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UNIVERSITÀ, È BOOM DI STUDENTI DI PRIMA GENERAZIONE

UNIVERSITÀ, È BOOM DI STUDENTI DI PRIMA GENERAZIONE
Luglio 01
11:35 2019

UNIVERSITÀ, È BOOM DI STUDENTI DI PRIMA GENERAZIONE: DAGLI ESPERTI I CONSIGLI PER AIUTARLI A LAUREARSI E COMBATTERE L’ABBANDONO

 

Primi in famiglia ad intraprendere il percorso universitario, con la loro istruzione possono stimolare la crescita economica e dare alle università l’opportunità di provvedere a una nuova demografia crescente e vitale. Per supportarli nelle difficoltà del percorso accademico, gli esperti consigliano agli atenei d’investire nel tutoraggio, aumentando la consapevolezza sulle sfide da affrontare e promuovendo il networking.

 

L’espansione della classe media globale entro il 2020 comporterà un boom degli studenti universitari di prima generazione. Basti pensare che secondo l’Higher Policy Institute di Oxford soltanto in Cina se ne conteranno 37 milioni e in India 27 milioni, mentre in Italia secondo AlmaLaurea nel 2018 i laureati di prima generazione sono stati il 70,1% del totale, circa 196mila. Ma durante il percorso accademico questi studenti sono anche i più esposti a difficoltà economiche e sociali, come conferma una ricerca pubblicata sul Washington Post, secondo cui il 69% degli studenti di prima generazione esprime addirittura il desiderio di aiutare la propria famiglia, rispetto al 39% dei ragazzi i cui genitori hanno conseguito la laurea. Secondo uno studio pubblicato su Business Insider, negli USA negli ultimi 25 anni anche i costi universitari sono incrementati: le tasse delle università private sono aumentate del 587% e quelle delle pubbliche del 683%. Ma non è tutto, anche il costo dell’alloggio è aumentato del 60%, rappresentando una spesa onerosa per gli studenti che provengono da famiglie a basso reddito. Fattori che si ripercuotono sul percorso accademico: secondo una ricerca pubblicata da USA Today, soltanto l’11% degli studenti di prima generazione riesce a conseguire una laurea triennale entro i 24 anni. Per rispondere efficacemente a questo scenario, gli esperti consigliano alle università di offrire servizi di sostegno come l’onboarding e il tutoraggio, promuovere sessioni di formazione e seminari sulle sfide da affrontare e favorire il networking, al fine di costruire una potente rete sociale di supporto.

 

È quanto emerge da uno studio condotto da Sodexo con l’Institute for Quality of Life, consultabile gratuitamente a questo link e finalizzato a individuare i trend che stanno ridefinendo la qualità della vita nei campus. Gli studenti di prima generazione hanno il potenziale per stimolare la crescita economica con la loro istruzione superiore, ma necessitano di essere supportati attraverso l’ascolto e la comprensione dei loro bisogni – afferma Franco Bruschi, Head of Schools & Universities Segment di Sodexo Italia, azienda leader mondiale nei servizi di Qualità della Vita – Si tratta di un supporto che può partire dalla ridefinizione di alcuni servizi, come l’offerta di ristorazione. È per questo motivo, che, grazie alla nostra esperienza con più di 700 college e università in tutto il mondo, abbiamo scelto di creare Eat, un’offerta food così eterogenea da soddisfare una molteplice varietà di gusti, migliorando concretamente la quotidianità nei campus attraverso un ristorante articolato su 8 isole tematiche. Ma non è tutto, perché i nostri servizi alberghieri, di conciergerie, accoglienza e reception, attivi ad esempio presso l’Università Bicocca di Milano, rappresentano una valida risposta in grado di porre attenzione agli studenti di prima generazione e dare un supporto concreto ai ragazzi italiani e stranieri”.

