Valmontone – “ARTE DA BERE – TARTUFO più”
Presentato il progetto di sviluppo turistico che unisce due provincie, 7 soggetti pubblici e 13 privati per legare insieme cultura, territorio, gastronomia e vino Cesanese
E’ stato presentato presso l’Enoteca Regionale Vyta, via Frattina 94 a Roma, il progetto “Arte da bere – Le dimore del vino” e la nuova DMO Bibere de arte, insieme a “Tartufo più” l’iniziativa con cui il comune di Valmontone sta riscoprendo produttori e cavatori del Lazio.
Presenti all’evento il Presidente DMO Pierluigi Cianni e il direttivo DMO, i partner del progetto, Roberto Cipresso (winemaker di fama internazionale e scrittore), con Antonello Fassari (storico attore della serie I Cesaroni) e lo chef Paolo Gramaglia (1 Stella Michelin, Ristorante President di Pompei), testimonial d’eccezione, che hanno voluto esserci comunque attraverso un video messaggio.
A rappresentare le istituzioni l’assessore alle attività produttive del Comune di Valmontone, Giulio Pizzuti, e il sindaco di Piglio, Mario Felli, e la presidente della IX Commissione lavoro della Regione Lazio, on. Eleonora Mattia.
Il progetto si pone come obiettivo il raccontare la storia della terra del territorio attorno alla città di Roma e proporre esperienze attorno al vino, in particolare il Cesanese, vitigno autoctono rappresentativo del Lazio.
Arte da bere darà luogo a narrazioni traversali che spazieranno da eventi enogastronomici, culturali e anche artistici.
Sono coinvolti 20 enti, 7 pubblici e 13 privati, tra i quali il Comune di Valmontone, il Comune di Piglio, l’Università “La Sapienza” di Roma, Valmontone Outlet, IIS Gramsci di Valmontone, IISP Rosario Livatino Turistico Alberghiero Cave, IPSSEOA Buonarroti Alberghiero Fiuggi, Associazione Culturale Artenova, Associazione Culturale Xenia, rete di imprese dei Castelli della Sapienza, Monti Lepini e Prenestini, Valmontone città rete di imprese, agenzia di viaggi e tour operator Think Away Viaggi, agenzia di viaggi Wanderlust Viaggi, Enoteca di Pi, Autoservizi Cerci, Piglio in arte, associazione per la gestione della strada del vino cesanese, azienda speciale servizi integrati comunali, proloco di Valmontone, proloco di Piglio.
In conferenza stampa curioso e interessante lo spazio dedicato a Tartufo più, il progetto lanciato nel 2019 per avvicinarsi al mondo del tartufo e conoscere i segreti di un prodotto d’eccellenza italiano e del Lazio attraverso la degustazione delle creazioni realizzate con tartufi “a km 0” dagli chef Stefano Bartolucci di Rosso Divino e Riccardo Cori e Sonia Pontecorvi di Elle et Lui.
Al riguardo sono intervenuti Antonella Parodi, cavatrice di tartufi; Riccardo Corsi per la “giovane” azienda agricola “Il Tartufo Lepino” di Segni nonché la docente Anna Maria Giusti, Presidente del corso di laurea di I livello in Dietistica, Ricercatore Dipartimento di Medicina Sperimentale, Unità di Ricerca in Scienza dell’Alimentazione e Nutrizione umana, Facoltà di Medicina e Odontoiatria, Università Sapienza di Roma.
LE DICHIARAZIONI:
Pierluigi Cianni, presidente DMO “Bibere de Arte”:
Questo progetto parte dall’idea che Il vino è espressione di diversità e ricchezza per un territorio. Degustando un vino pregiato è facile chiedersi: «Quale storia di questa terra ci sta raccontando?». Nel nostro caso il territorio va da Piglio, capitale del Cesanese, a Valmontone, due città che dedicano grandi eventi al vino (il San Lorenzo Wine Festival a Piglio e Armonie di ottobre a Valmontone) e hanno due dimore storiche da valorizzare come Castello Colonna di Piglio e Palazzo Doria Pamphilj di Valmontone.
ELEONORA MATTIA, consigliera regionale, presidente IX Commissione consiliare lavoro
“Questo progetto è stato finanziato da un bando con cui la Regione Lazio, dopo la pandemia, ha deciso di sostenere i territori per creare nuove destinazioni turistiche. In quest’ottica “Arte da bere” è un progetto vincente perché lega le province di Roma e Frosinone mettendo in sinergia pubblico e privato, con importanti imprenditori che si sono messi in gioco”.
