Università Popolare degli Studi di Milano: 50 mila euro di borse di studio per migranti
Università Popolare degli Studi di Milano: 50 mila euro di borse di studio per migranti e un Polo scientifico che renda le differenze culturali un valore
+ 37% di richieste di iscrizioni da studenti di paesi in via di sviluppo, 2 su 3 ottengono una media del 28. Grappeggia (Presidente UPSM): “Puntare ad una maggiore meritocrazia, a prescindere dalla nazionalità. Soddisfazione per un’iniziativa rivolta ai migranti, spesso orfani delle istituzioni”
L’Università Popolare degli Studi di Milano, università telematica di diritto internazionale, ha donato 50 mila euro alla Compagnia Africana per borse di studio in favore di studenti meritevoli in difficoltà economica, di origine africana residenti o presenti in forma legale nel territorio UE. La donazione è stata ufficializzata con una cerimonia alla presenza, tra gli altri, del Presidente dell’Università Professor Marco Grappeggia, il Rettore magnifico Prof. Avv. Giovanni Neri e Koffi Michel Fadonougho per l’Associazione Compagnia Africana.
Secondo quanto osservato dall’Ateneo, negli ultimi 5 anni c’è stata un incremento di circa il 37% di richieste di iscrizione ai corsi da parte di studenti provenienti da paesi in via di sviluppo, soprattutto africani. Ragazzi e ragazze estremamente motivate che, sebbene spesso partano con alcune difficoltà in più rispetto ai colleghi italiani, come una preparazione talvolta più lacunosa o difficoltà linguistiche, riescono in poco tempo a recuperare, ottenendo ottimi risultati. Dopo il primo semestre di studi, 2 studenti stranieri su 3 riescono ad eccellere negli esami, con una media di voti di 28/30.
Ad oggi, in Italia il 90% dei lavoratori stranieri svolge un lavoro dipendente, in circa l’80% dei casi con una qualifica di basso livello, e appena uno 0,4% con una posizione da dirigente. Una situazione dovuta non tanto alle reali competenze e capacità del singolo, quanto alle difficoltà legate alla lingua e al riconoscimento del titolo di studio conseguito nel paese di origine, soprattutto se extra europeo. Non è insolito, infatti, imbattersi in lavoratori che svolgono una mansione umile nel nostro paese, mentre in quello di origine erano insegnanti, medici o professionisti apprezzati.
Ma le cose potrebbero cambiare presto, anche grazie ai profondi mutamenti portati dalla pandemia nel mercato del lavoro, che potrebbero aprire prospettive molto diverse per i lavoratori stranieri.
‘Oltre alla donazione, quindi, l’Ateneo ha dato vita ad un Polo scientifico universitario di Istruzione, Studio e Ricerca delle Migrazioni, che sarà guidato dal Prof. Dott. Nicola Crozzoletti, Vice presidente e Titolare di Cattedra universitaria in Psicologia clinica e dell’Educazione, puntando a convogliare in un’unica struttura le realtà universitarie dei paesi terzi, valorizzando l’importanza delle relazioni e delle differenze culturali, integrandole all’interno di un curriculum studi europeo internazionale, favorendo una maggior spendibilità del titolo attraverso l’aspetto multiculturale come valore aggiunto.
“Crediamo in un mondo che possa essere migliore e più meritocratico, e ci chiediamo spesso che cosa possiamo fare noi in concreto. – Ha dichiarato il Presidente Grappeggia – Per questo abbiamo deciso di realizzare questa importante iniziativa rivolta esclusivamente a studenti migranti, troppo spesso abbandonati, orfani delle istituzioni. Il fondo è già disponibile per i primi candidati. L’Università Popolare degli Studi di Milano è da sempre animata da una cultura internazionale, da un senso di comune fratellanza tra i popoli e da un “credo” del sapere che va al di là delle dogane. È indubbio, infatti, che la conoscenza intercontinentale è la vera risposta per un mondo migliore. Con questo progetto altre donne e uomini nel mondo potranno studiare e accrescere la loro conoscenza e la loro cultura”.
“Per perseguire un progresso tecnologico, scientifico, ma anche sociale, c’è bisogno di persone preparate e competenti, al di là della loro nazionalità di origine. Purtroppo, però, vediamo spesso individui brillanti relegati a ruoli marginali, e posizioni apicali ricoperte da persone che non sempre posseggono le giuste competenze o la giusta impostazione mentale per fare la differenza. – Ha aggiunto il Prof. Dott. Nicola Crozzoletti – Ad oggi, possiamo osservare che le tendenze dei dati statistici riflettono l’impatto dei cambiamenti dovuti alla pandemia ancora in corso. Le restrizioni poste dai paesi dell’OCSE stimano una serie cambiamenti che sicuramente condizioneranno le prospettive future di occupazione dei migranti in Italia e in Europa oltre che nell’attuale generazione anche in quelle prossime. Un economia, una politica ed un Welfare europeo che si strutturerà in un nuovo modello di efficacia, al quale dobbiamo farci trovare preparati per poterne cogliere a pieno tutte le potenzialità”.
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