Università di Macerata – L’imposizione del silenzio a Clara Ferranti
Da alcuni giorni si è scatenata una diatriba riguardo ad un fatto avvento in un’aula dell’università di Macerata. A metà ottobre di quest’anno una docente, Clara Ferranti, ha recitato un’Ave Maria durante una lezione, come simbolo di pacificazione per le divisioni che affliggono l’umanità. La sua azione è stata fortemente censurata negli ambiti accademici ma personalmente ritengo che una preghiera non sia un’offesa, né può essere considerata fuori luogo, anche in un contesto universitario laico, se ha lo scopo di far riflettere sulla condizione in cui la società si ritrova.
La preghiera in se stessa, quando rivolta all’unica divinità, non è una predica con la quale si vuole convertire l’ascoltatore ad una specifica religione. La preghiera soprattutto se dedicata alla “Matrice Universale” è un atto di interiorizzazione della coscienza nella Coscienza. Debbo specificare che lo scrivente si considera totalmente laico, non identificandosi con alcuna religione costituita, anzi ha portato avanti una campagna di sensibilizzazione tesa al superamento del pensiero religioso settario in favore di una spiritualità laica e naturale che accomuni tutti gli esseri. A tal fine proposi già diversi anni fa che nelle scuole la materia religiosa fosse trasmessa in forma di “Storia delle religioni”. La preghiera, però, a qualsiasi fede appartenga, è come un inno, una poesia che sorge dal cuore, quindi non è materia di catechesi. Come accettiamo ed apprezziamo la poesia di Leopardi, di Dante, di Ovidio, di Omero o di ogni altro poeta possiamo accettare la preghiera, rivolta a qualsiasi forma della Divinità. Divinità che non appartiene specificatamente ad una religione.
La preghiera è un afflato dell’animo per avvicinarsi all’Essenza divina che risiede dentro di noi. Se invece dell’Ave Maria la professoressa avesse recitato un antica lode ad Iside sarebbe stato più accettabile al “laicismo” bigotto del rettore Adornato, dell’università di Macerata? Egli uniformandosi al pensiero “politicamente corretto”, che prevale attualmente nella nostra società, ha ritenuto opportuno censurare come “impropria alle finalità culturali dell’ateneo” l’invocazione (senza per altro imposizione a ripeterla all’unisono) recitata nell’aula da Clara Ferranti, ed ha chiesto scusa agli studenti che se n’erano lamentati.
Ora, a pensarci bene, mi sembra che questa querelle e la presa di posizione “laicista ad oltranza” del rettore Adornato sia solo l’ennesima offesa contro il mondo femminile. Una donna che si rivolge al simbolo della Madre Universale va censurata, perché la donna è un essere inferiore e non deve permettersi di prendere iniziative che mettano in dubbio il dettame “patriarcale”, in ogni sua forma.
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