Un’attrazione fatale – Televisione pubblica e politica in Italia
Un’attrazione fatale Televisione pubblica e politica in Italia di Cinzia Padovani, Asterios editore
«Il giornalista è la prostituta, e la relazione tra politica e giornalismo è come quella tra la prostituta e il suo cliente. Lei offre sé stessa sulla strada; il cliente la vede e la prende.
La stessa cosa accade tra noi e i politici. Offriamo noi stessi e i politici ci comprano.
La maggior parte dei miei colleghi è convinta di star facendo un buon lavoro, di star fornendo informazione… Io credo invece che la relazione tra politici e giornalisti sia di tipo criminale, e che in tale relazione ognuna delle due parti si meriti metà della condanna all’ergastolo; e noi giornalisti siamo colpevoli di mantenere il silenzio su queste cose. I giornalisti italiani sanno molto bene che il loro solo ruolo è quello di essere uno strumento docile e passivo nelle mani dei politici. Pertanto sono molto contenti di svolgere tale ruolo.
Guadagnano bene e vivono molto meglio rispetto ad altri giornalisti in altre parti del mondo, e in realtà non lavorano affatto…» Stefano Picchi
La casta dei giornalisti – «In Rai la vita e la politica non sono più solo questioni di alleanze politiche. Per parlare in termini generali, la casta dei giornalisti in Italia è sempre stata piuttosto ritirata e settaria. è composta principalmente di giornalisti, ma nemmeno i giornalisti si possono iscrivere. è una casta, come ho detto. Ti prendono un campione del sangue, analizzano il tuo albero genealogico. Fanno un’indagine molto accurata perché una volta che sei uno di loro, che sei dentro, sei protetto. Funziona come per le logge segrete. Avrai sostegno nelle situazioni difficili; sarai aiutato nella tua carriera. Il criterio di ammissione è quello delle caste, delle logge, delle amicizie personali. Questa casta dei giornalisti, come qualsiasi casta o loggia, amministra il potere; è quindi in grado di fornire contratti, assunzioni, e avanzamenti di carriera.» Roberto Mastroianni
Cinzia Padovani è ricercatrice associata all’Università di Colorado nella Scuola di giornalismo e comunicazione di massa.
Abbiamo pubblicato questo libro nel 2007. Le cose da allora non sono cambiate per il meglio e il declino inarrestabile del paese sta anche nel declino della sua “libera” stampa e informazione. A parte le polemiche di questi giorni, fra le prostitute al governo e quelle delle stanze dei giornali e televisione, mi chiedo, con infinita tristezza, come è possibile che un giornalista, con un posto di lavoro stabile e regolarmente remunerato, continui ancora a scrivere sapendo che più della metà e oltre dei pezzi pubblicati sul suo giornale sono pagati da 2 (due) a 5 (cinque) euro per pezzo ai suoi giovani aspiranti colleghi! Asterios Delithanassis
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