VECCHIO NOSTROMO
Molte volte ti sei staccato dai porti sicuri
e hai navigato lungo le rotte di oceani e mari.
Ne hai toccato le sconosciute rive.
All’alba,
osservavi il ritmo tranquillo di vele e scotte
e la nave,
lanciata in corsa che inseguiva l’orizzonte.
Il cielo chiaro specchiarsi su quel mare,
tanto bello e così potente.
Le sere di calma,
vedevi la luna che ascendeva all’infinito
in compagnia di poche stelle,
mentre contemplavi la tua anima
nel perenne svolgersi delle onde.
Grande il tuo amore per l’immensa distesa,
a volte quieta,
a volte cupa e tempestosa.
Il pulsare del tuo cuore
solo un piccolo momento del suo, continuo,
eppure vasto e diverso,
a volte venire dal suo abisso.
Ora trascini sul molo i tuoi passi lenti
e triste rivolgi lo sguardo
agli ormeggiati navigli.
Una lacrima ti bagna del viso le rughe
dal tempo scavate e dal sole.
Ti restano i sogni per darti sollievo,
di genti e di rive mai viste
e di spiagge immacolate e deserte.
Tu,
che perdevi di vista i sicuri porti
e affrontavi l’ignoto con innato coraggio,
dimostralo ancora…
Vecchio nostromo,
senza più nave e senza più ingaggio.
F.A.
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