Villaggio della cultura e dell’artigianato a Monte Compatri
Sabato 24 giugno 2023 nella Sala Consiliare di Monte Compatri si è svolto il convegno “Villaggio della cultura e dell’artigianato. I gesti di una Comunità e le azioni collettive per il futuro” organizzato dal Photo Club Controluce APS con il patrocinio del Comune di Monte Compatri e del Sistema Castelli Romani.
A presiedere l’evento è stato Giuseppe De Righi, presidente del SCR e segretario regionale dell’ANCI, che ha salutato gli intervenuti ed ha introdotto l’argomento del convegno.
Subito dopo è intervenuto Francesco Ferri, sindaco di Monte Compatri, che ha descritto l’attuale situazione nazionale in tema di finanziamenti ai comuni e ad altre attività accennando anche a quanto è stato possibile fare, finora, per la cittadina di Monte Compatri.
Serena Gara, presidente della Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini, ha salutato il pubblico ed ha espresso apprezzamento per l’iniziativa.
De Righi, poi, ha dato la parola ad Armando Guidoni che, in rappresentanza del Photo Club Controluce, ha relazionato sulla storia e sullo stato attuale del progetto legato alla realizzazione di un polo culturale, compreso un teatro, da edificare nella attuale area dove sono ubicate le Scuole Medie inferiori del centro urbano. La relazione è riportata alla fine di questa nota.
La parte finale della relazione è stata caratterizzata da un appello rivolto alla popolazione tutta e, in particolare, ai giovani, alle associazioni, agli artigiani, ai professionisti, ai commercianti e all’amministrazione comunale per raccogliersi in un gruppo di lavoro mirato alla condivisione intellettuale al fine dell’edificazione del polo culturale descritto.
Chi volesse aderire a tale gruppo di lavoro potrà mettersi in contatto con il Photo Club Controluce:
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Relazione
Premessa
Circa 27 anni fa, una delle prime mie richieste fatte all’amministrazione comunale di allora – e poi ripetuta anche alle amministrazioni successive – fu quella della costruzione di un Teatro comunale e la assegnazione di aree riservate alle associazioni.
A causa delle emergenze – sempre presenti nel nostro, e anche negli altri, comuni – non è stato mai possibile raggiungere questo obiettivo e credo che, ipotizzando ancora di usare le risorse comunali, sarà impossibile realizzarlo anche nel futuro.
Certamente le amministrazioni comunali non sono responsabili della scarsa economia disponibile a fronte di sempre crescenti esigenze complessive. Ma io ho sempre creduto che la cultura debba occupare un ruolo molto rilevante nella vita della comunità, sia locale sia come prerogativa estesa a tutta la nazione.
Per questo motivo non voglio arrendermi alle evidenze ed ho immaginato di coinvolgere tutta la cittadinanza per condividere insieme – e realizzare – il progetto scaturito dal mio “sogno visionario”.
Lo scorso anno preparai otto tavole nelle quali ho provato a descrivere la mia “visione” per realizzare a Monte Compatri Centro Urbano, nell’attuale area delle Scuole Medie, un Villaggio della cultura e dell’artigianato. Si tratta di una vera e propria Acropoli della cultura con in cima il Teatro (Tempio della Cultura) circondato da ampi spazi associativi e per l’infanzia e posto sopra un Villaggio dell’artigianato configurato a gradoni degradanti. Dietro ai tre livelli del villaggio sono previsti anche tre livelli di parcheggi per complessivi 200 posti auto.
Con questa “visione” mi sono proposto di organizzare questo Convegno – o Assemblea pubblica –invitando l’amministrazione comunale e tutti i cittadini di Monte Compatri.
In particolare, chiediamo ai giovani di partecipare, perché questo progetto si potrebbe riversare sul futuro loro e dei loro figli.
Proposta
Nel Convegno, che si sta concretizzando oggi, sarà esposta l’idea per coagulare attorno ad essa tutte le forze necessarie – tecniche e organizzative – per reperire sia fondi pubblici (Europa, Regione, Roma Città Metropolitana, ecc.) che capitali di privati disposti a investire nel progetto.
