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Uomini di scienza… e di fede

Uomini di scienza… e di fede
Novembre 16
13:28 2010

San_Girolamo_Pasquale_Chiesa«Occulta nel fondo / d’un antro marino / del giovane mondo / vedesti il mattino; / vagavi co’ nautili, / co’ murici a schiera; / e l’uomo non era… Eccelsa, segreta / nel buio degli anni / Dio pose la mèta / de’ nobili affanni. / Con brando e con fiaccola / sull’erta fatale / ascendi, mortale!». Così il poeta e sacerdote vicentino Giacomo Zanella (1820-1888), figura tra quelle di maggior spicco nella poesia dell’Ottocento italiano, scriveva in una delle sue più conosciute poesie: Sopra una conchiglia fossile nel mio studio.

 Il letterato avvertì profondamente, seppur con interiore sofferenza, la necessità di conciliare le proprie convinzioni con le esigenze del progresso e le conquiste scientifiche del suo tempo, invitando l’uomo ad elevare il proprio sguardo anche oltre la realtà sensibile. Scienza e fede, realtà lontane e inconciliabili: è ormai questa la convinzione, falsa, che quotidianamente trova sempre più spazio sui media grazie agli ‘autoproclamati paladini della scienza vera’, pochi per fortuna. Dio e la ragione, insomma, per alcuni, proprio non andrebbero d’accordo. Il condizionale è d’obbligo: infatti, se si esaminassero le biografie e autobiografie d’illustri scienziati contemporanei e non, si resterebbe effettivamente impressionati dalle tante vite di scienza profondamente radicate in un credo religioso ben definito o in una chiara percezione di una realtà trascendente. Per non andare troppo indietro negli anni, basta ricordare il noto grande genetista statunitense Francis Collins (1950), ex ateo convertitosi al cristianesimo leggendo C.S. Lewis. Ma di esempi ce ne sono veramente tanti… Il 3 ottobre scorso, Giuseppe Tanzella-Nitti, condirettore del portale Disf (Documentazione interdisciplinare di Scienza e Fede), ne ha raggruppati diversi nel suo lungo articolo sul quotidiano Avvenire. Il matematico e fisico scozzese James Clerk Maxwell (1831-1879), il fondatore della moderna teoria dell’elettromagnetismo, scriveva poesie all’Eucaristia; Augustin Cauchy (1789-1857), l’ingegnere e matematico francese che importanti contributi dette al Calcolo Integrale, fu attivissimo membro delle Conferenze di San Vincenzo de Paoli; il grande fisico comasco Alessandro Volta (1745-1827), inventore della pila, impartiva con regolarità il catechismo ai bambini poveri della sua parrocchia; il francese Jérôme Lejeune (1926-1994), pediatra e genetista, scopritore dell’anomalia genetica che causa la Sindrome di Down, fu cattolico di grande impegno sociale; Pierre Duhem (1861-1916), filosofo, storico della scienza, fisico e matematico francese, avviò il suo interesse per la storia della scienza sotto la spinta della propria fede cattolica; la prima intuizione del Big Bang fu di monsignor George Lemaître (1894-1966), fisico e astronomo belga che collaborò con Einstein; l’abate lecchese Antonio Stoppani (1824-1891), geologo e paleontologo, fu tra i fondatori della geologia contemporanea; il gesuita e astronomo emiliano Angelo Secchi (1818-1878) fu il fondatore della spettroscopia stellare e diede vita, nel 1871, alla Società degli Spettroscopisti (ora Società Astronomica Italiana); grande filosofo e matematico fu il russo Pavel Florenskij (1882-1937), sacerdote ortodosso, ucciso in un gulag delle Isole Solovki, uno dei più terribili luoghi di repressione della dittatura staliniana. E potremmo continuare ancora a lungo in questa esposizione…Solo un occhio miope può scorgere nella fede un ostacolo all’indagine scientifica: anzi, il più delle volte, la religiosità si è dimostrata e si dimostra ancora un utile sprone alla ricerca. Chiudiamo con le parole dello stesso Giuseppe Tanzella-Nitti, decisamente eloquenti: «…chi ritenga la professione di ateismo una condizione necessaria per fare buona scienza sarebbe costretto, buona parte della storia della scienza, a riscriversela tutta da solo».

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo meritevole articolo di ‘conciliazione’ di cui personalmente condivido pienamente il contenuto. Mi sia soltanto permesso aggiungere in testa al lungo elenco di testimoni dell’incontro (e non scontro!) fra scienza e fede due nomi sommi fra i Grandi: Galileo Galilei e Isaac Newton, entrambi di dichiarata fede cristiana e padri, universalmente riconosciuti, della moderna scienza. (Luca Nicotra)

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