Velletri, tutto esaurito per Francesca Fagnani
Velletri, tutto esaurito per Francesca Fagnani che ha presentato “Mala. Roma criminale”
Tutto esaurito al Teatro Artemisio-Volonté per la presentazione del libro di Francesca Fagnani, “Mala. Roma criminale”, edito da SEM. La giornalista, scrittrice e conduttrice televisiva è stata ospite della Libreria Mondadori Bookstore di Velletri nell’ambito della mini-rassegna organizzata dai librai Guido Ciarla e Aurora De Marzi per il Ventennale dell’attività. Il volume getta luce sulla vicenda che vede protagonista Fabrizio Piscitelli detto Diabolik, capo degli Irriducibili della Lazio e ai vertici della “batteria di Ponte Milvio”, freddato da un sicario che gli spara alla testa.
Nel dialogare con lo scrittore Antonio Pascale, Francesca Fagnani è entrata subito nel vivo dell’inchiesta – condotta con grande dovizia di particolari, come suo costume vista la grande esperienza sul campo acquisita con anni e anni di professione nel campo della cronaca: “ho scritto ‘Mala’ perché ho seguito l’omicidio di Piscitelli dall’inizio, questo capo ultras Lazio e personaggio conosciuto a Roma, che ha tentato folle scalata alla Lazio. Piscitelli è morto da uomo libero, nonostante i precedenti. E dopo la sua morte si è scoperto che aveva una tripla vita”. Il libro fa luce anche sulle varie manovre che la criminalità porta avanti in città, ricostruendo una tela fatta di nomi, famiglie e dinamiche. “Roma ospita tutte le mafie da sempre”, ha detto l’autrice, “e queste sono vissute in un equilibrio perfetto del mondo criminale. L’obiettivo è fare affari e non farsi guerra. Quando muore criminale di peso qualcosa c’è sotto ed è saltato un equilibrio, ecco perché Piscitelli è un morto che conta. Così ho indagato sull’assetto criminale di Roma”.
“Si è parlato per anni di mafia capitale, che ha scoperchiato una vicenda di corruzione, ma ci ha distratto dai centri di potere criminali importanti. Non si racconta lo spaccio a Roma ma la confederazione del narcotraffico sotto cui sono vari gruppi criminali da referenti al vertice del quale c’è la famiglia Senese”, ha detto ancora la Fagnani.
Il profilo psicologico del personaggio Piscitelli è altrettanto interessante, proprio perché nonostante un giro d’affari enorme c’è, forte, una componente caratteriale particolare: “per dare un’idea della mole di affari, posso dire che nel 2013 fu ritrovata una lettera di Fabietti, braccio destro di Diabolik, il quale aveva stilato una lista di persone che dovevano dei soldi a lui personalmente e il conteggio ammonta a 6 milioni”. “Diabolik è stato ucciso dal fuoco amico, perché è andato oltre i suoi limiti. Già amico del fratello di Senesi da piccolo, ha avuto vari problemi di dipendenze, più una megalomania sviluppata probabilmente allo stadio. Del resto se tu alzi un braccio e un’intera curva ti viene dietro, sei portato a pensare di poter fare qualsiasi cosa. Così si è creato una batteria di picchiatori violenti. Insieme ad amici albanesi diventati figure apicali, ha messo su un giro. Quella albanese non è una mafia particolare, bensì un gruppo malavitoso che ha caratteristiche simili alla ‘Ndrangheta, che infatti li considera interlocutori affidabili. I criminali albanesi hanno due doti, ferocia e affidabilità, più un legame di sangue, si chiamano cugini tra di loro e giurano su un codice molto simile a quelle di ndrangheta”.
Secondo la ricostruzione giornalistica, basata naturalmente su carte processuali, indizi e verbali, Piscitelli è diventato “indifendibile” perché faceva un recupero crediti da intermediario con gli albanesi ponendo interessi anche al 50%. Non aveva una vera e propria autonomia eppure ha cominciato a interessarsi a faccende che non lo riguardavano. “Dava fastidio a troppi”, ha commentato la Fagnani, “eppure i mandanti sono vari ma non c’è neanche un processo. E invece probabilmente è il morto più importante degli ultimi 20 anni”.
Tra le varie curiosità presenti nel libro anche le conversazioni chat, che molto lasciano intendere del modus operandi di queste persone: “ho potuto leggere le chat contenute in criptofonini, i criminali per anni hanno parlato attraverso queste chat liberi organizzando omicidi nei dettagli. Parlano di cose comuni, e un secondo dopo organizzano un omicidio usando emoticon”, ha svelato.
Nel concludere il discorso, tornando al titolo del libro, la giornalista e scrittrice ha precisato:
“di Roma non si ha la percezione di città violenta. Uno pensa che Napoli lo sia per i fatti di sangue, o di Palermo, come città del Sud Italia, per gli stessi motivi. A Roma pensiamo più a una micro criminalità. Ma in realtà esiste una Roma carsica dove c’è di tutto, con torture e violenze che riportano agli anni della Banda della Magliana”.
Al termine della presentazione sono state tantissime le domande dal pubblico, alle quali Francesca Fagnani ha risposto con piacere approfondendo altri argomenti. Prima del firma-copie, durato oltre un’ora, è stata offerta all’autrice e al pubblico una splendida torta con la copertina del libro. Il tutto esaurito lascia una grande soddisfazione alla Libreria Mondadori di Velletri, che si appresta a chiudere le celebrazioni per il Ventennale con altri due grandi ospiti: Concita De Gregorio (giovedì 12 dicembre alle 21 al Teatro Artemisio-Volonté) e Chiara Gamberale (domenica 15 dicembre alle 11.30 in Libreria).
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