Vale per tutti la qualità
Che indica quel timore reverenziale a esprimere critiche verso qualcosa o qualcuno che ‘va per la maggiore’. È la paura di apparire minoritari e fuori gioco a far scattare un atteggiamento di compiacenza, che è adeguamento verso il parere che si ritiene dei più, riparo contro ritorsioni, speranza di procacciarsi privilegi, difesa di quelli conquistati. In questo modo le opinioni dissenzienti ammutoliscono, sopraffatte dalla solitudine, soffocate dagli interessi, sopite dalla viltà. Così, tutto passa, tutto sfila in silenzio. Che non è estraniamento, non cecità. Le storture si seguitano a vedere, solo non smuovono indignazione, non alzano critiche. Se non sottobanco, tra intimi e pochi. Tanto meno si denunciano. Campa e lascia campare. Seguendo una linea di accondiscendenza che, se non appare qualificante, anzi quasi omertosa, sicuramente è radicata nella storia. Il padrone seguita a essere sempre il padrone, nei secoli. Quando qualcuno sbaglia con errori che non sono solo da attribuire alla incapacità e all’errore personale, ma sono come vere distruzioni del bene comune, a favore di un vantaggio privato, tutti ne ricevono una sgradita impressione e si domandano se esista davvero la possibilità di favorire un progetto d’insieme. Quando poi tali gesti divengono in qualche modo maggioritari, la ‘paesanità’ si corrompe dall’interno e non è più capace di procurare una comunanza. Di aspirazioni, di volontà. Si creano delle barriere di sfiducia, dei muri di disistima, dei fossati di sospetto, fino a mettere in pericolo la capacità di collaborare anche nelle cose più essenziali. Con questo, non si intende aderire al pessimismo di chi dichiara di non aver più alcuna stima dei politici e di non approvarne il rendimento. Ma l’andazzo fa sì che non si dia fede a quanti dicono di voler servire fedelmente la retta prassi e non siano coerenti coi sentimenti. Il pessimismo non è motivo per escludere la possibilità di avere a disposizione elementi qualificati, seri; ci sono, importante è cercarli, aspettarli con pazienza. La qualità è sempre imprevedibile e non si trova nella melassa ordinaria. Noi possiamo contribuire a stimolarne la disponibilità dicendo a voce alta che di qualità sentiamo il bisogno. Poi c’è chi la qualità la ritrova in squadra e non l’adopera.
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