VELLETRI – NATALE IN STAZIONE RACCOLTA FONDI PER I RESTAURI DEL SS.MO SALVATORE
Natale in Stazione – Fondazione “Museo Luigi Magni e Lucia Mirisola” e la sezione “Castrucci Andreozzi” del Dopolavoro Ferroviario
RACCOLTA FONDI PER I LAVORI DI RESTAURO DELLA CHIESA DEL SS.MO SALVATORE
Al programma del Natale in Stazione, si aggiunge una particolare iniziativa, quella di una raccolta fondi da devolvere in parte per i restauri della Chiesa del SS.mo Salvatore di Velletri. L’antica chiesa cittadina da qualche tempo è chiusa al culto perché bisognosa di interventi di restauro e consolidamento delle coperture e del catino absidale. Si tratta di un intervento con un costo cospicuo per questo in accordo con il parroco Mons. Roberto Mariani, la Fondazione “Museo Luigi Magni e Lucia Mirisola” e la sezione “Castrucci – Andreozzi” del Dopolavoro ferroviario hanno deciso porre davanti al presepe della stazione di Velletri una cassettina dove chi vuole può lasciare un’offerta libera. Il ricavato in parte sarà consegnato a Mons. Mariani al termine del periodo festivo.
Il SS.mo Salvatore è una tra le più antiche chiese di Velletri, sulla porta della sua sagrestia si trova una delle più antiche testimonianze della cristianità veliterne si tratta di una epigrafe marmorea che reca memoria della consacrazione della stessa chiesa nell’anno 100. “DEO SALVATORI. OPT. MAXOVEAC DIVEGENITRICI …. SAC ANNO. DNI. C”
Alessandro Borgia riferisce che questa chiesa trova le sue origini agli arbori del cristianesimo, probabilmente la prima eretta a Velletri. Lo testimonia una lastra marmorea murata sulla porta della sagrestia, essa ci riferisce che l’edificio fu dedicato a Dio e alla sua divina Genitrice nell’anno del Signore 100. Numerose teorie contrastanti esistono sulla reale autenticità di questa epigrafe. Clemente Cardinali la giudica falsa perché il segnare l’era cristiana fu introdotto da Dionisio tra il 525 e il 526. Alessandro Borgia si pone come il Cardinali lo stesso interrogativo e lo giustifica dicendo che l’epigrafe potrebbe essere stata incisa quando si è iniziato a segnare l’era cristiana su la testimonianza di documenti precedenti. Nel corso della sua storia il SS.mo Salvatore subì molte ricostruzioni e rimaneggiamenti. Bonaventura Teoli nel 1644 scriveva che la Chiesa era piccola, bassa e povera.
In essa si venerava l’immagine della Madonna del Soccorso. La Sacra Visita Gesualdo del 1595 ci riporta una bella descrizione del battistero “Esso è di marmo con un grazioso lavoro artistico” Si trova sotto la volta di marmo bianco e sopra a quattro colonne corinzie. Il documento ci riferisce che la chiesa aveva sei altari compreso il maggiore. Nel 1795 la chiese venne ricostruita con migliore forma architettonica e ornata da pregevoli pitture. Nel 1851 a causa di un cedimento della volta fu necessaria un ulteriore ricostruzione che venne finanziata dal Cardinale Vincenzo Macchi e terminò nel 1856.
Nel 1936 furono abbellite le cappelle dell’Immacolata e del Sacro Cuore. Nel 1943 l’arciprete Mons. Quinto Ciardi fece rifare l’affresco della volta dal veliterno Amedeo Sciotti. Il 22 Gennaio 1944 il tremendo bombardamento dei “liberatori” su Velletri colpì in modo particolare la Parrocchia del SS.mo Salvatore e la casa parrocchiale dove persero la vita la madre e la sorella del Parroco. Al termine della guerra il Cardinale Micara affidò all’ Architetto Zander il progetto di restauro e di recupero della Chiesa in questione. Fu anche necessario ricostruire il campanile crollato a causa delle lesioni riportate. Il genio civile rifece completamente la volta e la facciata dove nel 1946 compare la grande epigrafe marmorea dettata dal canonico Celestino Amati che recita: Cristo Salvatori Matri Virgini ab immanis ruinis belli Inst. An MCMXLVI”
L’anno seguente venne posta quella nella chiesa che ricorda le vittime della tragica giornata del 22 Gennaio 1944 che recita:
“Per le vittime innocenti del bombardamento aereo del 22 Gennaio 1944 l’Arc. D. quinto Ciardi ed i suoi fedeli parrocchiani decretarono un annuo e solenne funerale di suffragio III Anniversario 22 Gennaio 1947”
Il 1947 ha visto tornare a splendere al centro della navata una copia della Madonna del Soccorso il cui originale fu trafugato durante la guerra. Essa si deve al pennello della romana Verruca e alla munificenza dei coniugi Lopes. Ma l’opera senza dubbio più importante è il nuovo campanile la cui prima pietra è stata posta il 22 Novembre 1953. Prima della distruzione sulla torre c’erano tre campane di cui due furono trafugate dai tedeschi, mentre quella maggiore dopo l’abbattimento del campanile venne conservata da Mons. Ciardi in un locale distante dalla chiesa.
Importante quindi collaborare anche attraverso un modesto contributo per far si che questa importante pagina della nostra storia presto possa essere restituita alla città.
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