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Velletri – La processione dei ceri Storia e significati

Velletri – La processione dei ceri Storia e significati
Maggio 03
07:11 2017

La processione dei ceri
Storia e significati
La processione dei ceri in onore di Maria SS.ma delle Grazie, trova le sue origini nel 1613, quando il popolo di Velletri decise di festeggiare solennemente la Madre di Dio venerata sotto il titolo di Madonna delle Grazie nella chiesa cattedrale di Velletri. La presenza della venerata tavola della Madonna a Velletri è documentata fin dalla visita pastorale del Cardinale Alfonso Gesualdo del 1495, ma già in questa è chiamata antica. Alle origini l’icona era un trittico, forse smembrato nel 1637, quando la parte centrale con le figure della Madonna e del Bambino venne posta nell’attuale cappella santuario. La processione alle sue origini non era certo come oggi la si conosce, ma era una processione per usare un termine moderno parrocchiale. Infatti usciva dalla Cattedrale e arrivava fino alla Chiesa della SS.ma Trinità (via della stamperia) per poi ritornare, la Madonna veniva portata su una macchina a quattro spalle. Il mutare del percorso della processione inizia nel 1807, quando il 26 Agosto 1807 in occasione della prima festa del patrocino si svolse una processione straordinaria che arrivò fino all’edicola della Madonna del Buon Consiglio poco prima di Porta Romana. Quindi da parrocchiale diventa cittadina, essendo stata la Madonna delle Grazie proclamata principale protettrice della Città di Velletri da Papa Pio VII il 3 Gennaio di quell’anno. In quella occasione venne usata per la prima volta l’attuale macchina processionale realizzata con le “limosine” del popolo raccolte dal conte Nicola Cesaretti. Altro mutamento si ebbe dopo i tragici fatti della Pasqua del 1858, il furto dell’icona ad opera di Cencio Vendetta. Dopo la riconsegna della venerata icona, ci fu una processione verso la Cattedrale da Casa Vendetta appena entro la porta romana, si inizia da qui ad arrivare fino a Piazza Garibaldi e poi fino al triangolo della Via dei Laghi. Qui a Maggio del 1947 avviene l’incontro di Anna Magnani con la Madre delle Grazie che cambiò la sua vita. Un processione straordinaria avvenne il 23 Settembre 1944 quando l’icona tornata da Roma dopo la fine della guerra venne ricondotta in Cattedrale, ancora il 26 Agosto 1950 quando al termine della Peregrinatio Mariae in tutta la Diocesi la Madonna venne proclamata patrona di tutto il territorio dal Cardinale Micara, poi il 26 Agosto 2006 per il bicentenario del suo patrocinio. La processione dei ceri è un rito di popolo spontaneo essa si compone di associazioni confraternite ogni una carica della sua storia e della sua tradizione. I bellissimi crocefissi che passano ogni anno tenuti “azzati” dai fratelloni sono testimoni di un secolare patrimonio di storia e pietà popolare. Quello della buona morte era il Crocefisso che veniva portato avanti ai condannati avviati al patibolo lo stesso che ha visto morire Cencio Vendetta. Gli stendardi che oggi per questioni logistiche escono raramente sono vere e proprie opere d’arte quello dell’ Arciconfraternita del Gonfalone è opera di Aurelio Mariani. Importante è quello che tutti chiamano ‘O mebrellone”. In verità esso si chiama tintinnabolo ed è stato concesso alla Cattedrale di Velletri quando Papa Pio VII il 2 Marzo 1804 l’ha elevata a Basilica. San Clemente è la prima basilica minore della chiesa universale. La cattedra di Velletri è la prima cattedra vescovile dopo quella del Papa come Vescovo di Roma. Il Cardinale di Velletri ha sempre rivestito un ruolo di prestigio all’interno del Sacro Collegio. Dal 1150 al 1914 la diocesi di Velletri è stata unita a quella di Ostia. Questa