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Velletri2030 News – GESTIONE RIFIUTI AI TEMPI DI CoViD-19

Marzo 30
13:49 2020

Dei mesi trascorsi a combattere contro l’espansione del Coronavirus ci ricorderemo anche per via dei dispositivi di protezione individuali, soprattutto guanti e mascherine, merce preziosa di questi tempi, tanto indispensabile per garantire la frenata dei contagi quanto poco disponibile sul mercato. Ne serviranno 90 milioni al mese, ha detto nei giorni scorsi il Capo del Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli, senza contare quelle che i privati cittadini non impegnati in presidi sanitari o in servizi essenziali continueranno ad utilizzare anche per andare a fare la spesa e che, dopo l’uso, diventano rifiuti.

Il Rapporto n. 3/2020 dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) del 14 Marzo, 2020, “Indicazioni ad interim per la Gestione dei Rifiuti Urbani in Relazione alla Trasmissione dell’Infezione da Virus SARS-CoV-2 “ ( https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/pdf/rapporto-covid-19-3-2020.pdf ) ci dice: “Limitatamente a quanto noto al momento attuale, si può ipotizzare che il virus SARS-CoV-2 si disattivi, per analogia con altri virus con envelope, in un intervallo temporale che va da pochi minuti a un massimo di 9 giorni, in dipendenza della matrice/materiale, della concentrazione e delle condizioni microclimatiche. Generalmente altri coronavirus (es. virus SARS e MERS) non sopravvivono su carta in assenza di umidità, ma si ritrovano più a lungo su indumenti monouso (se a concentrazione elevata, per 24 ore), rispetto ad esempio al cotone”. Sulla base di queste ipotesi, il Documento da indicazioni sulla gestione di due tipi di rifiuti, e precisamente:

1 – Rifiuti urbani prodotti nelle abitazioni dove soggiornano soggetti positivi al tampone in isolamento o in quarantena obbligatoria.
2 – Rifiuti urbani prodotti dalla popolazione generale, in abitazioni dove non soggiornano soggetti positivi al tampone in isolamento o in quarantena obbligatoria.

Che siano rifiuti di un tipo o dell’altro, si tratta in entrambi i casi di rifiuti che devono essere trattati con alcune accortezze per evitare il rischio contaminazione. Diverse Regioni hanno iniziato ad affrontare la questione, che diventa sempre più complessa da gestire man mano che aumentano i paesi chiusi per rischio focolaio su tutto il territorio nazionale. Per mettere ordine è intervenuto il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), che il 23 Marzo 2020 ha diramato il Documento “Prime Indicazioni Generali per la gestione dei Rifiuti – Emergenza CoViD-19” ( https://www.snpambiente.it/2020/03/24/emergenza-covid-19-indicazioni-snpa-sulla-gestione-dei-rifiuti/ ) per la gestione dei rifiuti in questa fase d’emergenza, chiarendo che tutti i rifiuti sanitari speciali e quelli urbani legati alle aree focolaio o alle abitazioni di persone in quarantena o contagiate devono essere portati in via prioritaria ad incenerimento. Qualora non fosse possibile, la destinazione indicata è la discarica, anche senza trattamenti preliminari se non sono disponibili impianti di sanificazione o TMB in grado di garantire l’igienizzazione.

L’Amministrazione della Regione Lazio il 26 Marzo ha emanato un’ordinanza sulla gestione dei rifiuti urbani in virtù dell’emergenza sanitaria da Covid-19 ( http://www.regione.lazio.it/rl_main/?vw=newsdettaglio&id=5397 ). Il nuovo provvedimento – si legge in una nota della Regione Lazio – prevede il blocco della raccolta differenziata per le utenze con persone in isolamento per rischio contagio e l’obbligo di protezione per tutti gli operatori del settore, oltre alle modalità di gestione dei rifiuti da parte dei Comuni e di lavorazione negli impianti di trattamento. Gli enti locali potranno organizzare un circuito di raccolta separata dei rifiuti a rischio contaminazione, ma non ci saranno disagi perché sono già stati individuati gli impianti che tratteranno questi scarti in forma separata, seguendo un flusso di gestione autonomo e in piena sicurezza per la tutela di lavoratori e cittadini.

Il 27 marzo 2020 il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa è intervenuto con un video a proposito della gestione dei rifiuti in questi giorni di crisi sanitaria, specificando il lavoro che il Ministero sta svolgendo. “Siamo in prima linea in questi giorni anche per affrontare quei problemi che il CoViD-19 sta determinando nel campo dei rifiuti – ha spiegato il ministro –. C’è tutto il tema della raccolta dei rifiuti ospedalieri, oppure delle raccolte che vengono fatte a casa e nei condomini dove ci sono persone covid-positive o che anche sono solo in quarantena in attesa di capire se saranno a loro volta covid-positivi o negativi. In questo senso noi come Ministero abbiamo prodotto una serie di indicazioni, considerando le linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità, insieme a ISPRA e a tutto il sistema agenziale regionale. Anzi proprio le agenzie regionali hanno approvato all’unanimità le linee tecniche redatte, e per le modalità con le quali si devono far confluire questi rifiuti nel sistema di gestione che conosciamo” ( https://www.minambiente.it/comunicati/coronavirus-ministro-costa-su-gestione-rifiuti-stiamo-lavorando-di-concerto-con-iss-ispra )

