Velletri2030 – UNA BUSSOLA PER LE NOSTRE SCELTE
Tutti parlano di programmare il futuro post-Covid19, ma con quali strumenti? Per questo è necessario rivolgere uno sguardo al futuro, oltre l’emergenza di questi giorni che ha dimostrato la vulnerabilità del modello di sviluppo adottato negli ultimi decenni, una tra tutte macchine amministrative elefantiache nell’affrontare le emergenze con strumenti poco idonei. Ma come dovrebbe essere il futuro? La pandemia che ci ha colpito inevitabilmente ci porta a chiedere un ripensamento generale sul nostro modello di sviluppo.
Partiamo da una data importante, passata quasi inosservata dai principali media nazionali e locali. Giovedì 14 maggio è stato il cosiddetto “Overshoot Day” per l’Italia ( link ), il momento in cui gli abitanti della Penisola hanno già consumato più risorse naturali di quelle che avevano a disposizione per un anno. Dal 14 maggio, quindi, fino al termine del 2020, ci indebitiamo con il pianeta, sottraendo risorse che non ci appartengono. L’ Overshoot Day italiano, quest’anno è coinciso con quello francese, si presenta quasi lo stesso giorno dell’anno scorso, ma più di due mesi prima rispetto all’Overshoot Day mondiale. Per calcolare il Giorno del Sovrasfruttamento terrestre di un singolo Paese, si confrontano l’impronta ecologica dei suoi abitanti e la biocapacità globale, cioè la capacità del Pianeta di rigenerare risorse naturali per ogni suo abitante. I calcoli sull’impronta ecologica sono compiuti dall’organizzazione internazionale di ricerca Global Footprint Network e nella mappa mondiale dell’ Overshoot Day le performance peggiori nel 2020 sono del Qatar e del Lussemburgo, dove l’ Overshoot Day è caduto addirittura a gennaio, le migliori sono di Nicaragua, Iraq, Equador e Indonesia che lo “festeggiano” a dicembre prossimo. Uno dei meriti dell’approccio del Global Footprint Network è di non entrare nel merito, nella filosofia del modello di sviluppo consumista in cui viviamo. Non stiamo giudicando l’opportunità di continuare con il nostro modello economico ma se esso sia possibile. La risposta è no. La Terra, per quanto enorme, ha una grandezza finita e dei limiti. Una dottrina come l’economia capitalistica che necessita di una crescita infinita (o meglio di un incremento della crescita infinito) non è compatibile con la fisica planetaria. Il mantra a reti unificate della crescita a ogni costo si scontra con il limite invalicabile delle grandezze fisiche.
Per pura coincidenza, il 14 maggio è stata anche la data di rilascio del Documento ISTAT “Rapporto SDGs 2020: Informazioni Statistiche per l’Agenda 2030 in Italia” ( PDF ). L’Agenda 2030, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, rappresenta il piano di azione globale per il conseguimento di una trasformazione sostenibile della società, dell’economia e dell’ambiente. La caratteristica fondamentale dei 17 Goal (SDGs) in cui è organnizzata, è quella di essere universali, interconnessi e indivisibili; devono tener conto delle realtà territoriali e sono potenzialmente applicabili ovunque, a livello globale, nazionale e locale (regionale e/o urbano). Numerosi sono i riferimenti al benessere delle persone e a un’equa distribuzione dei benefici dello sviluppo, intra generazionale e inter generazionale.
In questa edizione il Rapporto propone un rafforzamento dell’analisi dell’evoluzione dei diversi Goal, attraverso la valutazione complessiva delle variazioni registrate tra gli indicatori in confronto sia all’anno precedente sia, in un’ottica di medio periodo, rispetto a 10 anni prima, il tutto sintetizzato in una Infografica..
La diffusione della terza edizione del Rapporto sui Sustainable Development Goals (SDGs) avviene in presenza della pandemia di Covid-19, che ha accelerato la necessità di una visione unitaria in grado di elaborare e implementare una strategia appropriata per uno sviluppo economico, sociale e ambientale attento alle interdipendenze dei diversi aspetti e orientato alla sostenibilità.
Sebbene il Rapporto, 274 pagine di grafici e tabelle, contenga prevalentemente informazioni aggiornate al 2019, si è cercato di dare conto dell’impatto del Covid-19 in due modi. Da un lato, si presenta un esercizio di valutazione controfattuale che, a partire dal lockdown, stima la riduzione delle emissioni generate dai comportamenti assunti da famiglie e imprese. Dall’altro, nel capitolo 2, si presentano le interazioni tra il Covid-19 e i diversi Goals utilizzando lo schema delle interconnessioni e reti.
Sabato 22 febbraio 2020 l’Associazione Velletri 2030 ha presentato la sua ultima fatica, “Misuriamo la Comunità: per uno sviluppo sostenibile” ( PDF ). Il Documento, evoluzione del Documento “Misuriamo la città per uno sviluppo urbano sostenibile”, presentato il 18 Marzo 2018, propone uno strumento pensato per consentire a un qualsiasi cittadino di formulare richieste precise verso l’Amministrazione della Comunità di appartenenza e ad una qualsiasi Amministrazione cittadina, che intenda avviare un percorso di Sviluppo Sostenibile, di fare un’auto-analisi della situazione di partenza e stabilire in modo misurabile delle priorità di intervento rispetto a diversi target temporali. Il Documento bene si sposa con un’altro Progetto ISTAT mirato a studiare come poter sostituire l’indicatore Prodotto Interno Lordo (PIL) con l’insieme di indicatori di Benessere Equo e Sostenibile (BES), come trattati nel Rapporto ISTAT 2019 “Rapporto BES 2019: Il Benessere Equo e Sostenibile in Italia” ( PDF ).
I messaggi sono analoghi e convergenti: diamoci degli obiettivi comuni, contribuiamo al diffondersi della conoscenza necessaria per affrontare preparati l’innovazione tecnologica e vincere le resistenze al cambiamento, scegliamo consapevolmente le persone a cui delegare le scelte strategiche per il perseguimento di un futuro che mette al centro il benessere del cittadino, mettiamo in campo degli strumenti per la misura del progresso verso gli obiettivi comunemente scelti. In altre parole, diffondiamo il concetto di misura e proponiamo degli Indicatori adeguati per misurare il benessere delle persone e la sostenibilità delle decisioni.
In linea con i principi dello Sviluppo Sostenibile come proposti dall’Agenda 2030, con gli Indici di Sviluppo Inclusivo proposti dal Progetto Benessere Equo e Sostenibile di ISTAT, e principi analoghi proposti da altre Istituzioni, il Documento di Velletri 2030 “Misuriamo la Comunità: per uno sviluppo sostenibile” identifica una serie di Temi Chiave e dei relativi Indicatori come strumenti di auto-analisi e di misura di un possibile percorso di sviluppo. La scelta dei Temi Chiave e degli Indicatori è arbitraria e va condivisa con gli appartenenti alla Comunità di riferimento. La scelta degli Indicatori si basa sulla disponibilità / misurabilità di dati, nonché sulla familiarità dei concetti nel lessico del grande pubblico.
Non lasciamo agli altri decidere il nostro futuro. Diamoci degli obiettivi condivisi. L’Enciclica Laudato si’, l’Agenda 2030, e i Rapporti ISTAT, possono fornirci una bussola per le nostre scelte, se opportunamente coniugati alle singole Comunità locali.
Sandro Bologna
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento