Velletri, con Emanuele Di Porto e Lia Levi si è concluso il progetto “Non dimentichiamo”
Si è concluso martedì 6 febbraio, con due appuntamenti di spessore partecipati da tantissime persone, il programma della manifestazione “Non dimentichiamo” approntato per celebrare l’80esimo anniversario del bombardamento di Velletri e la Giornata della Memoria. Dal 21 gennaio la città è stata teatro di eventi culturali, storici e rievocativi per un progetto realizzato dal Comune di Velletri e organizzato dalla Fondazione De Cultura in collaborazione con l’Associazione Memoria ‘900 e con il contributo della Regione Lazio.
Ultimo giorno di apertura straordinaria per la Mostra Fotografica e Documentaria, allestita in Sala delle Lapidi e Sala Garibaldi, ad ingresso gratuito. Nelle circa due settimane di apertura c’è stata un’affluenza notevole, con una larghissima partecipazione di studenti e scolaresche che ha impreziosito il valore del messaggio veicolato dall’esposizione stessa. Grande successo anche per i “percorsi nei luoghi della guerra tra immagini e reading”, con i lettori che hanno declamato le pagine di Padre Italo Laracca conducendo gli spettatori negli angoli dove il conflitto ha lasciato maggiormente il segno.
Nella giornata del 6 febbraio, in Sala Tersicore, è stato ospite Emanuele Di Porto. Insieme ad Aurora De Marzi della Fondazione De Cultura e con l’introduzione del Vice-Sindaco Chiara Ercoli, il relatore – che ha vissuto in una vecchia circolare di Roma per due giorni, sfuggendo dal rastrellamento dei nazisti del 16 ottobre del 1943 – è stata la viva voce della storia narrata nel libro “Un tram per la vita”, scritto da Tea Ranno. Davanti a una platea di oltre duecento ragazzi, Emanuele Di Porto ha aperto il suo cuore e le sue emozioni rivivendo quei momenti: “ho raccontato la mia storia per 75 anni, ma ho sempre pensato a quello che mi era successo come se fosse una ‘ragazzata’. Quando è venuta a cercarmi la troupe di Alberto Angela, al ghetto, sono stato interpellato insieme a tanti altri testimoni e ho detto le stesse cose. Dopo qualche giorno mi sono trovato in Parlamento. Probabilmente neanche io ho dato la giusta importanza alla mia storia”. La sua testimonianza è molto toccante, vibra nel cuore e della coscienza, e lascia un senso di dramma e di speranza insieme: “quello che racconto mi sembra sia successo dieci minuti fa, mi emoziono sempre”, ha confessato. Anche la Vice-Sindaco, Chiara Ercoli, ha voluto sottolineare come “colpisce la storia e il modo in cui è raccontata. Il modo in cui Emanuele Di Porto si esprime non è drammatico, ha conservato la bellezza, l’amore e la purezza nonostante le cose brutte che lo abbiano colpito”. La mattinata si è conclusa con tante foto e tante domande che i ragazzi hanno rivolto a Di Porto, il quale non si è sottratto mostrando una grande gentilezza e disponibilità.
Nel pomeriggio, invece, è arrivata a Velletri Lia Levi. La sua lucidità, all’età di 92 anni, è impressionante e anche la sua storia colpisce come un pugno allo stomaco. La scrittrice e giornalista pisana dopo l’8 settembre 1943 riuscì a salvarsi dalle deportazioni nascondendosi con le sorelle e la madre in un collegio di suore. Così si dichiararono cattoliche e cambiarono nome, per sfuggire alla persecuzione. Tanti i giovani accorsi, per ascoltare una donna energica capace di ricostruire con meticolosa precisione la propria infanzia in un contesto storico durissimo. Il suo libro, che risale al 1994, è arrivato dopo un lungo periodo di silenzio dovuto alla condizione di “scampati”. A fronte dei racconti drammatici dei sopravvissuti, infatti, Lia Levi per tempo ha ritenuto le proprie vicissitudini insignificanti al cospetto di chi ha avuto un percorso più complesso. A farle cambiare idea la necessità di mantenere l’impegno, assunto da bambina, di scrivere e raccontare. “Una bambina e basta”, questo il titolo del volume pubblicato, ha dunque iniziato a fare il giro delle scuole incontrando la sensibilità di ragazzi e ragazze. Al termine è intervenuta anche Antonietta Lucchetti, ricordando i cittadini veliterni morti nei campi di sterminio, a cominciare da Rosita Zarfati. Lia Levi ha anche visitato e apprezzato la Mostra, interessandosi alla storia di Velletri.
Emozioni, ricordo, senso della memoria collettiva: immagini, testimonianze e riflessioni hanno caratterizzato il lungo percorso di “Non dimentichiamo”, che ha voluto utilizzare tutti i mezzi possibili per riportare al centro di Velletri e all’attenzione dei cittadini un tema delicato e un passato complesso del quale si vedono ancora oggi le ferite. È fondamentale proseguire su questa linea, come ha anticipato anche il Sindaco Ascanio Cascella in occasione della presentazione del catalogo, per portare avanti la cultura e la tradizione ricordando ciò che si è vissuto e guardando al futuro.
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