UNA “SEMPLICE” STORIA D’AMORE
Ci sono storie che meritano di essere raccontate. Questa è una di quelle. Accomuna una grande donna ed un’anziana cagnetta randagia, per oltre 12 anni su strada, fino al suo salvataggio, in extremis, ed al suo felice vivere, anche se solo per pochi mesi, al caldo ed al sicuro.
La donna e la cagnetta randagia sono morte nello stesso giorno, in due diverse parti dell’Italia, a poche ore di distanza l’una dall’altra. Era il 17 maggio del 2023. Mariacristina Buttignoni viveva a Lodi. Nocciolina era l’ultima sopravvissuta di un branco di innocui e maestosi cani randagi che stazionava su una piccola porzione del territorio di Frascati e Monteporzio Catone. Mariacristina ha dedicato la sua vita agli altri ed è rimasta nel cuore di molte persone. Nocciolina è rimasta nel cuore di chi l’ha salvata, malata e ferita, e l’ha accolta nella propria casa per darle amore, pace e dignità. E anche lei ha dato tanto amore, in cambio, come solo un animale può e sa fare. Mariacristina, è stata mamma di due ragazzi, ormai uomini speciali come lei. Volontaria dal 2002 al 2008 per la Croce Rossa come autista di ambulanze e soccorritore, e negli stessi anni per la Protezione civile. L’esperienza di quasi venti anni come volontaria per Amnesty International, sempre in difesa dei diritti umani, fino al volontariato per i cani perseguito fino alla fine dei suoi giorni anche come operatrice IAA (con le sue boxer Libera ed Emma).
Perché la sua anima era così, mai escludente, sempre disponibile ad aiutare tutti. In fondo lei amava la vita, l’ha amata sempre, anche nelle difficoltà anche nei momenti più bui. Era vento, era sole, era pace per ogni persona che incontrava, la sua voglia di vivere così contagiosa, la sua forza morale che dava la linea da seguire, sempre e comunque.
E questa capacità di donarsi, in maniera molto empatica e professionale ha trovato la sua strada nella Fondazione Stefano ed Angela Danelli, dove Cristina, come sottolineato anche dal Direttore generale Francesco Chiodaroli, “ci ha aiutato a fare un pezzo di storia del welfare per le persone disabili”. Era diventata coordinatrice e responsabile del centro diurno disabili della Fondazione, con la sua grande capacità di ascoltare, accogliere, e con le competenze di pedagogista aveva disegnato con i colleghi una diversa inclusione sociale, dove finalmente anche i disabili si poteva iniziare a parlare di qualità della vita e di servizi finalizzati al riconoscimento sempre e comunque della dignità, della straordinarietà e dell’unicità della persona, da anteporre alla fragilità, anche quella più grave. Dove c’era il bene da fare lei era presente, sempre, con consigli, telefonate, corse in macchina per arrivare ad aiutare qualcuno. Quante persone ha aiutato, aveva sempre lo spazio per gli altri, quasi dimenticando se stessa. E quanti cagnini ha portato in famiglia, prima nella sua che era diventata lo stallo per eccellenza dei più fragili, e poi nelle case di molte famiglie, cercando di alleviare il dolore per un’altra perdita, o semplicemente per portare il sorriso, amore e serenità nelle vite
Anche la malattia non aveva allontanato Cristina dalle sue passioni. La sua è una di quelle storie che lasciano il segno in ogni persona che l’ha incontrata o anche solo avvicinata. Molte lacrime sono state versate dalla famiglia, dagli ospiti e dai colleghi della Fondazione, dagli amici. È stata una perdita enorme, ma lei ci ha lasciato un testamento spirituale bellissimo che ancora oggi è pubblicato sulla sua pagina facebook. Da questo testamento, quando ormai la malattia le aveva fatto prendere consapevolezza del suo destino ha creato un gruppo OHANA, fatto di tante persone provenienti da tutta Italia, dalla Puglia alla Campania, dal Trentino al Piemonte passando per Toscana, Lombardia, Liguria, Emilia, Lazio; tutte persone così diverse e con storie differenti ma accomunate in fondo da un tratto comune, “… Vi ho raggruppato perché siete il bene. E poi perché dovrete fare qualcosa di bene insieme quando io non ci sarò più”. Ecco Cristina pensava agli altri anche in quei momenti bui.
La sua Ohana in questi mesi ha fatto diversi progetti: ha creato un gruppo teaming: https://www.teaming.net/criliberapersempre e ad un anno dalla sua scomparsa ha aiutato e continua ad aiutare chi ne ha bisogno, ha stampato magliette e con il ricavato ha fatto donazioni per associazioni che promuovono il bene. Su tutto il territorio italiano. Per lei e in nome di lei è stata anche creata una mail criliberapersempre@gmail.com per accogliere progetti e idee in suo nome. A lei sempre tutto il bene.
