UNA STORIA DEI DIPENDENTI COMUNALI DI ALBANO LAZIALE
Dalle delibere della Giunta del Comune di Albano Laziale emerge che, nel periodo che va dall’Unificazione d’Italia agli anni 50 del secolo scorso, per vari motivi i dipendenti comunali sono stati oggetto di provvedimenti disciplinari, spesso con conseguente sospensione dal servizio e dalla paga.
Nella maggior parte dei casi tali provvedimenti hanno riguardato i Vigili urbani che non svolgevano appropriatamente il proprio dovere e gli spazzini, spesso rissosi ed ubriachi. In altri casi la sanzione ha colpito gli impiegati per la loro inefficienza o per manifestazioni di mancanza di rispetto per i superiori. Le sanzioni talvolta venivano condonate in occasioni particolari quali eventi di ricorrenze, durante il Regno d’Italia, nella famiglia Reale, o di eventi civili o di feste religiose.
Di seguito vengono riportati alcuni provvedimenti.
Nel 1886 il Direttore di Polizia Alessandro Petrongari e le guardie Ernesto Lannini e Matteo Sirilli vennero multati rispettivamente di tre e due lire per non aver vigilato sull’interramento di un cavallo morto in città, e la guardia Sabatini di tre lire per aver smarrito il revolver.
Nel 1890 la guardia Giuseppe Carnevali venne sospesa per cinque giorni per la sua riprovevole condotta.
Nel 1890 le guardie Matteo Sirilli e Vincenzo Silvestroni vennero ammonite e sospese.
Nel 1894 il Brigadiere Cesare Moppi ed il Capo scopino Luigi Spaccatrosi furono ammoniti con la diffida del licenziamento.
Nel 1929 il dott. Arnaldo Capanna, medico condotto del Comune, venne sospeso dal servizio e dallo stipendio per la durata di un mese e sostituito dal dott. Nestore D’Alessio; il fontaniere Guerrino Ricci venne sospeso per cinque mesi e sostituito dall’operaio Domenico Sbordoni.
Nel 1930 la guardia Alfredo Sannibale abbandonò il servizio per assistere ad una partita di carte e ricevette un’ammenda di due giorni con sospensione del salario.
Nel 1934 a tutte le guardie venne inflitta l’ammenda di una giornata di salario con diffida di scioglimento del Corpo per la mancata azione di vigilanza sulle deliberazioni per l’osservanza dei prezzi nei pubblici esercizi.
Nel 1938 l’agente Ferdinando Antonacci fu multato con due giornate di salario per aver abbandonato il servizio ed essersi recato dal barbiere.
UNA STORIA DEI DIPENDENTI COMUNALI DI ALBANO LAZIALE
Nel 1950 il Messo comunale Fernando De Rossi veniva censurato per aver mancato di rispetto al Segretario capo del Comune; l’archivista-protocollista Vittorio Fedeli veniva censurato per manchevolezze nello svolgimento del lavoro.
Nel 1951 la scrivana Sig.na Maria Benedetti venne deferita alla Commissione di disciplina per aver oltraggiato il consigliere Goffredo Pezzi “con parole ‘mascalzone’, a voce alta, con arroganza e con alterigia in presenza di pubblico, impiegati ed amministratori.”
Nel 1950 al vigile Vittorio Linari venne inflitta la censura per il contegno non corretto nei confronti di un Comandante suo superiore.
Nel 1957 il vigile Vittorio Linari fu sottoposto a censura per essersi recato, durante il servizio, nel negozio della moglie. Il provvedimento fu revocato in occasione delle feste natalizie.
Nel 1958 il netturbino Adriano Lestini venne sospeso per due giorni con privazione della paga per non aver curato la pulizia del Corso G. Matteotti.
Di fronte a comportamenti riprovevoli come mancare di rispetto per i superiori, svolgere in maniera inadeguata il proprio lavoro, assistere in servizio ad una partita a carte, andare dal barbiere, visitare il negozio della moglie – infrazioni tutto sommato di lieve gravità – venivano assunti nel periodo considerato provvedimenti e comminate sanzioni. Emerge dunque un contesto istituzionale che richiede ai dipendenti pubblici un’adeguata dirittura morale ed etica – considerata essenziale per ottenere credibilità presso la cittadinanza – come prescritto nell’articolo 54 della Costituzione: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”.
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