Verso una nuova rinascita
Intervista al professor Guido Brunetti
Stiamo vivendo mesi cruciali, difficili e di smarrimento. Un anno che termina e l’avvio di un nuovo anno, che ci auguriamo portatore di speranza e di rinascita. Le incognite sono numerose. Quale futuro ci attende? E quali i problemi e le prospettive? Ne parliamo con il professor Guido Brunetti, il quale affronta un insieme di questioni in una visione ampia e ricca di suggestive e interessanti angolazioni.
Dopo aver premesso di non appartenere ad alcuna formazione politica, ma di intervenire per scienza e coscienza, l’illustre professionista e noto scrittore ha affermato che “è giunto ormai il tempo, dopo mesi di tribolazione e incertezze sia da parte dei cosiddetti ‘esperti’ che del governo, di predisporre una urgente, vasta e sicura pianificazione perché l’Italia possa ripartire. La strada maestra per superare l’ annus horribilis ( una costante dell’umanità) è lo sviluppo (lavoro, sanità, scuola, ricerca, cultura) sulla base di una visione di ampio respiro strategico e con la guida di leader illuminati e dal grande carisma”.
Con quale spirito?
“Occorre lo stesso entusiasmo che animava il dopoguerra degli anni ’50 e ’60 e che portò al miracolo economico italiano. Uno sviluppo improvviso e grandioso con l’ Italia che passò da paese arretrato e ridotto a un cumulo di macerie a potenza mondiale. Rialzandosi e risorgendo da una condizione di grave disagio e di depressione non solo economica, ma anche mentale e morale. Ciò, in virtù dello spirito alacre degli italiani, della guida di forze mature e lungimiranti e da individui dalla forte personalità.
Anche nell’attuale situazione, occorre reiterare gli sforzi allo scopo di rinnovare il miracolo degli anni Cinquanta del secolo scorso”.
In che modo?
“Pur in una condizione di depressione generale, riteniamo – spiega Brunetti- che negli italiani ci sia una grande voglia di rinascita, di riscatto e di progresso. Un desiderio di vita mosso da nuove energie morali e mentali. Sono condizioni atte a generare un’Italia ottimista, ambiziosa, generosa, solidale, altruista. Avviandoci così verso un futuro di speranza e di fiducia.
Intravvediamo una nuova era, una ‘seconda navigazione’ (Platone), una nuova traversata. Ponendo mano ai remi della vita per la conquista di una nuova condizione umana, con la possibilità di realizzare il senso della propria esistenza. Le esperienze di questi mesi, desertificando le nostre coscienze, ci hanno riportato a considerare la nostra finitezza, fragilità e il nostro egoismo. Credevamo di essere sani, come ha detto il pontefice, in un mondo malato. Arroganti e presuntuosi. Di qui, una nuova ripartenza, contando sulla ricchezza dell’umanità e sul neocervello o cervello mammaliano. La nostra esistenza è insomma una realtà trascendente, sacrale, piena di aspetti meravigliosi”.
Professore, qualche esempio.
“Alcune splendide sensazioni e immagini di questi giorni. Ieri sera, ho guardato il tramonto di Roma in un’atmosfera di grande immedesimazione emozionale. Poi, a sera inoltrata, chiudendo la finestra ho visto una splendida luna, quasi a voler proteggere noi e la Terra, Questa mattina, mi sono svegliato in una stanza inondata dai caldi raggi del sole e con il sorriso affettuoso e luminoso di mia moglie Anita. Infine, una passeggiata per acquistare il giornale in compagnia del mio amatissimo cucciolo Kimi. Mi ha colpito il suo comportamento: allegro, tonico, vivace, con lo sguardo spesso rivolto a me, ma anche alle persone e alle cose. Una voglia di vivere e di essere felice, che mi ha impressionato positivamente.
Questi episodi sono la proiezione dell’anima del mondo, l’eco della maestosità e dell’armonia del creato, nel quale esseri umani, animali e natura fanno parte di una entità universale, dove è possibile vivere il fascino e il mistero dell’esistenza e del mondo, sperimentare momenti di serenità e di gioia, e dunque di benessere. Si avverte la presenza dell’ oltre, della dimensione del trascendente, di un aldilà metafisico”.
Le sue parole suscitano condivisione emotiva, ma anche ottimismo e speranza e uno stato d’animo positivo. Ci sono le condizioni per realizzare subito un’azione di sviluppo?
“ Purtroppo, è da un anno che si brancola nel buio con le forze politiche che appaiono in perenne conflittualità e sempre pronte a farsi lo sgambetto.
Un’analisi seria e approfondita mostra vistose falle, lacune, insicurezza e improvvisazione. Fatto che ha il potere di accrescere nelle persone, già fortemente provate, ulteriori stati di ansia, paura, stress e un generale senso di angoscia”.
