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“Uomo libero” di Raffaele Gatta, l’ascolto, la persuasione occulta del silenzio…

“Uomo libero” di Raffaele Gatta, l’ascolto, la persuasione occulta del silenzio…
Marzo 01
17:28 2024

«Povera Italia ridotta a colonia, di disoccupazione fabbrica/Crociera turistica condotta da ruffiani/Non più patria di virtù, ma di prostituzione mediatica».

L’esplicita intestazione appartiene all’opera Uomo libero di Raffaele Gatta, Nulla die Edizioni, con la prefazione di Diego Fusaro. Il libro affronta il declino della coscienza e l’inesorabile decadenza della società, immersa nella sorda e asettica superficialità, muove il sentimento della solitudine, argomenta i voraci e crudeli condizionamenti nelle scelte, riduce la struttura morale a una consapevole e disincantata intangibilità della libertà. Raffaele Gatta pone al centro della sua ricerca poetica il destino dell’uomo in relazione alla sua indipendente capacità di riflettere intorno alle opinioni e al contesto sociale e politico della vita, afferma la responsabilità della verità come la lineare conseguenza dell’equilibrio dell’intelligenza, alimenta la conquista culturale e la conoscenza dell’animo umano contro il subdolo e insidioso vincolo dell’imperativo di ogni principio carismatico. I testi di Raffaele Gatta aggirano la cinica illusione dei valori e delle ideologie, dimostrano la critica efficace per difendere l’impegno politico e la meditazione dell’attualità storica, commentano l’isolamento dell’uomo in relazione alla possibilità di comprendere dialetticamente le correnti contrastanti della personalità, fondono il concetto fragile e instabile dell’uguaglianza con l’esempio dell’ambiguità democratica, legittimano il sentimento collettivo di ogni educativa rivendicazione. Il poeta conferma il desiderio di regolare attraverso le leggi dell’intelletto la percezione della realtà, nella sua immediatezza esegetica, insegue la ragione attiva di ogni divenire, propone la concezione del mondo osservando la corrispondenza di una fenomenologia che raggiunge l’universalità nell’intuizione dell’essenza. Esamina la sensazione disgregante e timorosa del carattere dell’uomo, l’espressione speculativa dell’identità, la disarmante alienazione, il tradimento di ogni artificiosa necessità che trasfigura l’anima dell’uomo in mercanzia. Uomo libero illumina la dottrina del pensiero, risponde puntualmente all’accostamento contemporaneo introspettivo delle suggestioni ingannevoli, rispecchia compiutamente la finalità matura delle riflessioni nel percorso esistenziale e intellettuale, identifica la consapevolezza della perdita dell’umanità con l’oscurità compromessa del comportamento pubblico. Raffaele Gatta ascolta la persuasione occulta del silenzio, assiste al disorientamento delle voci, sentenzia la nullità in ogni sistema di devastazione etica nel distacco imperturbabile dell’universo politico, distingue la scrittura interpretativa della coscienza naturale e l’intento di estendere la volontà del cambiamento nella consistenza sensibile della parola, l’impegno del linguaggio nella riflessione filosofica. Accoglie la sottile e acuta tonalità del presentimento attraverso il passaggio di un malessere invisibile ma evidente nella fibra ontologica dei versi, spiega la rappresentanza del consenso, traghettando tra ragione e suggestione, il materialismo spirituale. Decifra la morente e sconcertante condizione dell’individualità come deriva nichilista sull’instabilità, riconosce il depistaggio delle false solidarietà, insegue la direzione illuminante dell’equilibrio nella trascendenza poetica dell’essere.

Nel reale pensiero

Ogni cosa che va alla deriva

è sempre un qualcosa che rinasce

 

Trovi reale ogni tuo pensiero

ma in esso tu racchiudi il mondo

 

Non ha più senso fermarsi di fronte a sé

 

Non ancora

Non è ancora persa la luce

tra le case, tra le strade bianche

 

Questa antica devozione

che fa del mondo un arido teatro

una rivista per abbonati

una sala d’attesa

 

La mia civiltà

Come schiavi, come uccelli uccisi in volo

come piccoli angoli di luce nel buio

come sogni ad occhi aperti

 

Tutto questo mondo non l’ho scelto io

 

La mia civiltà non è mia

 

Sotto la luce solare

Non siamo consapevoli di niente

 

Rinchiusi qui o fuori sotto la luce solare

 

Scavalchiamo staccionate e corriamo

su spiagge deserte credendo nel presente

 

Sez. a

Questo mondo diviso da poche parole

dialettiche trasversali e di una logica politica

che ha del reale solo l’eleganza dei loro abiti.

———————————–

Immatricolare la coscienza

in un arido mattino bianco

che sovviene una naturale

sentenza di calore; luce o fuoco

 

Non ha della strada in piana

il sentimento reale distante

da ogni parametro mediatico,

politico, culturale, ma cammina

 

Cammina nell’astrattezza morale;

Diretto alla lucida follia

un giorno come altri, feriale

invernale: prossimo a te

———————————

Ma se hai fretta di nutrirti,

l’anima sottrae anche la parte

più nobile. Gramsci e Lukács

nei sentieri dell’ortodossia

 

risolvono il morente occidente

in una volontà di ristabilire l’ordine.

 

Sopra la Parola non data per la morte

puoi trovarne nella storia già

la soluzione, ma tu, uomo libero,

sei ridotto a volontà di zucchero

Rita Bompadre – Centro di Lettura “Arturo Piatti” https://www.facebook.com/centroletturaarturopiatti/

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