Dopo un primo approccio con i soci e amici del Photo Club Controluce, ho ricevuto adesioni ideali e solidarietà e, a fronte di una proposta nel seno dell’Associazione, è stato approvato questo Progetto associativo al quale hanno collaborato anche i soci.
Un altro aspetto, che ho “sentito” come fatto estremamente positivo, riguarda la proposta fatta a un architetto – il socio e amico Giampaolo Gentili – per realizzare una visione prospettica professionale dell’insieme della struttura. Ebbene, dopo un paio di settimane di attesa dalla sua accettazione dell’impegno, ho telefonato a questo amico per chiedere a che punto stava il lavoro e, con mia grande sorpresa, lui mi ha detto che stava lavorando – spontaneamente e di propria iniziativa – sull’intero progetto verificando, in maniera preliminare, le aree e le quote per poterlo ri-disegnare con strumenti professionali dopo aver rivisto anche alcuni importanti aspetti progettuali che erano stati omessi nella mia “visione”. Il lavoro è in corso.
Questo evento mi ha colpito profondamente perché mi ha permesso anche di verificare direttamente che esiste una grande possibilità di coinvolgere molte persone e farle aderire aggiungendo la loro professionalità nello sviluppo del progetto.
L’idea rappresenta un programma ambizioso per nulla facile da realizzare. Ci vorranno anni di lavoro, ma dovremo essere pazienti e perseveranti, con la coscienza che alla fine costruiremo una consapevolezza comune basata sulla volontà e sulla condivisione.
A tutti voi che partecipate a questo Convegno chiediamo, pertanto, di seguire attentamente la proiezione di questi disegni e di immaginare non solo il vostro coinvolgimento nel sogno ma incoraggiare anche quello di persone che conoscete e che stimate.
Costruire un “laboratorio di idee”
Per concretizzare dentro di noi l’intenzionalità ad entrare nel progetto occorre edificare dentro sé una visione attrattiva e poi occorre valutare, programmare, progettare, eseguire.
Un compito arduo e faticoso che richiede assunzioni di responsabilità ma che è anche libertà di condividere la costruzione e realizzazione di questo sogno.
Noi viviamo in una società che appare come se ci fosse uno spazio disponibile per tutti, ma la realtà è molto articolata: lo spazio occorre conquistarlo con le nostre azioni!
Abbiamo il diritto-dovere per la costruzione del nostro futuro.
Dobbiamo usare la nostra creatività e condividerla con quella degli altri nella costruzione di nuovi percorsi per arrivare alla “bellezza della vita in comune”.
La creatività è innata in tutti gli uomini ed è caratterizzata dall’originalità e dalla capacità elaborativa di produrre nuove idee usando la fantasia e l’immaginazione.
Dobbiamo usare la creatività non come una funzione, ma come un modo di essere, intessendo relazioni nuove con passione, stupore, entusiasmo.
Dobbiamo abbandonare l’ostilità verso gli altri, che sgretola la comunità e pone in pericolo ciò che finora abbiamo creato unitamente. Allora potremo vivere con un piacere personale risolvendo i problemi, rifiutando l’indifferenza, la non-responsabilità e superando gli schemi in modo innovativo.
Con la condivisione delle idee potremo costruire soluzioni armoniche dello spazio pubblico, con una massimizzazione del suo valore, per fornire una ulteriore occasione di accesso a tutti.
Occorre pensare all’uomo come individuo vitale solo se ha la percezione di sentirsi frammento di una comunità.
Occorre costruire una “rete sociale” di individui che si riconosca nella condivisione di interessi comuni e che si mantengano in contatto al fine di sviluppare una capacità di riorganizzare gli elementi di un problema osservandolo da diversi punti di vista.
Si tratta di uno stravolgimento delle norme sussistenti, di un nuovo concetto che stabilisce una nuova norma condivisa che si è svelata più utile.
