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Velletri2030 News – AGENDA 2030 E POLITICHE POST-COVID-19

Velletri2030 News – AGENDA 2030 E POLITICHE POST-COVID-19
Maggio 13
15:03 2020

Tutti abbiamo toccato con mano durante questa drammatica pandemia il ruolo centrale che giocano la scienza e la tecnologia nella lotta alle malattie; un tema che sembrava ormai superato, come se le epidemie non fossero più un problema per l’umanità lanciata verso il futuro. Da questa crisi, di fronte alla quale tutto il mondo si è trovato impreparato, dobbiamo uscire con una rinnovata consapevolezza sull’importanza della ricerca come strumento chiave per garantire non solo un futuro alle persone ma anche uno sviluppo sostenibile del pianeta.

Come fronteggiare la crisi da Covid-19 riorientando il modello di sviluppo e perseguendo con determinazione l’attuazione dell’Agenda 2030 è il tema del nuovo Rapporto dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) “Politiche per fronteggiare la crisi da COVID-19 e realizzare l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile” (1).

Enrico Giovannini, Portavoce ASviS, nella presentazione del Rapporto ha detto: “Una crisi dagli effetti così violenti deve portare a un ripensamento profondo del modello di sviluppo e a un cambiamento di molte politiche rispetto al periodo pre-Covid-19. Servono subito misure orientate a far “rimbalzare avanti” il Paese, scongiurando il semplice ritorno al passato, e a prepararsi ad affrontare shock futuri. Le ingenti risorse impegnate dal Governo e dall’Unione europea vanno orientate ad un cambio di paradigma produttivo, caratterizzato da maggiore sicurezza dei lavoratori, innovazione e capacità di cogliere le opportunità offerte dalla Green Economy. Nonostante la crisi, gli italiani ritengono sempre più urgente perseguire gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e chiedono misure di contrasto ai cambiamenti climatici, considerati una minaccia al pari del Covid-19”.

Il Rapporto valuta l’effetto della crisi sulle diverse dimensioni dello Sviluppo Sostenibile e propone azioni per stimolare la ripresa in linea con l’Agenda 2030 e il Green Deal (2) proposto dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Secondo il Rapporto ASviS, gli italiani sono ormai consapevoli non solo dei legami tra rischi ambientali e possibile insorgenza di pandemie, ma anche della fragilità dell’attuale sistema economico e sociale.

Una ricerca Ipsos mette in evidenza che la maggior parte della popolazione mondiale considera il cambiamento climatico un evento grave quanto la Pandemia. È necessario però che l’aumentata sensibilità della popolazione si traduca in un cambiamento della politica. Per questo è indispensabile che siano cambiati i parametri che misurano i valori davvero importanti. Anche in questa crisi, è giusto guardare con preoccupazione al previsto crollo del Prodotto Interno Lordo, ma è necessario guardare anche agli impatti sul reddito delle famiglie e all’occupazione, che sono gli effetti più avvertiti dalla collettività. Perché questo non avviene? Nella presentazione, a Ecofuturo Festival, del libro di Lorenzo Fioramonti Il mondo dopo il PIL. Economia e politica nell’era della post-crescita”, Enrico Giovannini ha dato due motivazioni sul perchè è così difficle abbandonare il PIL: la prima è una questione di potere, perché guardare a una serie di indicatori più ampia diminuisce l’importanza di quegli economisti che prescrivono ricette basate solo sul PIL. La seconda riguarda l’allergia dei media alla complessità. È certamente più difficile raccontare una batteria di Indicatori anziché concentrare l’attenzione solo sul PIL.

Sempre sullo stesso tema, il Gruppo di Lavoro coordinato fa Cristiano Gori, docente di politica sociale all’Università di Trento, con la partecipazione del Forum Disuguaglianze e Diversità guidato da Fabrizio Barca e l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile guidata da Enrico Giovannini, recentemente ha presentato a Governo e Parlamento il Documento “CURARE L’ITALIA DI OGGI, GUARDARE ALL’ITALIA DI DOMANI: Proposta per rendere universale la protezione sociale contro la crisi”  (3)  La Proposta identifica tre distinti obiettivi, di pari rilievo. Gli obiettivi sono fra loro legati. Un processo d’impoverimento diffuso, di per sé ingiusto, acuirebbe le già gravi disuguaglianze esistenti, aggraverebbe le conseguenze psicologiche dell’isolamento ed eroderebbe la fiducia nelle istituzioni, minando anche gli altri obiettivi. Un collasso del sistema produttivo causerebbe una perdita non recuperabile per tutta la popolazione, fonte di nuove disuguaglianze. Promuovere attivamente e in modo partecipato servizi fondamentali (prodotti in modo pubblico, privato e sociale) – fine comunque essenziale nel breve periodo – e attività connaturate a uno “sviluppo giusto e sostenibile” rappresenterebbe una certezza, un punto di riferimento, per un sistema economico allo sbando e incerto, e ridurrebbe le disuguaglianze.

La Roadmap per la ricostruzione presentata alla Commissione Europea in occasione del Consiglio Europeo del 23 aprile si intitola “Per un’Europa resiliente, sostenibile e giusta” (4). Sono tre parole centrali dell’Agenda 2030, oltre che nell’impostazione delle analisi dell’ASviS e delle politiche proposte. Stimolare la “resilienza trasformativa”, cioè la capacità dei singoli, del sistema economico e della società di “rimbalzare avanti” invece che indietro a dove ci si trovava pochi mesi fa, è uno dei compiti chiave delle politiche nel contesto attuale. Bisogna riclassificare anche mentalmente le diverse politiche economiche, sociali e ambientali, usando nuove categorie. Pensare in termini di politiche e strategie aziendali che “prevengono”, che “preparano”, che “proteggono”, che “promuovono” e che “trasformano” è compito di tutti per superare questa crisi epocale e uscirne più forti e meno vulnerabili ai futuri shock, in primo luogo quelli derivanti dalla crisi climatica.

Insomma, in base all’esperienza della Pandemia dobbiamo cambiare visione, cambiare politiche, cambiare comportamenti, cambiare parametri. Un vasto programma, come avrebbe detto il Generale De Gaulle, ma non disperiamo. Una bella sfida per le nuove generazioni. Cosa ci dobbiamo aspettare? Cosa ci dobbiamo augurare?

Con riferimento alla Applicazione IMMUNI, non facciamoci travolgere dal chiacchiericcio di strada, meglio informarsi sul sito del Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione, dove c’è una Sezione dedicata a Immuni FAQ (5).

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