Nocciolina, per chi l’ha amata “Nocci”, è stata una cagnetta buona che ha difeso i suoi cuccioli, il suo branco, ed ha vissuto pericolosamente, con paura, coraggio, amore per chi la seguiva, negli ultimi anni quotidianamente, con pappe buone, coperte pulite e la controllava da chi la maltrattava, non solo a parole. Sino a quando, ferita e stremata, si è lasciata prendere e si è affidata a quegli umani che l’avevano sempre protetta e che sono stati anche penalizzati da leggi “strane” e parole cattive. Ma non era importante. Vitale era che la piccola fosse finalmente al sicuro da chi voleva farle del male. Perché il giusto supera tutto ciò che ingiusto è. Mariacristina conosceva la storia di Nocciolina ed a distanza “tifava” per lei. Sino all’ultimo respiro, di entrambe. Sono andate via insieme seppur lontane. Perché ci sono sentieri misteriosi che non si possono spiegare e che non vanno spiegati. Ma sono luce e pienezza. Ci piace pensare che siano felici e siano accanto a chi le ha amate.. Chiudiamo con le toccanti parole del testamento spirituale di Mariacristina, sapendo che la lezione di vita di entrambe resterà impressa come dono prezioso per chi ha saputo e saprà accoglierlo:
“Ci saranno giorni in cui vi sentirete più tristi e soli, soffocati da millemila preoccupazioni e magari vi servirà una carezza e un po’ di forza. E magari io non sapró più come farvela arrivare. Così ora fisso in alto al mio profilo questo post. È tutto il mio Bene per voi. Potrete venire a leggerlo ogni volta che vi servirà
Chiunque tu sia e ovunque tu sia, ti prego di credere che i tuoi sogni possono ancora diventare realtà. Che il tuo dolore, qualunque esso sia, un giorno finirà. Che tu e le persone che ami tornerete a respirare a pieni polmoni. Sollevati.
Vorrei poter mandare tanto amore e tanta forza a chi si sente triste e fragile, a chi a causa delle preoccupazioni deve affrontare fatiche del cuore e del corpo che paiono insormontabili. A chi è solo. A chi è ricoverato. A chi dovrà ricoverarsi. A chi è sfinito. A chi ha appena ricevuto una notizia terribile e piange disperato. A tutti i malati e ai caregivers. E a tutte le persone buone
Io ce l’ho messa sempre tutta. Voi non mollate una cippalippa. A niente e a nessuno.
Siate felici del poco. Che è tanto. Ma tanto tantissimo. Dissi sempre.
Ecco, in questo giorno denso, vorrei dire a tutti quelli che si sentono oppressi da un dolore o da una fatica:
ti sto inviando così tanto amore,
chiunque tu sia ed ovunque ti trovi.
Sei prezioso.
Sei degno.
Sei coraggioso.
Sei più forte di quanto pensi.
Non arrenderti mai, che qui non si molla una cippalippa.
Una carezza di bene ad asciugare le troppe lacrime. Ad allontanare le vostre preoccupazioni
E poi amate e amatevi. Forte fortissimo più che potete, amate sempre.
Amate con i fatti, non solo con le parole.
Persone, animali, mondi, lavoro, ideali. Perché solo questo vi salverà dal deserto dell’anima.
Non sciupate la vita a marcire dentro gabbie di rabbie e dolori. È breve, va vissuta.
Amate, amate sempre.
Sì, soffrirete e gli addii e le morti lasceranno cicatrici che nel tempo coltiverete.
Ma perdinci, non smettete mai di amare! Di fare. La vita è un soffio, dopo solo il nulla eterno senza vento tra le foglie ed i pensieri. Niente più ghiande che cadono sotto la grande madre, niente sentori d’autunno e profumi di primavera. Niente passeggiate verso sera col cielo che si infiamma e le voci dei figli che ridono.
Amate e amatevi, fatelo sempre con gioia e rispetto
Tenete lontane le persone che fanno e vi fanno del male, sono zaini pericolosi che vi succhieranno ogni energia. Il male va sempre tenuto a distanza.
Ci abbracceremo ancora. Nei sogni. Quando fioriranno i gelsomini e le lacrime saranno soltanto vetrini di arcobaleno nel caleidoscopio dell’anima. Là, dove la vecchia quercia continuerà a sfidare fiera il cielo e a regolare gli equilibri della vita. E della morte.
Io saró con lei”.
Susanna Dolci
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