VERSO LO SCIOPERO DELL’8 MARZO
VERSO LO SCIOPERO DELL’8 MARZO: UNA PIAZZA TRANSFEMMINISTA
SABATO 2 MARZO – ORE 16.00
PIAZZA SAN PIETRO, ALBANO
Una piazza voluta da tutte le realtà transfemmiste dei Castelli Romani, perchè si ricordi con forza che l’8 marzo per noi non è un giorno di festa MA UN GIORNO DI LOTTA.
Infatti siamo ben lontan* dal raggiungere una società paritaria e c’è poco da festeggiare: viviamo e sentiamo ogni giorno la violenza del sistema patriarcale che ci ricorda quanto la battaglia da combattere sia ancora lunga!
Il prossimo 8 marzo, per l’ennesima volta in tutto il mondo sarà sciopero femminista e transfemminista contro la violenza maschile sulle donne e ogni forma di violenza di genere.
Scioperiamo dal lavoro dentro e fuori casa, dai ruoli di genere e da tutti i ruoli che ci vengono imposti.
VORREMMO DISCUTERE INSIEME IN PIAZZA DI COME IL TRANSFEMMINISMO POSSA LIBERARE’ TUTT*, CREANDO UN MONDO SENZA VIOLENZA E OPPRESSIONI DI NESSUN TIPO.
Infatti il movimento femminista oggi si è definito tranfemminista e intersezionale. MA CHE SIGNIFICA?
La parola “intersezionale” fa riferimento proprio alla geometria: il punto in cui due rette si intersecano si chiama intersezione.
Ognuna di queste ASSI rappresenta una condizione che divide le persone in base a una caratteristica: il sesso, la razza, l’identità di genere, l’abilità, il lavoro ecc.
Si chiamano assi di oppressione e ogni asse individua nel soggetto oppresso il protagonista di una lotta di rivendicazione specifica: la donna per l’oppressione di genere, il lavoratore per quella di classe, l’omosessuale
per quella legata all’orientamento sessuale…
Ogni persona può essere attraversata da più di un asse di oppressione e quindi trovarsi in un punto di intersezione.
A questo punto, come schierarsi? Affianco alle donne bianche per combattere il maschilismo o a lato degli uomini neri contro il razzismo? Storicamente, è questa la genesi del femminismo intersezionale: gruppi di femministe nere e/o lesbiche che, alla fine degli anni Settanta, presero coscienza di subire una doppia oppressione, e di essere escluse e discriminate dalle stesse compagne di lotta bianche ed eterosessuali.
Prendere in considerazione le intersezioni tra assi di oppressione rende l’analisi politica e sociale più complessa, ma più autentica. Ed è proprio questo che caratterizza il femminismo intersezionale: non accetta di usare un’unica chiave interpretativa e schiacciare tutta l’esperienza di una persona lungo un unico asse di oppressione.
La violenza di genere, la guerra, il disastro ecologico, l’inflazione: sono tutte conseguenze di oppressioni connesse tra loro e che si alimentano a vicenda. In questo mondo le crisi continue non sono singole emergenze ma segnali evidenti di un sistema che si sta sgretolando, un sistema ingiusto che ci costringe a vivere vite insostenibili e sta portando al collasso del pianeta.
Solo distruggendo tutto il sistema potremo insieme cambiare il mondo!
Troviamo la forza di ribellarci, lottare e rifiutare tutto questo.
NON UNA DI MENO CASTELLI ROMANI
ARCIGAY CASTELLI ROMANI
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