ROBERTO CIPRESSO – winemaker e scrittore
“La comunicazione più efficace per il vino di domani è strettamente legata alla contaminazione con arte, storia, cultura che devono correre a braccetto con i misteri che solo un calice di vino riesce ad evocare”.
Paolo Gramaglia – Chef 1 stella Michelin Ristorante President Pompei
“Essere parte di questo importante progetto è un grande privilegio e, al contempo, una enorme responsabilità, perché noi chef con il nostro lavoro rappresentiamo non solo le nostre filosofie di cucina, ma soprattutto l’Italia e la grande cultura eno-gastronomica che costituisce uno dei più importanti simboli del nostro Paese. La cultura gastronomica italiana e le nostre eccellenze produttive rappresentano, a mio avviso, un punto di riferimento che ci consente, in un “viaggio di tempo senza tempo”, di esprimere creatività ed innovazione nei piatti. “Viaggiare, nel tempo e nello spazio, – conclude Gramaglia – è sapere dove andare e dove poter camminare, non seguire mai le orme ma le direzioni, quelle delle scoperte e delle emozioni. In questo il grande progetto “Arte da Bere” rappresenta una strada maestra da percorrere per “esplorare, con nuova attenzione, conosciuti orizzonti di gusto!”.
Antonello Fassari – attore
“Ho aderito con entusiasmo a Bibere de Arte che considero un’iniziativa molto importante e intelligente perché si prefigge di far crescere il territorio attraverso l’enoturismo, intorno ad un vino importante come il Cesanese, e la cultura, con al centro il bellissimo Palazzo Doria Pamphilj. Un progetto ambizioso che mette insieme istituzioni pubbliche e private e non si limita ad un solo evento ma ha un programma a lungo termine di cui vedremo i frutti nel tempo”.
“Questo è un territorio che conosco e a cui sono legato, visto che le mie origini sono a Segni, ed ha bisogno di essere promosso. Sono certo che nel Lazio si siano conservate tradizioni e rapporti umani tra le persone che a Roma sono andati un po’ perduti e possono essere ritrovati e valorizzati grazie a progetti come questo”.
Prof. Anna Maria Giusti, Presidente Corso di Laurea di I livello in Dietistica (Ricercatrice Dipartimento di Medicina Sperimentale, Unità di Ricerca in Scienza dell’ Alimentazione e Nutrizione Umana – Facoltà di Medicina e Odontoiatria, Università Sapienza di Roma”).
“La presenza de La Sapienza in questo progetto è legata alla cosiddetta “terza missione” delle Università che, oltre ad insegnamento e ricerca, puntano – come in questo caso – alla divulgazione dei saperi al di fuori delle mura dell’ateneo per trasferire conoscenze ad un pubblico più ampio. L’obiettivo che ci poniamo è quello di creare attrattività e flussi di cultura che contribuiscano ad arricchire il territorio e far crescere l’economia”.
Antonella Parodi – cavatrice di tartufi
Dietro il tartufo, quello che apprezziamo a tavola, c’è molto da scoprire: dall’addestramento dei cani, che deve essere un gioco sia per noi che per loro, ai sacrifici che si fanno per raccoglierlo, spesso sotto la pioggia, con la neve o il freddo che taglia le mani. Perché è vero che è sempre una bella passeggiata nella natura ma fatica e difficoltà non mancano. Vale la pena evidenziare che il Lazio è una delle poche regioni in Italia dove si trovano tutte le 9 specie di tartufo, sia bianco che nero. Purtroppo, negli ultimi tempi, anche il tartufo subisce gli effetti del cambiamento climatico e, unito alla presenza di cinghiali in cerca di cibo, diventa davvero difficile trovarne, se non si hanno cani ben addestrati”.
Riccardo Corsi – “Il Tartufo Lepino”
Riccardo Corsi, geometra di Segni, racconta la storia della sua tartufaia, impiantata sui Monti Lepini per gioco e con scetticismo nel 2007, che dal 2018 ha iniziato a produrre i primi tartufi dando vita ad una piccola azienda familiare.
“Ereditai dei terreni da mio nonno – racconta – e volevo metterci i marroni, tipici di Segni. Ma il terreno non era adatto. Sapevo che, in passato, in quella zona si andava a tartufi e così prendemmo una cinquantina di piante e iniziammo a tirarle su. Nel 2018, con piacevole sorpresa, abbiamo iniziato a raccogliere i primi tartufi, lo scorzone estivo, e pian piano sta entrando a pieno titolo a far parte delle attività dell’azienda agricola “Il Tartufo Lepino” di Fagiolo Francesca, che mette insieme il tartufo al marrone di Segni e si sta togliendo belle soddisfazioni.
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