Alcuni diranno che un’idea originale può scaturire solamente dalla mente di un singolo individuo. Sì, ma la sua realizzazione, se l’idea è complessa, necessita di un insieme di persone ognuna delle quali potrebbe fornire un contributo scoprendo soluzioni originali a complicazioni tecniche ed economiche. D’altronde, la stessa civiltà che abbiamo edificato è il risultato di questo straordinario potere collettivo. L’emersione di numerose idee collettive è ciò che molti, oggi, chiamano “brainstorming” e che io preferisco chiamare “tempesta di cervelli”, visto che questo concetto si può esprimere anche nella nostra lingua.
È certamente più facile dire “non sono capace” oppure “è troppo difficoltoso per me” e scaricare tutto sulla deresponsabilizzazione e conseguente inazione. Invece, la disponibilità di tanti volontari, il confronto tra loro, l’esperienza sul campo, insieme allo studio, permetteranno di definire con audacia le aree di interesse di ognuno di noi che diventeranno la formazione di un patrimonio comune.
L’esito positivo di questo sviluppo, attraverso la collaborazione con altri cittadini, con altre realtà associative, con l’amministrazione comunale e con gli Enti pubblici, ci solleciterà a moltiplicare gli spazi per la ricerca di opportunità progettuali ed economiche.
Quanto più saremo capaci di anticipare le domande ed avviare iniziative efficaci, tanto più potremo assistere a un ulteriore sviluppo sia in quantità di lavoro che in qualità.
Rafforzare la concertazione e la partecipazione
Tutti noi – al di là delle singole possibilità – dovremo sentirci parte del progetto e, con spirito collaborativo e partecipativo, dare il nostro contributo.
È necessario innalzare il livello formativo del gruppo di lavoro non tanto su temi di carattere tecnico, ma sugli aspetti motivazionali. In una fase preliminare, si tratta di uscire dalla domanda “come fare” e di entrare fortemente in quella del “perché lo facciamo”.
Dobbiamo consolidare i temi della partecipazione, della corresponsabilità, della disponibilità.
Un grande percorso di auto-organizzazione
Il risultato più importante e qualificante dell’attività che si presenterà a noi da questo sogno non risiede solamente nelle risorse che verranno gestite o nei singoli progetti che verranno realizzati ma, soprattutto, nel creare un luogo di incontro e condivisione.
Nessuno può essere autosufficiente, ma ognuno deve collaborare e dare risposte ai bisogni generali.
In una fase avanzata dell’itinerario, questo lavoro diventerà patrimonio comune che rimarrà in ognuno di noi al di là della realizzazione effettiva del sogno. Alla fine saremo in grado di raccontare il grande lavoro di chi costruisce un progetto e potremo entrare emozionalmente in qualsiasi altro progetto della comunità raccontando il punto di vista entusiasta della propria esperienza ai nuovi attori che si avvicineranno al gruppo.
Faremo parte di un gruppo di cittadini che ha conquistato la consapevolezza della propria funzione di protagonista e non di semplice osservatore.
Faremo parte di un gruppo di persone che si propone per donare la propria minuscola ma importante partecipazione allo sviluppo culturale del luogo dove sono nate o dove hanno scelto di risiedere.
Chiediamo, infine, che il Gruppo che si formerà sia affiancato con la presenza – anche organizzativa – della Amministrazione Comunale per dare maggiore forza e concretezza ai progetti.
Iniziative organizzative del Photo Club
La nostra Associazione metterà a disposizione della collettività le proprie strutture e le capacità dei soci al fine della realizzazione del progetto.
Daremo visibilità al progetto con il Portale web controluce.it, con una nuova pagina FaceBook, con un gruppo di lavoro su WhatsApp e su una piattaforma di videoconferenze di gruppo.
Metteremo, inoltre, a disposizione del gruppo di lavoro le risorse economiche necessarie alle spese correnti, compatibilmente alle disponibilità della nostra associazione, attingendo al nostro fondo cassa e ai contributi che voi avete dato negli anni passati (e che speriamo darete nel futuro) scegliendo di destinare il 5 per mille della dichiarazione dei redditi al Photo Club Controluce.
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