Urban Human: arte e bellezza in Piazza di Pietra con i “muri” di Andrea Capanna
Curata da Gianluca Marziani, l’esposizione con i quadri di Andrea Capanna prosegue sino al 31 dicembre
Urban Human: arte e bellezza in Piazza di Pietra con i “muri” di Andrea Capanna
In esposizione venti opere realizzate tramite la stratificazione su base lignea di cemento, calce, sabbia e intonaco, depositati e dipinti per strati, lavorati con carta vetrata, spatole e spazzole di acciaio.
Artisti e imprenditori, curatori e giornalisti per l’inaugurazione della nuova mostra della Galleria 28 Piazza di Pietra di Francesca Anfosso. Urban Human, mostra personale dell’artista romano Andrea Capanna, a cura di Gianluca Marziani, visitabile sino al 31 dicembre. Tra i nomi noti del mondo dell’arte capitolina, anche il gallerista Massimiliano Mucciaccia e l’artista Alberto Di Fabio.
Nei quadri della serie Urban l’Artista propone Roma come protagonista centrale dello sguardo, rappresentandola secondo scorci suggestivi e inediti, sul filo di una “cementificazione” al contrario che ritrova la complessità del Novecento italiano e reinventa la bellezza cruda dell’essenza archeologica. In esposizione venti opere realizzate tramite la stratificazione su base lignea di cemento, calce, sabbia e intonaco, depositati e dipinti per strati, lavorati con carta vetrata, spatole e spazzole di acciaio.
“Le opere di Andrea Capanna – dichiara Francesca Anfosso, titolare di Galleria 28 Piazza di Pietra – sembrano essere fatte “su misura” per la mia Galleria. Evocano suggestioni “antiche” attraverso materie e tecniche “moderne”. Le mura di Adriano per i muri di Andrea; le storie dei popoli per la Storia del popolo”.
Nella sezione Human, invece, Capanna riprende il “motivo” del ritratto di profilo, un genere ad oggi poco utilizzato ma largamente diffuso in epoca rinascimentale, nell’antica tradizione dei cammei e nelle monete. “Il mio lavoro sui “muri” – spiega l’artista – è un profondo percorso di ricerca estetica e concettuale. Su queste superfici si deposita la memoria di una storia, si stratifica il vissuto di un corpo che mostra e rivela. Il lavoro prende vita attraverso un processo di rimozione dei diversi strati che lo compongono. Il risultato è la genesi stessa del lavoro, l’origine e la conclusione di questo percorso. Utilizzo cemento, calce, sabbia e intonaco, depositati e dipinti per strati, lavorati anche con carta vetrata, spatole e spazzole di acciaio”.
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