V. Divino Amore (Jun. prov.), Lattanzio: «Il k.o. col Città di Acilia ci serva da lezione»
Roma – Il Città di Acilia ha interrotto la corsa della Juniores provinciale della Virtus Divino Amore che aveva aperto il suo campionato con una vittoria di misura sulla Virtus Ariccia (1-0). Nel match di sabato scorso qualcosa non è andato, come si capisce dalla parole del tecnico capitolino Paolo Lattanzio. «Abbiamo sicuramente sbagliato l’approccio e siamo stati sorpresi dall’intensità e dall’agonismo che hanno messo in campo i giocatori ospiti. Il Città di Acilia è stato abile nel chiudere il primo tempo in vantaggio di due reti, poi nella ripresa siamo entrati in campo con un altro spirito e abbiamo accorciato le distanze con Colamedici, ma non è bastato nonostante nel finale gli ospiti siano rimasti in nove uomini e noi ci siamo buttati in attacco. Abbiamo sciupato almeno quattro o cinque occasioni nitide, l’arbitro ci ha negato due calci di rigore evidenti e probabilmente avremmo meritato di raggiungere il pareggio. Ma questa gara ci può servire da lezione per affrontare le prossime gare, sin dall’inizio, con un altro atteggiamento». La Juniores provinciale della Virtus Divino Amore, comunque, è un gruppo che per la maggior parte ricalca quello degli Allievi dello scorso anno e dunque si trova a incontrare avversari di età mediamente superiore. «I ragazzi hanno qualità anche se ovviamente la “più giovane età” si fa sentire – specifica l’allenatore della Virtus Divino Amore -. Sono convinto, comunque, che questa squadra possa essere protagonista durante la stagione: dico sempre ai ragazzi che il nostro avversario più duro si chiama Virtus Divino Amore nel senso che la cosa che conta di più è il nostro atteggiamento». Domani la Virtus Divino Amore se la vedrà con il Casal Bernocchi, da affrontare fuori casa. «Sappiamo poco o nulla del prossimo avversario, se non che hanno rimediato due pareggi nelle prime partite di campionato – sottolinea Lattanzio – Ma il nostro atteggiamento dev’essere sempre quello di chi incrocia la prima della classe se vogliamo raccogliere il massimo da qui alla fine».
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