Verso il dirigente ‘europeo’
È a queste esigenze che ha cercato di dare voce in un laboratorio di esperienze e buone pratiche il “I° seminario nazionale sulla gestione delle istituzioni scolastiche”(organizzato da dirscuola in collaborazione con italiascuola.it nello scorso mese di luglio presso il “Grand Hotel Villa Tuscolana” di Frascati), a cui siamo stati ammessi per la cortese disponibilità del Prof. Giorgio Rembado, Presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, che qui ringraziamo. Sullo sfondo dello splendido scenario tuscolano, nella quiete della dimora cinquecentesca, i relatori hanno coinvolto il foltissimo pubblico dei partecipanti su alcune delle questioni più ‘calde’ nell’esperienza dirigenziale, come lo stress lavoro-correlato e gli adempimenti sulla sicurezza (Andrea Bighi), gli strumenti di gestione interna (Maria Rita Salvi) e i fondamentali della leadership (Marco Masuelli), non trascurando di volgere uno sguardo verso la riforma Brunetta (Massimo Spinelli). Nei due giorni di lavori si sono succeduti a ritmo serrato gli interventi dei relatori, alternati a question time e sessioni di lavoro in parallelo sulla riforma del primo (Salvi-Spinelli) e secondo (Fassorra) ciclo di istruzione. Ridefinire la professione dirigente presuppone naturalmente una riflessione sul ruolo del docente, che non può più riconoscersi nel “mito di Socrate, pedagogo solitario”, come ha sottolineato Petrolino nel suo intervento introduttivo. Mentre proprio la necessità per il singolo di interagire con forze e in contesti nuovi, venuti maturando anche in virtù dell’autonomia scolastica, accresce i rischi di stress lavoro-correlati, cioè la risposta “emotiva, comportamentale e fisiologica ad aspetti avversi e nocivi del contenuto e dell’organizzazione del lavoro”, caratterizzata da “livelli elevati di eccitazione e ansia, spesso accompagnati da senso di inadeguatezza” (secondo la definizione della Commissione Europea Direz. Gen. Occupazione e Affari Sociali). Questo argomento ha analizzato Bighi esaminando i principali fattori di stress, le possibili risposte individuali (coping), gli strumenti disponibili per la misurazione dello stress, le modalità per gestirlo e contrastarne l’insorgenza, gli indicatori di rischio e di contrasto dello stesso, che dovranno concretizzarsi in “provvedimenti organizzativi e manageriali…orientati a rendere disponibili risorse individuali e sociali di coping“, così da porre in essere “sistemi di riconoscimento delle prestazioni, disposti a restituire feedback non solo di tipo sanzionatorio, ma anche premiante”. Rientra peraltro tra i fondamentali della leadership una “visione sistemica”, dal punto di vista sia istituzionale e territoriale che di organizzazione interna delle risorse e delle relazioni, come avverte Masuelli, ponendo l’accento sulla necessità per il dirigente di esercitare una leadership “incrementale”. Intesa dunque come risorsa per lo sviluppo della scuola e delle professionalità, e perciò “distribuita”, e sostenuta dalla collegialità nei suoi ambiti operativi. Individuati dal relatore in quattro direzioni: analisi dei bisogni formativi e processi connessi con la progettazione dei curricoli; arricchimento dell’ambiente di formazione (formazione e valorizzazione del personale, come e qualificazione dell’attività educativa e didattica a livello collegiale); assetto dei servizi; monitoraggio e valutazione delle attività, su cui procedere ad idonea informazione interna ed esterna. Pur permanendo, tuttavia, aree di criticità della leadership il rapporto con gli organi collegiali, l’esercizio della delega, e la gestione dei conflitti. Proprio all’obiettivo di liberare tempo e risorse del dirigente, per consentirgli un maggiore impegno negli ambiti operativi individuati, appare indirizzata la disamina brillante degli strumenti di gestione interna effettuata dalla Salvi, che nel lavoro per protocolli organizzativi riconosce una modalità operativa privilegiata di quell’azione di coordinamento ritenuta tra le più significative dell’agire dirigenziale. Ampio spazio è stato dedicato poi alla riforma del II ciclo dall’intervento di Maria Grazia Fassorra, che ha voluto cogliere come cifra predominante nelle mosse del legislatore gli elementi di continuità, facendo rilevare comunque come, sulla base del documento fondamentale dell’innalzamento dell’obbligo di istruzione, si capovolga l’impianto gentiliano di questa nel prevedere competenze acquisite attraverso la pratica delle abilità, avendo come strumenti le conoscenze. In definitiva “non cambiano le competenze, cambia la declinazione degli strumenti per raggiungerle”. Poiché sono le competenze che l’Europa richiede e su queste andrà costruito lo standard di prestazione. Con gli spunti di riflessione introdotti da Spinelli sulla riforma del pubblico impiego e la valutazione dei dirigenti scolastici si è concluso il convegno, che aveva reso disponibili ai partecipanti materiali e proposte anche in un canale tematico aperto sul web. Una parola andrà spesa per l’organizzazione e l’accoglienza: perfette!
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