V.Divino Amore calcio (I cat), Stefano Mosciatti spinge i suoi: «Possiamo arrivare tra le prime»
Roma – Quattro gol in sette giorni. E’ la nuova “dieta” scelta da Stefano Mosciatti, che ha messo le ali alla Virtus Divino Amore del papà-tecnico Nazzareno negli ultimi due incontri di campionati. Due big match, altrettante vittorie pesantissime firmate dai gol di Mosciatti junior: prima una splendida tripletta a Lariano, con l’Atletico piegato 3-2, e domenica la rete decisiva nel match interno col Play Eur, abbattuto con un gol nei pressi del 90esimo. «Sono contento, ma tutta la squadra si è espressa al meglio non solo in queste due partite, ma nell’intera prima parte di stagione» dice Mosciatti, esterno offensivo (o anche trequartista) nato nel 1986 che è arrivato alla notevole quota di nove reti in campionato e che tra l’altro è sceso in campo domenica condizionato da un fastidioso stato influenzale. «Quella col Play Eur è stata una vittoria meritatissima – spiega ancora l’esterno d’attacco della Virtus Divino Amore – perché loro, pur essendo una squadra scorbutica e sicuramente valida, non hanno quasi mai creato pericoli alla nostra porta, mentre noi avevamo sciupato diverse occasioni da rete». Poi nel finale un chirurgico diagonale di Mosciatti jr ha spaccato la partita e permesso alla Virtus Divino Amore di arrampicarsi sul terzo gradino del podio virtuale. «Non ci siamo mai nascosti, abbiamo sempre detto di voler fare un campionato di vertice: possiamo arrivare tra le prime tre anche se il campionato è lungo e la concorrenza è tosta». Mosciatti non elimina dalla corsa la stessa Play Eur e il Città di Pomezia che sarà il prossimo avversario. «Assolutamente no, hanno ancora la possibilità di rientrare, ci sono tanti punti a disposizione. Per quanto riguarda la sfida di domenica, per esempio, sappiamo che ci attende un avversario duro e che sarà un’altra battaglia». Stefano racconta poi come ha vissuto il ritorno di papà Neno sulla panchina. «In tutta la mia carriera, mi aveva allenato solo cinque mesi a Pomezia prima di questa esperienza. Con lui si fatica tantissimo – sorride -, come se stessimo facendo l’Eccellenza. Al di là di questo, io penso a fare il giocatore e basta, poi ovviamente tra me e lui c’è un rapporto padre-figlio che non può essere cancellato».
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