RIVOLUZIONE NELLE ELEZIONI AD ALBANO: SVELATA IN ANTICIPO DA UNO DEI CANDIDATI LA COMPOSIZIONE DELLA GIUNTA
Nei manifesti affissi sui muri della città il candidato alla carica di sindaco Bruno Valentini afferma “Ad Albano la rivoluzione parte da qui”. E in effetti, il candidato del Partito Comunista ha fatto un atto rivoluzionario annunciando, con un mese di anticipo sulla data delle elezioni, i nomi degli assessori che, se verrà eletto, lo affiancheranno nell’amministrazione di palazzo Savelli, e specificando le deleghe che verranno affidate a ciascuno.
Se non si tratta di una rivoluzione nell’accezione classica, siamo certamente di fronte a un cambio di paradigma: la prassi di anticipare la composizione della squadra non è mai stata adottata ad Albano e in molti, se non in tutti, i Comuni dei Castelli Romani. Va osservato che la pratica dell’annuncio della squadra in natura esiste, come testimoniato da Stefano Bonaccini in occasione delle recenti elezioni in Emilia Romagna.
Finora gli assessorati sono stati attribuiti dopo le elezioni in base al bilancino dei voti ottenuti: tanti voti, tanti posti di assessore e incarichi (di potere) di vario genere. In questo modo gli assessori non sono, come previsto dalla legge, collaboratori che il sindaco sceglie per le loro competenze e per la loro affidabilità, ma mandatari di altri. Ciò indebolisce l’azione amministrativa e conduce a fibrillazioni che troppo spesso finiscono con la dissoluzione della compagine alla guida della città e l’arrivo del commissario prefettizio.
Nello scenario “ rivoluzionario “ i cittadini votanti di Albano avranno di fronte un quadro completo: il candidato alla carica di sindaco, il suo programma e l’insieme delle persone saranno al suo fianco – e conoscere in anticipo la squadra di governo fornisce un importante elemento di giudizio a chi si accinge a depositare la propria scheda nell’urna delle elezioni.
La conoscenza anticipata dei nomi degli assessori avrebbe un effetto benefico e consentirebbe di ridurre l’impatto negativo prodotto dalla ricerca di equilibri politici di bassa lega. Ne è un esempio quanto avvenuto nella legislatura ormai al tramonto allorché il sindaco non ha nominato l’assessore ai servizi sociali e quello alla cultura, ed ha conferito a due consiglieri comunali le deleghe – che peraltro deleghe non erano. E’ del tutto ragionevole sostenere che tale anomala soluzione istituzionale, che configurava un conflitto di interessi dei consiglieri al contempo controllori e controllati, sia stata dovuta agli irrisolti conflitti tra le otto liste della coalizione che hanno “azzoppato” il sindaco e privato la città di due figure fondamentali per la conduzione della cosa pubblica.
Cosa faranno ora gli altri tre candidati in lizza per lo scranno di Palazzo Savelli? Continueranno a essere prigionieri dei loro equilibri interni sottraendo agli elettori un fondamentale elemento di giudizio o seguiranno, obtorto collo, l’esempio del loro competitore per evitare di perdere consensi?
Nello scenario “rivoluzionario” lo sforzo di chiarezza sarebbe più facile per il Movimento 5 Stelle, che ha una sola lista, ma sarebbe ben più complicato per gli schieramenti di Centro-sinistra e di Centro-destra con, rispettivamente, nove e sette liste (va ricordato che nelle precedenti tornate elettorali un terzo delle liste era “farlocco”, non avendo raggiunto nemmeno il numero di voti pari al numero di presentatori della lista).
Se tutti e quattro candidati annunciassero durante la campagna elettorale i nomi degli assessori, ci troveremmo di fronte a un importante e benvenuto avanzamento della democrazia in un periodo di profonda disillusione dei cittadini di fronte ai politici e alla politica, e Albano rappresenterebbe, come in altri casi, un esempio virtuoso nel contesto dei Castelli Romani – e non solo.
Oltre quanto riportato io auspicherei che fosse affisso, in modo visibile a Palazzo Savelli, il programma del neo- Sindaco, perlomeno ridotto in 5 punti sostanziali, e li lasciato per tutta la durata del mandato.