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Varese mette in scena una Tosca che “soffoca” nella plastica

Varese mette in scena una Tosca che “soffoca” nella plastica
Gennaio 28
13:32 2020
Varese mette in scena una Tosca che “soffoca” nella plastica
Così l’opera di Puccini insegna il rispetto dell’ambiente

Proposta domenica 1 marzo, è prodotta da Red Carpet Teatro e Giorni Dispari Teatro con il patrocinio del Comune, il contributo della Fondazione Comunitaria del Varesotto, il sostegno della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate e di Medici con l’Africa CUAMM Varese

 

È una Tosca plastificata e destinata a soffocare nella plastica, con tutto il mondo distorto e distopico che le ruota attorno, quella che sarà messa in scena a Varese domenica 1 marzo (ore 17, Teatro di Varese Openjobmetis). A 120 anni dalla prima rappresentazione – il 14 gennaio 1900 al Teatro Costanzi di Roma -, l’opera di Giacomo Puccini trova una nuova lettura nella produzione di Red Carpet Teatro e Giorni Dispari Teatro e diventa portavoce di una coscienza ambientale non più rinviabile.
Dopo l’esperienza dell’anno scorso con il Don Giovanni di Mozart, Varese si apre nuovamente all’opera lirica con un progetto corale, dove si uniscono professionisti e studenti, pubblico e privato, tradizione e innovazione. La proposta è stata infatti realizzata con il contributo della Fondazione Comunitaria del Varesotto e il sostegno della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, sotto il patrocinio del Comune e di Medici con l’Africa CUAMM Varese, quale omaggio alla storia di una città che ha sempre avuto una grande tradizione lirica e quale esempio di disseminazione culturale per far comprendere quanto l’opera possa essere sempre attuale.

«Il nostro progetto di produzione “In Opera – Tosca between Opera & Theatre” vuole coniugare il massimo rispetto per il genere operistico, che dà assoluta centralità alla musica, con una messinscena di impronta teatrale per tutto ciò che riguarda l’aspetto visivo», afferma Serena Nardi, regista della Tosca e direttrice artistica del progetto “Ritorno dell’opera a Varese”. «Ci muoviamo nell’ambito della contaminazione perché è questa la cifra artistica che meglio può rappresentare il presente». In questo, la produzione ha voluto al suo fianco le scuole di Varese in un percorso di formazione all’opera. Quasi 500 gli studenti coinvolti: dal liceo musicale Manzoni, al liceo artistico Frattini al liceo scientifico Dalla Chiesa di Sesto Calende fino agli universitari del corso di Scienze della Comunicazione dell’Insubria. In più, «con gli alunni del liceo musicale statale Manzoni siamo andati oltre, inserendo la Tosca in progetto di alternanza scuola-lavoro: grazie alla collaborazione di Massimiliano Broglia, docente di canto al Manzoni, alcuni ragazzi faranno parte del coro insieme con il Coro Varese Estense diretto da Irene Guerra», prosegue Nardi. Accanto ai giovani, ci saranno professionisti di livello internazionale: la soprano Renata Campanella (Tosca) che interpreterà la romanza “Vissi d’arte, vissi d’amore”, il tenore Max Jota (Mario Cavaradossi) cui è affidata la famosa aria “E lucevan le stelle” e il baritono Marzio Giossi (barone Vittelio Scarpia), con Stefano Giaroli alla direzione dell’Orchestra delle Terre Verdiane presente grazie alla collaborazione con l’associazione Fantasia in RE di Reggio Emilia.

«Ma è proprio guardando ai giovani che rivolgiamo il messaggio di questa opera; un messaggio che non è solamente di valorizzazione di un patrimonio culturale riconosciuto quale è la lirica, ma anche di sensibilizzazione sui temi ambientali», aggiunge la regista. «Gli interventi che abbiamo fatto – e faremo – nelle scuole sono volti da una parte a far conoscere il genere e a presentare questa opera, dall’altra a far riflettere le nuove generazioni sulla lettura che abbiamo dato alla Tosca: l’uso eccessivo della plastica che ha creato da decenni una progressiva plastificazione intorno a noi, ma  soprattutto dentro di noi. Il lavoro che è stato fatto è stato quello di rielaborare il messaggio originario, allineandolo all’oggi per creare una condivisione tra quanto rappresentato sul palco e il pubblico».

«Il ritorno dell’opera lirica a Varese con una produzione varesina è motivo di orgoglio per il Comune», spiega il sindaco Davide Galimberti. «In questi anni l’offerta culturale è cresciuta, pensiamo solo al successo della mostra di Guttuso e abbiamo intenzione di proseguire su questa strada. Complimenti poi la scelta di coinvolgere i giovani e di affrontare tematiche estremamente attuali come quelle ambientali».

Questa tensione verso l’attualità è stata condivisa dalla Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate. «Ci inseriamo in un progetto che ha almeno tre elementi di valore», afferma il vicepresidente della Bcc, Diego Togher. «Innanzitutto, ci muoviamo nel solco della storia. Varese è sempre stata una città legata alla lirica: qui all’inizio del secolo scorso si facevano molte prove generali prima di arrivare alla Scala di Milano, inoltre il tenore Francesco Tamagno ha voluto legare il suo nome a Varese. In secondo luogo, c’è l’aspetto educativo: l’azione di formazione e di coinvolgimento delle scuole permette di far crescere i giovani. Non ultima, l’attualità: il tema ambientale è pressante e impegna ciascuno direttamente. Quindi, cultura, giovani e ambiente: sono tutti elementi che fanno parte del dna di una banca che vuole bene al proprio territorio e lo vuole far crescere valorizzando le eccellenze».

Conclude Massimiliano Pavanello, segretario generale della Fondazione Comunitaria del Varesotto: «Sostenere e tutelare il patrimonio artistico della comunità è una delle priorità della nostra Fondazione e il teatro d’opera, è uno dei più grandi patrimoni italiani. Siamo felici del fatto che, attraverso la Tosca e altre opere nel cartellone di Red Carpet Teatro e Giorni Dispari Teatro, questa espressione della vita culturale possa continuare a vivere a beneficio dei cittadini e dell’intera comunità».

 

 

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