Velletri2030 News – SMART
Ai Partecipanti Velletri2030,
se qualcuno ancora oggi pensa che “smart” stia a significare mera applicazione di tecnologia, rischia di perdere la dimensione reale di tale trasformazione, che è soprattutto economica e sociale, sostenuta dalla tecnologia oggi disponibile.
La parola smart è sulla bocca di tutti gli italiani dal 1996, quando un’associata del gruppo Daimler mise sul mercato un’utilitaria piccola e tecnologicamente innovativa chiamata Smart. Da allora la parola smart non è soltanto un’automobile ma anche un modo di essere che indica agilità, leggerezza, totale apertura all’innovazione e alla tecnologia.
Nell’ultimo decennio l’aggettivo smart è stato usato per “smart city”, “smart community”, “smart district”, “smart land”, oggetto di progetti, seminari, conferenze, corsi di laurea universitari, molto spesso incentrate sulla rivoluzione tecnologica in atto più che sul cambiamento sociale indotto dalla rivoluzione tecnologica. L’organizzazione di una città, da sempre regno di urbanisti e sociologi, sta diventando il sogno di tecnici e ingegneri informatici con alle spalle multinazionali giganti dell’informatica.
Della questione smart se ne occupa una pubblicazione di Marsilio editore: “Dalla smart city alla smart land” autori Aldo Bonomi e Roberto Masiero, che illustra i risultati di un progetto della Fondazione Francesco Fabbri, che porta lo stesso nome.
Una “smart city” è una città dove con meno risorse si producono più servizi per i cittadini e per le imprese, utilizzando le tecnologie più avanzate e sistemi di gestione intelligenti per ridurre gli sprechi e gli impatti negativi, siano essi ambientali, economici o sociali. Ancora più importante, come indicato da Carlo Mochi Sismondi in una delle tante presentazioni della manifestazione ICityLab2018, “non c’è nessuna città che si possa definire “smart” se non mette in primo piano il futuro dei suoi giovani“.
Una “smart land” è un ambito territoriale nel quale attraverso politiche diffuse e condivise si aumenta la competitività e attrattività del territorioi, con un’attenzione particolare alla coesione sociale, alla diffusione della conoscenza, alla crescita creativa, all’accessibilità e alla libertà di movimento, alla fruibilità dell’ambiente (naturale, storico, architettonico, urbano e diffuso) e alla qualità del paesaggio e della vita dei cittadini. La “smart land” non nasce solo come adeguamento delle logiche delle “smart cities” ai territori, ma nasce per superare la tradizionale suddivisione città/campagna. Una bella sfida per le Amministrazioni che dovranno passare da una logica della suddivisone per parti e per “debito” elettorale a una logica di progettazione di un sistema integrato, dove ogni decisione deve essere presa in funzione delle ricadute su tutti gli altri settori che compongono il sistema.
Velletri 2030 ha cercato di promuovere questa trasformazione con molteplici attività e pubblicazioni, partendo da una Conferenza nazionale sulla “smart city” del novembre 2013. Anche la città di Velletri si è mossa in questa direzione indirizzando parte dei finanziamenti del “Progetto PLUS” alla realizzazione tecnologica di componenti embrionali della “smart city”. Adesso viene la parte più difficile, il passaggio dalla “smart city” alla “smart land”, che bene si adatta alla città di Velletri in quanto distribuita sul territorio, con una distribuzione di residenti città/campagna a favore della campagna. Ma con una visione ancora più ampia, che va al di là dei perimetri catastali. Un concetto bene rappresentato dalle parole del Sindaco della città di Velletri in una recente intervista “Programmare è fondamentale: e farlo in collaborazione con gli altri Comuni e con una visione condivisa non può che essere un elemento positivo per i cittadini”.
Impariamo a guardare al futuro con una visione organica e di sistema. Prendendo in prestito le parole del professore Alan Kay “il modo migliore per predire il futuro è inventarlo“.
Sandro Bologna
Presidente Velletri2030
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