 

L’importanza di un supporto morale nei confronti degli studenti di prima generazione è condivisa anche dalla dott.ssa Linda Banks-Santilli, preside associato del Boston University Wheelock College of Education and Human Development: “Gli studenti di prima generazione hanno bisogno di un’attenzione e di un sostegno mirati, a differenza di quelli i cui genitori hanno intrapreso e concluso il percorso accademico universitario. Necessitano di provare un senso di appartenenza verso l’università e sentire di meritare il loro posto al suo interno: in questo senso gli atenei possono offrire corsi obbligatori in diverse modalità e tempistiche per aiutarli a ridurre i tempi per il conseguimento della laurea e risparmiare denaro. Inoltre, fornire alternative meno dispendiose, espedienti o finanziamenti per i materiali didattici più costosi può anche compensare i costi da sostenere per l’istruzione”. Pensiero condiviso dal dott. David Beard, professore associato della Facoltà di Comunicazione Retorica, Scientifica e Tecnica presso la University of Minnesota: “Ho vissuto sulla mia pelle le difficoltà dell’essere il primo della mia famiglia a frequentare l’università. Gli studenti di prima generazione affrontano il percorso accademico con il peso di numerose pressioni derivate da condizioni economiche, sociali e a volte anche barriere linguistiche. Uno scenario negativo che spinge la maggior parte di loro ad abbandonare l’università perché non si sentono accettati. Gli atenei e l’intero personale devono essere in prima linea per aiutarli nel miglior modo possibile attraverso servizi di tutoraggio e onboarding”.

 

Nonostante gli ostacoli considerevoli, gli studenti di prima generazione apportano numerosi punti di forza all’esperienza universitaria: sono motivati, intraprendenti, riconoscenti all’assistenza e resilienti di fronte alle avversità. Basti pensare che secondo un sondaggio pubblicato da Psychology Today su 12mila studenti americani, l’87% ha dichiarato di sentirsi privilegiato di frequentare l’università e di essere disposti a tutto per laurearsi con successo. E la loro positività, se adeguatamente supportata, migliora l’intero circuito accademico. Pensiero condiviso dalla dott.ssa Amy Baldwin, direttore del Department of Students Transitions presso la University Central Arkansas: “Qualsiasi azione venga fatta a supporto degli studenti di prima generazione va a beneficio di tutti. Dopotutto, quanto più uno studente è preparato per gestire gli aiuti finanziari a sua disposizione, collaborare con i tutor, connettersi con i servizi di supporto e collaborare con i compagni di studio, tanto più è forte il corpo studentesco nella sua totalità. Il risultato è una reazione a catena che si propaga tra le generazioni”.

 

 

Tra le varie azioni che possono essere intraprese dagli atenei per agevolare l’integrazione degli studenti di prima generazione gli esperti hanno individuato 4 ambiti su cui le università devono concentrarsi:

 

  • OFFRIRE UN SUPPORTO BASATO SULL’AFFINITÀ

L’onboarding e il tutorato da persone che hanno avuto un’esperienza simile sono esempi di servizi di supporto che le università possono offrire per aiutare gli studenti di prima generazione nella transizione.

  • AUMENTARE LA CONSAPEVOLEZZA

Prevedere sessioni di formazione e seminari per il corpo docenti per riconoscere le sfide che incontrano gli studenti di prima generazione, così come offrire alternative meno dispendiose e finanziamenti, può ridurre i tempi di conseguimento della laurea e permettere di risparmiare denaro.

  • PROMUOVERE PROGRAMMI DI NETWORKING

Promuovere relazioni significative con altri studenti, personale e tutor può aiutare gli studenti di prima generazione a costruire una potente rete di supporto. Inoltre, usare i canali di comunicazione online può aiutare a preparare e iniziare gli studenti in arrivo.

  • RENDERE ACCESSIBILI LE INFORMAZIONI

Personalizzare il sostegno alla qualità della vita per gli studenti di prima generazione può aiutare a rafforzare il senso di appartenenza.

 

 

 

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