Velletri2030 News – AMBIENTE
In Italia il consumo di suolo nel 2017 è cresciuto di 54 chilometri quadrati di territorio, ovvero, in media, circa 15 ettari al giorno. Una velocità di trasformazione di poco meno di 2 metri quadrati di suolo al secondo, che, nell’ultimo anno, sono stati irreversibilmente persi. In altre parole, costruiamo ogni due ore un’intera piazza Navona.
Si è tenuta il 17 luglio a Roma a Palazzo Montecitorio la presentazione dell’edizione 2018 del Rapporto sul Consumo di Suolo in Italia realizzato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA). Il Rapporto restituisce una fotografia completa e aggiornata del territorio e fornisce una valutazione delle dinamiche di cambiamento della copertura del suolo e della crescita urbana, e delle conseguenze sull’ambiente, sul paesaggio, sulle risorse naturali e sul sistema economico. Rapporto scaricabile dal sito web (sono circa 50 MB)http://www.isprambiente.gov.it/public_files/ConsumoSuolo2018/Rapporto_Consumo_Suolo_2018.pdf
Quasi un quarto (il 24,61%) del nuovo consumo di suolo netto tra il 2016 e il 2017, è avvenuto all’interno di aree soggette a vincoli paesaggistici. Di questo, il 64% si deve alla presenza di cantieri e ad altre aree in terra battuta destinate, in gran parte, alla realizzazione di nuove infrastrutture, fabbricati – non necessariamente abusivi – o altre coperture permanenti nel corso dei prossimi anni. I nuovi edifici,già evidenti nel 2017, soprattutto nel Nord Italia, rappresentano il 13,2% del territorio vincolato perso nell’ultimo anno. Spostandosi sul fronte del dissesto idrogeologico, il 6% delle trasformazioni del 2017 si trova in aree a pericolosità da frana – dove si concentra il 12% del totale del suolo artificiale nazionale – ed oltre il 15% in quelle a pericolosità idraulica media. Il consumo di suolo non tralascia neanche le aree protette: quasi 75 mila ettari sono ormai totalmente impermeabili, anche se la crescita in queste zone è ovviamente inferiore a quella nazionale (0,11% contro lo 0,23%). La maglia nera delle trasformazioni del suolo 2017 va al Parco Nazionale dei Monti Sibillini, con oltre 24 ettari di territorio consumato, seguito da quello del Gran Sasso e Monti della Laga, con altri 24 ettari di territorio impermeabilizzati, in gran parte dovuti a costruzioni ed opere successive ai recenti fenomeni sismici del Centro Italia. I Parchi nazionali del Vesuvio, dell’Arcipelago di La Maddalena e del Circeo sono invece le aree tutelate con le maggiori percentuali di suolo divorato.
I dati forniti da ISPRA sono ancora dati nazionali che non permettono di fare alcuna valutazione locale. Un suggerimento per le Amministrazioni locali del territorio potrebbe essere quello di impegnare i propri Uffici Tecnici per una valutazione della dinamica del consumo di suolo nel territorio di competenza e informare periodicamente la cittadinanza, magari prima di ISPRA e/o ISTAT. Potrebbe avere un forte valore educativo per lo Sviluppo Sostenibile del territorio.
Non c’è dubbio che la partita della sostenibilità si gioca in primo luogo a livello locale. Per fortuna che non tutti i dati sono così negativi. L’ISTAT, per esempio, ci dice che i reati ambientali sono in calo, consultare il Comunicato Stampa “Reati contro Ambiente e Paesaggio: i Dati delle Procure“, rilasciato lo scorso 10 luglio al sito:
https://www.istat.it/it/archivio/218648
La maggior parte delle violazioni riguarda la gestione dei rifiuti e delle acque reflue, mentre sono in calo le violazioni edilizie. Anche in questi casi, come per il consumo di suolo, si tratta di temi che innanzitutto devono essere affrontati a livello locale. Sono i Comuni che conoscono meglio il territorio e lo devono difendere con una politica di Sviluppo Sostenibile, possibilmente informando periodicamente la cittadinanza, prima che ISTAT.
Quasi contemporaneamente, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) ha rilasciato il Rapporto “Contesto e Temi dell’azione della Direzione Generale per lo sviluppo sostenibile, per il danno ambientale e per i rapporti con l’Unione europea e gli organismi internazionali” scaricabile dal sito
http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/biblioteca/contesto_temi_azione_dgsvi.pdf
Le sfide globali che caratterizzano l’inizio del nuovo millennio, la crisi economica e finanziaria, le criticità ambientali e la pressione migratoria, rappresentano un monito generale affinchè governi e settore privato orientino politiche, azioni e obiettivi in una direzione di maggiore sostenibilità ambientale, economica e sociale. La crescente consapevolezza dei limiti naturali imposti dall’ecosistema, ha fatto emergere un progressivo consenso in merito a una nuova visione di sviluppo nella quale i principi di sostenibilita sono integrati nei quadri di riferimento strategici nazionali e regionali e nelle politiche di settore. Speriamo in una maggiore consapevolezza anche a livello locale, tale da recepire la definitiva approvazione, da parte del CIPE, della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile.
Servirebbe un Assessorato con la delega allo Sviluppo Sostenibile in ogni Comune, in grado di recepire in materia specifica gli orientamenti del MATTM e della Regione di appartenenza.
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento