“Una Password per la vita” di Eleonora A. Persico
In questo momento che siamo tenuti a riflettere un po’ tutti sull’emergenza sanitaria del nostro Paese, leggere Una Password per la vita di Eleonora A. Persico, Aletti Editore, ci porta a vedere ancora meglio quanto l’autrice ha cercato di trasmettere attraverso la sua poesia: il diritto di vivere questa Terra ma soprattutto quello di vivere e sognare!
Il libro nasce con una sua identità precisa e lo si nota subito perché è impreziosito da una copertina originale firmata dall’amico della Pro Loco di Ciampino, Marco Mattiacci, grafico pubblicitario, appassionato d’informatica e di disegno; l’immagine creata per la silloge rappresenta in modo ineccepibile il fenomeno migratorio: colori scelti per creare onde variopinte che avvolgono un giovane naufrago sotto al cielo.. di tutti. Versi profondi sul destino, sul buio originato dal vuoto dell’amore, sulla tragedia della guerra, sui sentimenti fraterni… molti i versi che si rifanno al naufragio fisico e morale della persona del nostro tempo.
Ultima, in ordine di pubblicazione, di una serie di scritti, testi teatrali, canzoni, la silloge dell’insegnante Persico, con prefazione di Natale Sciara, è il richiamo ai conflitti infiniti dell’uomo «che ha varcato ogni confine trovando in sé la civiltà nelle sue lotte fatte con umanità». Un richiamo alla consapevolezza che su questo spazio siamo poco più di nulla e perciò bisogna andare alla ricerca di ciò che è il senso di questo passaggio durante il quale ci ritroviamo spesso avvolti dall’ostinata arroganza e dalla desolazione. Sì perché anche noi, stranieri inconsci, ignorando la meta cadiamo nell’angoscia.
La poetessa nella sua raccolta dedicata ai migranti in viaggio attraverso il mare verso la libertà, verso la speranza, esprime tutta la sua sensibilità verso il grande dramma di chi scappa «solcando la sua miseria… dalla fame e dalla guerra». In una di queste poesie Eleonora leva il suo grido di universalità con una epifora straordinaria: Libera. Ed espande sempre più con il suo stile veemente raggiungendo l’apice, direi, con “L’amore del mondo”. Di tanto in tanto c’è il ritorno alla riflessione: l’autrice osserva, dipinge ogni espressione infausta, si chiede il perché e risponde che urge una risposta diversa, perché il sistema non funziona se la tragedia si ripete.
La seconda parte della raccolta è intitolata Esistenza e ancora una volta ci riporta a pensare al nostro oggi, una realtà che è di tutti, conferma che torna dalla forzata quarantena che ci vede uguali e “Sulla strada giusta” risuona la scelta da fare, l’opportunità di rinascere più forti: «(…)si incontreranno i nostri cuori/ e balleranno un valzer sull’idea/ di quel che resta di questa terra in festa./ Sulla strada giusta si stringeranno le nostre mani/per un domani da trattenere/ tra questi cieli…/si spargeranno le nostre vite/ come molliche/ per poi sfamare quel passerotto/ che vuol volare».
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