Le faccio un esempio pratico, quello di un problema che viene giocato a mò di ping-pong, il Mes. E’ un balletto non più sopportabile, stucchevole…
“E’ una vicenda surreale. E’ mai possibile – chiarisce il nostro autore- che centinaia di morti al giorno non riescano a indurre il governo italiano a usare hic et nunc queste risorse? Vincendo così i miseri, infantili e colpevoli pregiudizi ideologici. Che sono indegni in un Paese civile. E’ una realtà che suscita rabbia e indignazione in ogni persona dotata di buon senso e di un quoziente intellettivo nella norma.
Ma in che mondo viviamo? Un mondo che evoca l’ “Homo homini lupus” di Plauto a significare la malvagità e l’egoismo dell’uomo”.
Quali, i benefici di questi finanziamenti.
“Miliardi di euro per tutelare e salvare tante vite umane; contrastare la tragedia di una pandemia che semina lutti e morte; riorganizzare il sistema sanitario nazionale; aprire nuovi ospedali; assumere medici e infermieri; sviluppare la ricerca; promuovere la cultura. Insomma, approntare una società nuova e moderna e una sanità altamente specializzata, ma più umana e umanizzante.
E’ una realtà la preoccupazione di Bruxelles e partner sui ritardi e le contorsioni della maggioranza su questi temi, così come sono noti i giudizi negativi e non benevoli sulla stampa del nord Europa circa l’affidabilità del nostro Paese.
Sapere dunque che ci sono grandi mezzi finanziari in grado di sottrarre alla morte persone umane e non utilizzarli per un infantile capriccio ideologico forse non è una grave colpa ? E se è così perché nessuna autorità interviene? Certamente, queste premesse mostrano con tutta evidenza la presenza di un’anomalia giuridica e mentale. Che riteniamo vada risolta in maniera tempestiva.
Insomma, il problema vero da sciogliere è quello di approntare subito le necessarie sovvenzioni per avviare un processo di cambiamento e di crescita”.
Mancano i leader.
“Mancano personalità dotate di qualità di leader. Individui con doti personali di carisma, quel carattere misterioso e ineffabile dell’emergenza di un leader. Figure fondamentali per pianificare ed attuare strategie atte a governare le istituzioni, i popoli e le società. Purtroppo, se non c’è, uno non se lo può dare”.
Siamo poi di fronte a una sanità e a una medicina in crisi…
“Ricerche autorevoli di illustri medici mostrano come la sanità e la medicina moderna abbiano acquistato in tecnologia quello che hanno perduto in umanità.
Un cambiamento traumatico.
Una svolta antropologico-medica.
Una barriera calata tra medico e paziente.
Insomma, un processo di ‘disumanizzazione’.
I medici appaiono ansiosi, insicuri, frustrati, demotivati, stressati e dunque poco empatici, poco gentili, scostanti, rigidi, aggressivi, algidi. Sono tutti sintomi per controllare le proprie ansie e le proprie insicurezze. Una parola non gentile, infelice, pronunciata dal medico può causare, d’accordo con il grande psichiatra Borgna, ‘ferite che sanguinano’. La gentilezza è saggezza e non c’è cura del corpo o della mente se non è intessuta di saggezza e dunque di gentilezza. Emerge invece un medico burocrate, somatologo, tecnico di un corpo scisso. Attento soltanto ai dati che emergono dagli infiniti esami di laboratorio”.
La persona non c’è più.
“La persona? Non c’è più. C’è solo un insieme di organi su cui indagare. E’ un Io-diviso, frantumato, senz’anima. E’ ciò che risulta da questi esami. E sempre per tentativi ed errori. La medicina infatti non è una scienza esatta. Quindi, più bonomia, serenità, affabilità, gentilezza, empatia: tutte qualità invocate, ma scomparse”.
Professore, una sua conclusione.
“Stiamo vivendo forse la fine di un mondo sorretto da principi e valori che ci hanno accompagnato e guidato nei secoli. E’ un mondo radicalmente altro. Andiamo verso un domani che non riusciamo a percepire e immaginare, ma che avrà senz’ altro un’altra dimensione. Quel che manca non è solo la cultura: è la forza morale, con la certezza delle strategie, degli obiettivi e di una visione ampia e percorribile , la mancanza di un Io unito, non più di-viso, scisso, frantumato. E tuttavia, come abbiamo detto, siamo convinti di avviarci verso una nuova e feconda rinascita morale, sociale ed economica”. E’ proprio nei momenti più difficili che l’essere umano è capace di manifestare le sue grandi doti di creatività, di intelligenza e di coraggio”.
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