Villaggio Ardeatino. Sesta edizione del Dis-Camping No Inc
Una due giorni, sabato 1 e domenica 2 agosto, che hanno dato senso e misura a una manifestazione che sembra ormai diventata stabile, con le vecchie problematiche irrisolte e sempre nuove minacce all’orizzonte.
Si è parlato nelle assemblee degli ultimi atti, in ordine di tempo, che rendono la vicenda di Roncigliano un assurdo tutto da rigettare, dalla sentenza del TAR Lazio che accogliendo il ricorso del Co.E.Ma. – Gruppo Cerroni, Acea e Ama – dà buon gioco e disponibilità di soldi pubblici a Cerroni per la costruzione dell’inceneritore di Albano, all’AIA ancora valida nonostante le violazioni accertate e con l’opportunità di un riesame su proposta dell’ing. Flaminia Tosini. E quindi in prospettiva ancora “anni di supplizio”. “Tutte le carte dicono che questo impianto va chiuso. Al Tribunale di Velletri la scrivania del Dottor Travaglini (sostituto procuratore, ndr) sta per crollare e nulla si muove. Cerroni ha ripreso il percorso, l’atto decisionale rimesso a Zingaretti e Civita”. “Il mese di settembre dovrà servire per avere posizione più ferma rispetto alla Regione. C’è bisogno di uno stop del sito e capire”. Si parla di progetti a biogas e biomasse che sorgono come funghi, del depuratore di Ardea ultimato e non ancora funzionante, di Torre Bruna e della centrale biogas, di proposte d’impianti che interessano suoli agricoli e dunque d’importanza vitale. Di questo e di altro si è parlato, fra cui il famoso Piano-Rifiuti in ballo dal dicembre 2013 e di cui più nulla si è saputo, e della necessità di incrementare le iniziative sul territorio, come la raccolta firme che si stava effettuando dai residenti di Ardea contro il progetto biogas di Torre Bruna.
Dopo l’assemblea cena sociale per la raccolta fondi, la lotta va avanti anche a suon di belle cifrette, per gente che lavora per vivere. Organizzazione perfetta, menù invitante preparato in gran parte sul posto e consumato in buona compagnia, con tante “facce” nuove che hanno partecipato con vivo interesse all’iniziativa e seguito con attenzione il dibattito, aperto a problematiche comuni purtroppo a tutto il territorio nazionale. Ottima musica e la proiezione del film documentario “Il sale della Terra”, con le toccanti immagini del fotografo brasiliano Sebastião Salgado, hanno contribuito a intensificare uno stato d’animo tutt’altro che sereno e tuttavia fiducioso, esasperato e combattuto fra scoramenti e commozione, come provano alcuni commenti raccolti fra i presenti.
G. di Albano: “Ho provato sgomento, una mazzata, per la sentenza del TAR. Con tutti i problemi che ci sono riaprire anche verso l’inceneritore è davvero gravoso. Trovo ancora più necessario, essenziale, rilanciare la mobilitazione. La cittadinanza in passato si è mossa incisivamente, non credo proprio non si possa ripartire”. Stefano, 31 anni, veliterno residente a Roma: “La sentenza del TAR non la vedo così negativa, penso che dovrebbe produrre un ritorno di attenzione da parte della popolazione. Il Movimento ha prodotto effetti sul versante legale e la cittadinanza ha delegato. Questa possibilità di fregarsene è data dal fatto che qui non c’è ancora questo mostro d’inceneritore”. Rina, 73 anni, Villaggio Ardeatino: “Siamo preoccupati per come vanno le cose. Vedo il mondo che non va bene. C’è troppa apprensione, non reagiamo ma non ce la facciamo proprio nella vita. Chi va al potere comanda veramente. Noi abbiamo fatto tanto, però… è troppo, non ce la fai a ribellarti, ti castigano pure”. Giuliano, 40 anni, Villaggio Ardeatino: “È una battaglia impari. Una bella battaglia. Dopo anni ancora non molliamo”. Aldo, 68 anni, Cancelliera: “Tutto quello che è stato costruito si tende a distruggere. Perché? Non posso passare la vita mia fra puzza e detriti tossici. Vendo tutto e vado a morire su una montagna in Abruzzo, poi chi vuole Cristo se lo prega e chi vuole il pane se lo affetta”. Emanuela, 39 anni, Albano: “Tutti insieme per un pezzettino d’aria pura, come qualcuno ha detto”. E indicando il suo bambino aggiunge: “Per lui”.
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