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Una domanda complicata

Una domanda complicata
Dicembre 17
00:00 2011

angelettiL’aereo guadagnò la sua altezza. Dal finestrino era possibile vedere un cielo azzurro sereno e azzurro profondo. Un pò più in basso, un materasso di nuvole e la sensazione di fluttuare nello spazio. Due ore di volo al mio arrivo… cerco di leggere qualcosa. Una comitiva di giovani atleti contestualizza nel trambusto festivo le proprie attese. Qualcuno domanda alla ragazza al mio fianco il suo nome: Gabriella! Il quadro sarebbe semplice, senza molta importanza, non fosse altro per una sua risposta a una domanda qualunque: “È complicato”. Cosa sarebbe complicato per una ragazza così? Non sembrava esser malata, non dimostrava nessun segnale di difficoltà o qualcosa di simile. Non era questione di soldi, forse l’amore, una relazione, va a capire! Fingendo di guardare il cielo lì fuori, fissai il suo profilo. Era bella, molto particolare.

Che cosa sarebbe complicato nella vita di una ragazza così giovane e bella? Complicato è il problema economico mondiale, Gabriella. Complicato è il contesto di mancanza di vergogna che mostra le sue viscere tutti i giorni, con la flagrante mancanza di rispetto degli uomini pubblici in paltò, con la loro immunità parlamentare, con la loro dispettosa insolenza. Complicato è lo schiaffo che il buon cittadino riceve tutti i giorni in faccia nell’avvitamento che lo imprigiona dietro sbarre di ferro con cui tenta di proteggere la propria casa contro la violenza coperta dai diritti umani, che sembrano proteggere soltanto i banditi. Questo, Gabriella, è complicato. Scoprire un’incompatibilità, provare una frustrazione amorosa, perdere il gusto per un bacio che fu bello, non ha nulla di complicato. Complicato è perdere la speranza, perdere un amico, perdere un parente.

Neanche perdere un lavoro è complicato. Complicato è non credere in noi, perdersi d’animo, perdere l’entusiasmo della vita. Ah, la vita. Nessuno può ritardare la vita e ancor meno la felicità. Complicato è non saper cosa avverrà dopo la morte, perché la morte in se, Gabriella, non è complicata. Può esser dolorosa, sofferente, ma non ha nulla di complicato. È l’unica cosa assolutamente certa. L’aereo soave atterrò. Il comandante fu applaudito. La città rimase dietro di noi con il suo freddo – questo sì è complicato – e Siviglia era davanti a noi, cielo azzurro e venticello piacevole. Due aerei stavano disinbarcando i loro passeggeri allo stesso tempo. Persi la ragazza di vista, nel mezzo della moltitudine. La immaginai dopo, vestita di rosso con i suoi occhi smeraldo. Che cosa sarebbe complicato per quella ragazza? Complicato è non saper quello che è complicato!

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