Unicum
Unicum
Ad Alatri, cittadina dell’entroterra laziale, è presente nel Convento di San Francesco, la raffigurazione del Cristo Pantocratore. Emerso per caso nel 1996, è sito all’interno dei locali annessi al Chiostro di San Francesco, la cui data di realizzazione è fatta risalire ai secoli XIII-XIV ma l’autore è ignoto. Di dimensioni 140 cm di diametro circa, rappresenta un Unicum perché non esistono altre raffigurazioni di questo tipo a oggi conosciute. Realizzato tramite la tecnica dell’affresco, presenta Cristo Pantocratore all’interno di un labirinto di tipo “Chartres”. Ora, l’iconografia del Cristo Pantocratore è tipica dell’arte bizantina; ciò che non è altrettanto tipico è il porre la figura del Cristo Pantocratore all’interno di un labirinto. Infatti, generalmente lo ritroviamo nelle Chiese, all’interno dell’abside, con la mano destra in funzione benedicente e nella mano sinistra il libro delle Sacre Scritture. Esempi del genere possono essere riscontrati in vari edifici di culto come nel Duomo di Monreale, in Sicilia; oppure nella Basilica-Museo di Santa Sofia, a Istanbul. Altro elemento tipico di questa raffigurazione è lo sfondo dorato sinonimo della luce divina che tutto illumina e regge e l’immagine di grandi proporzioni che “tutto vede”. Nel Cristo Pantocratore di Alatri invece, come si può notare dall’immagine, vi sono delle sostanziali differenze. Innanzitutto per sfondo è raffigurato un labirinto; mentre la mano destra in funzione benedicente non si ferma a tale funzione, ma indica l’uscita da esso. Inoltre, lo sfondo giallo, la luce, il logos che regge il creato, lo ritroviamo sul suo pallio, in contrasto con la tunica sottostante di colore bianco, quasi a indicare in maniera allegorica sia la “fisicità” della figura del Cristo; che “l’immaterialità”. Ora, oltre a queste interpretazioni delle vesti del Cristo, interessante è anche la tipologia del labirinto raffigurato. Partiamo dal modello. Uno identico ma di dimensioni maggiori – ha un diametro di 12,87 metri – è presente nella Cattedrale di Chartres, in Francia. Posto sul pavimento della navata centrale, la sua realizzazione è fatta risalire all’incirca nel XIII secolo. Nello specifico, i due labirinti presentano il percorso con la stessa entrata e uscita, e formati da dodici spire. Il perché di queste caratteristiche comuni non è certa.
Interessante, è il significato del labirinto in generale. Di origini precristiane, rispecchia la rappresentazione della difficoltà di “percorso”. Ora, se proviamo ad abbinare i due significati del Cristo Pantocratore e del labirinto, l’interpretazione complessiva dell’affresco potrebbe essere la seguente: il saper “trovare” Cristo implica un percorso individuale o collettivo sicuramente impegnativo, come d’altronde lo è l’affrontare e risolvere i problemi che la vita di tutti i giorni ci presenta ma che, una volta trovato, soprattutto se si è al “centro” di una difficoltà, un “aiutino”, giova; come può esserlo il rivolgersi a un amico, parente, conoscente, persona competente, istituzione o semplicemente credere in se stessi. Si potrebbe fare un’analogia tra tale raffigurazione e il “sistema solare”, dove al centro, “la luce”. Misericordia. Solidarietà.
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