l’ha resa “giurisdizione privativa del Cardinale Decano”. Ovvero ogni volta che un cardinale veniva eletto Decano del Sacro Collegio automaticamente era Vescovo d’Ostia e Velletri per l’antico istituto dell’opzione. Dopo il 1914 con la separazione da Ostia la Diocesi ha sempre mantenuto il suo prestigio e il suo Cardinale Vescovo era sempre uno dei più importanti del Sacro Collegio. Nel 1962 San Giovanni XXIII riformando le Diocesi Suburbicarie ha tolto la “potestà ordinaria” al cardinale trasferendola al Vescovo residenziale. Il Cardinale mantiene solo il titolo della Diocesi pur dice il Papa nel suo motu proprio mantenendo il nome di Cardinale Vescovo. Il tintinnabolo è anche il simbolo del Capitolo della Cattedrale. Arriviamo ora alle consuetudini. L’uscita dalla Cattedrale era particolare perché dopo passata porta napoletana c’era “a nginocchiata”. Qui chi presiedeva la processione di solito l’arciprete del Capitolo o il Vescovo suffraganeo impartiva la benedizione. Poi si prendeva il percorso portavano la “macchina della Madonna” le confraternite che avevano dei posti dove darsi il cambio e il tutto era regolato da un editto del canonico colonnesi. Le confraternite si mettono in processione secondo un ordine prestabilito, ovvero in ordine di fondazione dalla più giovane alla più antica per questo l’ arciconfraternita del gonfalone è l’ultima essendo stata fondata nel 1348. Anche nel loro interno esiste un ordine per mettere quelli che in gergo confraternale si chiamano “arnesi” ovvero Stendardi – Crocioni e Crocefissi. Tutto questo è frutto della pietà popolare e di quella secolare tradizione che i sodalizi più antichi custodiscono. Dietro le confraternite inizia a camminare il clero e gli ordini religiosi, anche qui un tempo secondo un ordine prestabilito, prima gli ordini femminili, poi quelli maschili, il seminario vescovile, i vice parroci, i parroci in cotta e stola, i beneficiati i canonici della Cattedrale in veste corale ed infine l’Arciprete o il Vescovo suffraganeo e se c’era il cardinale questi di solito entrava a S. Martino. I Portatori della Sacra Immagine erano 64 e non più perché prima la macchina era prevista per sedici spalle quindi quattro cambi. Solo nel 2000 l’associazione dei portatori della Madonna delle Grazie in seguito a delle normative da rispettare ha rivisto il sistema allungandolo a 32. In questi ultimi anni ci sono state anche delle peregrinatio mariae. 1949 pellegrina per l’intera diocesi che all’epoca comprendeva latina e i borghi, 1988 pellegrina a Lariano, 1994 visita alla Parrocchia di S. Giovanni Battista per la consacrazione della Chiesa, 2000 visita a Lariano e rientro a piedi con sosta al monastero Madonna delle Grazie. Una nota la merita il 1997 anno della visita alla Clinica Madonna delle Grazie. D’allora e solo d’allora sui prese l’uso di arrivare fino alla chiesa del Crocefisso di recente abolito. Un capitolo a parte erano i pellegrinaggi, intere comunità che arrivano il martedì prima della processione e dormivano sotto i portici delle canoniche o nei portoni degli edifici intorno alla cattedrale lasciati aperti appositamente. Ogni uno con il proprio sacerdote e celebrava la Santa Messa ovunque implorazioni di grazie. Una bella tradizione era quella degli altarini, ogni rione ogni vicolo ne faceva uno dove la sera il vicinato si riuniva a cantare che cori. Spero che queste note che non vogliono avere alcuna pretesa possano servire per capire meglio la processione e viverla nella riscoperta delle sue origini. Bisogna oggi tornare a quel 1613 per parteciparvi consapevoli del suo reale significato altrimenti se vi si partecipa per tradizione o altro e solo inutile e sterile devozionismo.

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