Una vigna da curare? Che Liber ci aiuti!
2015 – SCORE-it 2015, nell’ambito della più prestigiosa conferenza internazionale di Ingegneria del software. Vincente è stato il loro Liber, un sistema che permette il monitoraggio, la cura e la valorizzazione dei vigneti, da remoto.
Cosa fa Liber
Liber, chiamato anche Liber Pater, era l’antico dio italico della fecondità, del vino e della sfrenatezza. Oggi Liber è un sistema pro-attivo che sfrutta l’Internet of Things, ovvero i dati raccolti da reti di sensori installate nei vigneti, e li interpreta, fornendo supporto al vignaiolo – il Winemaker – con il controllo da remoto dei parametri essenziali (temperatura, umidità, ecc) e allertandolo in caso di alta probabilità di eventi critici.
In questo modo Liber aiuta nel monitoraggio degli agenti inquinanti dell’aria; tiene sotto controllo il tasso di umidità del suolo e quindi aiuta nell’irrigazione automatica; allerta il vignaiolo in caso di probabili gelate dal momento che è in contatto i motori di ricerca meteo e aiuta anche nella gestione degli eventi calamitosi, come le micidiali grandinate o delle malattie della vite, come la peronospera, favorite da determinati fattori ambientali. Liber quindi si propone come promotore di uno sviluppo eco-sostenibile, consentendo la gestione quanto più possibile ingegnerizzata della coltura della vigna e puntando al risparmio di energia, acqua, ecc
Cosa ne pensano gli inventori
“Il mondo del vino è di primaria importanza da un punto di vista sociale, culturale ed economico – hanno detto i giovani protagonisti Michele Coppola, Andrea Di Lonardo, Luca Fanelli, Giulio Montenero, Luca Paoli – E anche Ernest Hemingway asseriva che «Il vino è uno dei maggiori segni di civiltà nel mondo». Rispetto al pensiero di Hemingway abbiamo cercato di fare un passo ulteriore per trasferire tutta l’importanza anche alla vigna e al lavoro che si svolge in essa. Parafrasando il pensiero di Hemingway si giunge all’idea che la vigna, e non solo il vino, sia in realtà “il maggior segno di civiltà nel mondo”. Forti di questa idea siamo arrivati a immaginare, e successivamente a implementare, Liber”. “Il sistema Liber percorre due strade parallele: da una parte si offre di supportare il lavoro del Winemaker, dall’altra si pone l’obiettivo di arricchire la conoscenza riguardo i vigneti da parte del consumatore del prodotto finale, in modo tale da acquisire maggiore consapevolezza riguardo la storia, i problemi, le risorse e le peculiarità della vigna che lo ha prodotto”.
Gli step successivi
Ai ragazzi manca la parte finale del progetto, ovvero la prova nella vigna: “Il prototipo non è stato testato in un ambiente reale bensì in un ambiente simulato – hanno sottolineato i ragazzi – Come possibile sviluppo futuro, prevediamo la possibilità di sperimentare il sistema in un vigneto reale, proponendo come obiettivo finale quello di migliorare la qualità e la quantità del raccolto”. Per loro un’importante implicazione sociale consiste nell’uso di dati aggregati e nel tracciamento della storia dei vigneti: “In questo modo è possibile, dal punto di vista del Winemaker, promuovere politiche volte alla valorizzazione del territorio agricolo e, dal punto di vista del consumatore, svolgere autonomamente il controllo del prodotto finale”.
I tutor che li hanno accompagnati sono stati il prof. Giovanni Cantone, il prof Vincenzo Grassi e Fabio Armani, Sr Lean Agile coach. “Gli attori sono stati essenzialmente loro” ha rivelato il prof. Grassi, mentre Armani ha sottolineato l’imprenditorialità del gruppo di ragazzi: ” mi è piaciuto tantissimo lo spirito del team e la loro capacità di abbattere la barriera tra chi decide cosa fare e chi la fa: una vera start-up”.
La tecnologia usata
Liber è stato sviluppato seguendo la metodologia Agile, adattata a un contesto universitario. In particolare, è stato utilizzato Scrum come framework di sviluppo del software. Liber adotta l’architettura tipica di un’applicazione web e la metodologia è Object Oriented, con impiego sistematico del pattern Model View Controller. Per modellare la comunicazione con gli attori, la configurazione e la persistenza dei dati, Liber impiega lo stack protocollare MEAN, mentre per l’allineamento delle versioni dei diversi membri del team è stato utilizzato Git. Per la realizzazione del prototipo presentato durante la competizione, è stata utilizzato un modello di torretta chiamato Tirso (il nome deriva dal bastone sacro del dio Liber). Il Tirso contiene al suo interno un Arduino Uno collegato a sua volta a due sensori che rilevano la temperatura, l’umidità dell’aria e umidità del suolo. I dati raccolti dal sensore vengono trasmessi ad un server locale mediante il protocollo Bluetooth; il server a sua volta invia i dati in rete per la visualizzazione di grafici e l’implementazione dei servizi offerti dal sistema. Per la sperimentazione sul campo invece si prevede un tipo di rete di sensori più complessa, facendo uso di Raspberry come server locale e del protocollo ZigBee, scelto per le sue caratteristiche di risparmio energetico e per l’ampia area che può coprire.
Per ulteriori info
International Conference on Software Engineering – ICSE 2015
SCORE-it 2015 – Italian Student COntest in softwaRe Engineering
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