La Volsca Ambiente S.p.A. in data 16 marzo, 2020, rifacendosi al Documento ISS, ha pubblicato sul proprio sito la News “Covid-19 e raccolta Differenziata” ( https://www.volscambiente.it/covid-19-e-raccolta-differenziata/ ), che recita tra l’altro: “In quarantena obbligatoria, per esempio, i rifiuti non devono essere differenziati, vanno chiusi con due o tre sacchetti resistenti e gli animali domestici non devono accedere nel locale in cui sono presenti i sacchetti. Se invece non si è positivi la raccolta differenziata può continuare come sempre, usando però l’accortezza, se si è raffreddati, di smaltire i fazzoletti di carta nella raccolta indifferenziata“.

Un’emergenza, quella Coronavirus, che, purtroppo, va a sovrapporsi a quella permanente che grava sul comparto Gestione Rifiuti. Sul territorio nazionale non ci sono abbastanza impianti per gestire in sicurezza, secondo logica di sostenibilità e prossimità, tutti i rifiuti che produciamo. Una lacuna che adesso pesa doppiamente. «L’emergenza sanitaria nazionale connessa all’infezione da virus SARS-Cov-2 – sottolinea il citato Documento del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), – sta determinando problematiche nel settore dei rifiuti, in particolar modo nel ciclo di gestione dei rifiuti urbani, dei fanghi generati dal trattamento delle acque reflue, nonché per i rifiuti prodotti dagli impianti produttivi. Le problematiche sono prevalentemente legate ad una carenza di possibili destinazioni per specifiche tipologie di rifiuti, attualmente non gestite sul territorio nazionale per l’assenza di una specifica dotazione impiantistica e, nel caso dei rifiuti urbani, a difficoltà organizzative e logistiche».

E qui ci ricolleghiamo ai problemi del passato, mai risolti. A lanciare per primi l’allarme sono stati i vertici di Confindustria il 20 Marzo, con il Documento “Criticità nella gestione rifiuti per effetto dell’emergenza Covid-19” ( https://www.confindustria.umbria.it/wp-content/uploads/2020/03/Nota-su-criticit%C3%A0-rifiuti-20-03-2020.pdf ) con il quale si portavano all’attenzione del governo le problematiche legate a questo particolare momento d’emergenza per un comparto, quale quello della gestione e del trattamento dei rifiuti, che già in “grave difficoltà economica, sociale e produttiva” non debba aggiungere anche una di carattere ambientale.

ll COnsorzio NAzionale Imballaggi (CONAI), di cui fanno parte circa 800 mila imprese produttrici e utilizzatrici di imballaggi, ha scritto al Premier Giuseppe Conte per chiedere di aumentare la capacità di stoccaggio degli impianti e la capacità termica dei termovalorizzatori per evitare il blocco delle filiere di recupero e riciclo dei rifiuti ( http://www.conai.org/notizie/emergenza-corona-virus-misure-urgenti-per-continuare-a-garantire-la-gestione-dei-rifiuti-di-imballaggio/ ).  “Il blocco delle attività produttive non strategiche ­ spiega il CONAI ­ sta determinando la cancellazione di molti ordini di acquisto di materia prima seconda, ossia la materia ottenuta da riciclo. Un problema che potrebbe, in tempi brevi, costringere i riciclatori a bloccare, almeno in parte, i ritiri dei rifiuti selezionati utilizzati per produrre materia riciclata“.

Sulle stesse problematiche è intervenuta anche Utilitalia, la Federazione delle Aziende che operano nei servizi pubblici dell’Acqua, dell’Ambiente, dell’Energia Elettrica e del Gas. In una lettera al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa vengono segnalate “alcune impellenti criticità con riferimento alla dotazione di dispositivi di protezione individuale ed ai blocchi alle spedizioni transfrontaliere dei rifiuti”. In questo contesto, osserva Utilitalia, emerge con forza la debolezza dell’Italia, che non ha abbastanza impianti per il trattamento dei rifiuti cui si aggiunge la crisi del Coronavirus e lo stop del trasporto dei rifiuti all’estero. I materiali più difficili da smaltire in questo momento sono gli scarti della plastica, i fanghi di depurazione e le scorie degli inceneritori. Utilitalia ha stimato che 3.500 tonnellate di rifiuti a settimana di solito conferite all’estero ora dovranno trovare una soluzione nazionale. E poiché gli impianti sono saturi, probabilmente la loro fine sarà in discarica.

Adesso, come ci ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ” ….mentre provvediamo ad applicare, con tempestività ed efficacia, gli strumenti contro le difficoltà economiche, dobbiamo iniziare a pensare al dopo emergenza: alle iniziative e alle modalità per rilanciare, gradualmente, ma con determinazione la nostra vita sociale e la nostra economia.….” dobbiamo iniziare a pensare al dopo emergenza.

L’economia circolare ci insegna che tutto è connesso e il momento che stiamo vivendo ne è una prova. L’Italia ha bisogno di misure volte a favorire la costruzione di un Sistema Produttivo Comune e Sostenibile. Compresa la Gestione dei Rifiuti.

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