“Verso il Robot sapiens”. Un libro di Armando Guidoni
Si rimane piacevolmente colpiti dalla lettura di questo libro che tratta di un nuovo sviluppo della cibernetica – vista come una ‘matassa’ multidisciplinare – che porta a una macchina intelligente la quale simula alcune delle attività cognitive dell’uomo. La chiarezza espositiva dell’autore porta ad amplificare la curiosità, innata in ogni lettore, quando si tratta di una diversa e compiuta interpretazione della intelligenza dell’uomo.
Così inizia il libro di Armando Guidoni:
«In un determinato momento della storia dell’umanità, molto tempo fa, l’uomo iniziò a usare la capacità di concretizzare esaurientemente la propria intenzionalità facendo uso esclusivamente di tutto ciò che il corpo gli offriva.»
E così il libro termina:
«Abbiamo così a disposizione una macchina che funziona anche in assenza di cicli programmati o di schedulatori automatici. L’emulatore, praticamente, conduce il lavoro in maniera autonoma!»
All’interno del libro viene descritto l’itinerario che ha condotto un gruppo di ricerca dell’Enea di Frascati – nel quale Guidoni ha avuto un importante ruolo nell’arco di quasi due decenni – alla ideazione e concretizzazione di un sistema di controllo basato su un originale ‘modello cibernetico’ capace di governare le macchine all’interno di una propria autonomia.
La metodologia di lavoro non è stata orientata verso un approccio logico-scientifico, bensì sull’analisi delle manifestazioni umane che sono l’espressione massima di eventi emozionali. L’interpretazione della traccia filosofica emersa – vero elemento evocativo – ha permesso di intuire, intravedere e anticipare idee scientifiche innovative.
Come scrive Aldo Onorati nella sua presentazione al libro: «Guidoni, con le sue poesie prima, con quest’opera chiara e densissima poi (che contiene, nel suo itinerarium una valida, sebbene non sbandierata, sostanza didascalica) ha voluto dimostrare che la frattura fra umanesimo e scienza non esiste.» L’autore ha implicitamente voluto rafforzare il concetto che la filosofia e la scienza devono tornare a dimorare in un’unica mente come avvenne in uomini quali i filosofi greci, Leon Battista Alberti, Dante e Leonardo.
Guidoni evidenzia, inoltre, come alcuni ‘ardui pensieri’ siano emersi fin dai primordi della storia intellettuale dell’uomo trovando coincidenza con il pensiero del suo gruppo di ricerca.
Nel corso della lettura, il modello cibernetico prende corpo da una analisi che spazia tra le macchine, la mente e le operazioni coscienti, la coscienza, il pensiero cartesiano, la filosofia, la psicologia, la biologia, la biofisica, le neuroscienze, la cibernetica, i sistemi informatici, l’emozione, l’intelletto, ecc.
Concludo citando ancora uno stralcio della presentazione di Aldo Onorati:
«In quanto a Armando Guidoni, bisogna ammettere che il suo sforzo desta sete di sapere in chi è fuori del grande settore scientifico: e l’Italia dovrebbe investire di più in esso, specie nella scuola, riunendo finalmente quanto di umanistico c’è nella stessa tecnologia e quanto di scientifico è insito nell’umanesimo. Grazie, Armando: il sottotitolo Un approccio umanistico alla cibernetica è svolto pienamente, e te lo dico forse dimentico delle tue poesie che mi suscitarono già qualche dubbio (positivo) sulla necessità di fondere di nuovo cuore e ragione, tecnica e fantasia.»
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