Velletri, il 30 incontro del gruppo “Insieme” sul tema “Pedopornografia”.
30mo: Pedopornografia
Venerdì 18 maggio si è tenuto nella sala parrocchiale di San Salvatore a Velletri, il 30 incontro del gruppo “Insieme” sul tema “Pedopornografia”.
Sono intervenuti lo Psicologo Federico D’Angeli e, per la Polizia Postale, l’Ispettore Capo Paolo D’Orazio e la Sovrintendente Caterina Feroleto.
“I siti internet – ci ha detto il dott. D’Angeli – dedicati alla semplice pornografia, non alla pedopornografia hanno più accessi di Netflix, Amazon e Twitter messi insieme ed è materiale comune di quasi tutti gli adolescenti e di una fetta consistente di adulti.” A livello neurologico, quando si ha la visione di materiale pornografico il cervello secerne la dopamina, neurotrasmettitore del piacere. In molti casi alla visione di detto materiale si unisce la masturbazione sia maschile che femminile (da un’indagine americana risulta che l’accesso a questi siti è del 60% degli uomini e 40 delle donne) alla dopamina si aggiunge adrenalina, ossitocina e testosterone con il coinvolgimento di tutto il corpo all’immedesimazione dell’evento in video.
La pornografia comunque, proprio perché interessa i centri neurologici genera dipendenza: si inizia con visioni porno soft per poi passare a porno più hard scene violente di sesso simulato poi scene di sesso violento vero. Qui a seconda della struttura della persona nevrotica, psicotica o perversa, della vita sociale, cioè una persona più o meno sola, più o meno disinserita nella società si acuisce questa dipendenza fino a raggiungere stati di perversione violenta che può sfociare in aggressioni all’altro sesso.
Alla fine del suo intervento è stato proiettato uno spot contro la pedofilia ed a questo si è collegato l’ispettore capo Paolo D’Orazio coadiuvato dalla Sovrintendente Caterina Feroleto, tutti e due della Polizia Postale esordendo dicendo che il loro campo d’azione non è solo l’Italia ma tutto il mondo. Arrivano delle segnalazioni da parte di persone e di altre polizie e su queste si lavora per localizzare il o i pedofili per poi arrestarli con la collaborazione della Polizia locale.
Dopo la segnalazione, a volte anonima, si indaga sulla foto o sul video analizzando tutti i particolari che possono individuare un luogo e una persona.
Spesso si arriva a persone che stanno per commettere un adescamento a un minorenne o un bambino e che non si rendono più conto di quello che fanno e che, all’arrivo della Polizia Postale in alcuni casi addirittura ringraziano per non aver permesso loro di proseguire nell’atto criminale.
Supportati da una normativa forse migliore a livello europeo ed internazionale “… noi ci muoviamo una volta che arriva una segnalazione anche se contrastati dalla diffusione estesa delle immagini e video che si trovano in Internet” ha detto D’Orazio. Oggi si conosce in genere solo il “primo livello” del mondo della pedofilia. In realtà esistono delle piattaforme in cui il pedofilo può accedere solo dimostrando di avere una certa quantità e qualità di foto appetibili ad altri pedofili, piattaforme non accessibili alle persone “normali”. Per capire meglio il modo di approccio della polizia a questo fenomeno si sono fatti degli esempi reali in cui si è potuto e dovuto intervenire.
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