URBANISTICA: RISANARE IL TERRITORIO DI ROCCA DI PAPA
Pensare l’urbanistica a Rocca di Papa significa risanare un territorio ferito.
L’obiettivo è quello di dare vita a un programma che possa essere concretamente attuato, nel rispetto della legislazione urbanistica sovracomunale. Il Piano Territoriale Paesistico della Regione Lazio, il Piano Territoriale Provinciale Generale della Città Metropolitana di Roma e il Piano di Assetto del Parco Regionale dei Castelli Romani costituiscono infatti una cornice senza la quale non è possibile pensare a una pianificazione urbanistica comunale.
STOP AL CONSUMO DI SUOLO
Curare e risanare il nostro territorio significa sostituire i concetti di “completamento” ed “espansione edilizia” il cui risultato è stata un’eccessiva cementificazione del territorio, con una disciplina urbanistica volta al “recupero” e alla “compensazione” del nostro territorio e patrimonio edilizio.
Il concetto di “recupero” è la risposta a un fenomeno particolarmente dilagato sul nostro territorio: l’abusivismo. Un problema che per le sue dimensioni ha assunto una valenza anche economica, sociale e ambientale di forte rilevanza.
UNA STRATEGIA CONDIVISA
Nessun abuso edilizio successivo al 1994 è, in termini legislativi, sanabile. Per prima cosa, quindi, è importante sollecitare i legislatori regionali e nazionali per trovare insieme risposte adeguate alle implicazioni e trasformazioni che il fenomeno abusivo ha portato con sé.
PERIMETRAZIONE DEI NUCLEI ABUSIVI
Anzitutto sarà necessario proseguire nelle perimetrazioni e individuazione dei nuclei abusivi, per poi promuovere un nuovo programma urbanistico che, una volta identificate queste macro-aree, definisca le modalità operative e di attuazione da perseguire.
VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO AMBIENTALE
È necessario individuare forme di gestione per tutte le costruzioni difformi, compatibili con le esigenze di tutela ambientale del territorio. Non dimentichiamo infatti che Rocca di Papa, sebbene ferita da numerosi eventi di abusivismo edilizio, vanta un patrimonio ambientale, di boschi e di pascoli, ancora in parte incontaminato e di suggestiva bellezza. Bisognerà lavorare per valorizzare tali qualità paesaggistiche senza tollerare più alcuna forma di abusivismo, attraverso un utilizzo intelligente di risorse economiche europee e nazionali.
DIRITTI EDIFICATORI
Il termine “recupero” va esteso al patrimonio edilizio esistente regolarizzato, ma anche a tutta quell’edilizia prevista dal Piano Regolatore vigente e per vari motivi non ancora realizzata. Le linee guida sono sintetizzabili nel motto: salvaguardare i diritti sia per l’edificato che per l’edificabile. Questo significa andare a tutelare sia il patrimonio edilizio esistente, e valorizzarlo, ma anche tutelare i diritti edificatori che a oggi non sono stati ancora utilizzati.
DELOCALIZZAZIONE DELLE CUBATURE
Per queste casistiche, una possibile strada da perseguire, attraverso un nuovo strumento urbanistico, sarà quella della “traslazione compensativa”, ovvero la delocalizzazione delle potenzialità edificatorie in altre zone, individuate come più strategiche sia per lo sviluppo socioeconomico, sia per il rispetto della tutela ambientale, in cambio di una maggiorazione di cubatura edificabile e la possibilità di recepire altre destinazioni urbanistiche oltre quella solo residenziale.
In questo modo la possibilità di costruire potrà essere concessa in aree che presentino caratteristiche idonee, esenti da pericoli idrogeologici e più adatte alle esigenze economiche e alla tutela ambientale del territorio.
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