistenze facendole ruotare come girasoli. Spetta a noi trovare il Sole. I protagonisti dei suoi dipinti trasmettono   il gusto della vita nelle piccole cose, in quei dettagli che non dovrebbero sfuggirci. Dopo il viaggio a Parigi,  resta folgorato dal colore dagli impressionisti: i suoi quadri si accendono di vivacità.  Le sue pennellate preferite sono blu e gialle, perché accendono nuovi stimoli negli osservatori. Il tocco del suo pennello è inconfondibile, caratterizzato da piccoli segni di colore, corposi, veloci che conferiscono un movimento ad ogni scena. Gli opposti cromatici sembrano riprodurre un caos intellettivo, quasi una lotta interiore fatta di pensieri profondi alterati dal tormento dalla malattia. Col tempo, Vincent Van Gogh, vedrà infranti uno dopo l’altro tutti i suoi sogni: l’atelier con Gauguin, la fondazione di un nuovo stile pittorico, la stima dei colleghi pittori, una donna al suo fianco, la guarigione. I suoi quadri non piacciono e non si vendono, malgrado le difficoltà l’artista prosegue nella sua missione. Cosa resta da fare in questo disequilibrio?  Lo spettatore avrebbe mai udito il ruggito della sua esistenza osservando i dipinti.  La sua arte sarebbe stata in grado di trasporci nella vita reale  e assolvere la sua missione di trasmettere il vero compito della fede: dare un senso alla vita e inserire l’uomo nel circuito dell’immortalità. Intanto la malattia si aggravava.

I protagonisti dell’ultima parte della narrazione pittorica-esistenziale sono: cipressi, stelle roteanti, girali, campi di grano, paesaggi, fiori, tutti fissati in un’eroica lotta tra arte e follia.  Il suo sconvolgimento artistico si è trasformato in rivoluzione pittorica.

Campo di grano con corvi è l’opera che spazza via tutti gli schemi dell’arte. I corvi attraversano una strada che non porta da nessuna parte, non si sa se questi presagi di sventura stanno arrivando oppure  lasciano il posto alla meritata quiete. Quei corvi sempre in agguato, proprio come il male, stanno per essere ingoiati dal colore? Siamo alla resa dei conti non ci sono vie d’uscita. Chi vincerà?

Vincent scriverà: a volte ho una terribile lucidità mentale, quando la natura è così bella di questi tempi,  poi non sono più consapevole di me stesso e il dipinto mi viene in mente come se fosse un sogno. Ho davvero paura che ciò avrà la sua reazione di malinconia quando arriverà la brutta stagione.

 

 

 

 

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