“Un viaggio interiore profondo”
Viaggiare è un modo di cambiare, una trasformazione che avviene attraverso la visione di nuovi luoghi e il contatto con persone e culture diverse. Può essere un modo per migliorare la propria esistenza, a volte è una fuga o la ricerca della libertà. Esiste un’opera che riassume i significati concreti e simbolici legati al tema del viaggio: è l’Odissea. Oltre al ritorno in patria che rappresenta la meta finale dell’eroe che si ricongiunge ai suoi cari, è il racconto di tutte le avventure, le prove, vissute da Ulisse a dai suoi compagni. Ulisse rappresenta l’intelligenza e la curiosità, è un personaggio assolutamente moderno e molto complesso. Il poema rappresenta un viaggio nelle profondità dell’anima, attraverso le sue pagine, Omero infatti non solo racconta il ritorno di Ulisse/Odisseo a Itaca ma, anche e soprattutto, svela un percorso di introspezione e scoperta dell’uomo di se stesso. In primo luogo, il viaggio stesso rappresenta il cammino dell’individuo attraverso la propria psiche. Ulisse, come ogni uomo, è chiamato ad affrontare e riconoscere aspetti nascosti del suo essere. Le sue avventure simboleggiano le sfide interne che tutti affrontiamo nella nostra ricerca di autocomprensione e maturità. Ogni ostacolo, da Scilla e Cariddi alla tentazione delle Sirene, rappresenta un aspetto diverso dell’inconscio, che si manifesta attraverso paure, desideri, impulsi e conflitti interni. Le diverse tappe del viaggio di Ulisse possono essere viste come rappresentazioni delle varie sfere dell’inconscio. Ad esempio, il confronto con il Ciclope Polifemo può essere interpretato come l’incontro con la propria natura primitiva e istintiva, una forza bruta che deve essere affrontata e superata. L’isola della maga Circe, invece, potrebbe rappresentare la seduzione delle illusioni e dei piaceri effimeri, una sfida all’autodisciplina e alla chiarezza di intenti dell’individuo. Il suo viaggio è quello dell’eroe che affronta e supera i propri demoni, in un percorso di crescita e individuazione. Il suo ritorno a Itaca simboleggia il ritorno dell’individuo a un senso di sé più evoluto e completo, avendo compreso gli aspetti più nascosti e inesplorati della propria psiche. Attraverso la figura di Ulisse, Omero ci invita a intraprendere il nostro viaggio personale di scoperta interiore, suggerendo che il vero viaggio dell’eroe non si svolge tra mari tempestosi e terre sconosciute, quanto attraverso i recessi complessi e spesso misteriosi della nostra mente. Il ritorno di Ulisse, quindi, non è solo il suo ritorno fisico a casa, ma rappresenta anche il ritorno dell’io che ha affrontato e integrato le proprie esperienze, paure e sfide, trasformandosi in un Sé più completo e maturo. La riunione di Ulisse e Penelope simboleggia quindi la reintegrazione dell’io con la parte più profonda e autentica dell’anima, quella parte che è rimasta invariata e fedele a se stessa. Nell’undicesimo libro dell’Odissea, il viaggio di Ulisse non si conclude con il suo ritorno a Itaca. Tiresia predice che, dopo aver ucciso i Proci e ripristinato l’ordine a Itaca, Odisseo intraprenderà un altro viaggio, questa volta spingendosi oltre i confini del mondo conosciuto, simbolizzati dalle Colonne d’Ercole, fino a raggiungere una terra dove il mare è sconosciuto. Questo ulteriore viaggio è un aspetto affascinante della narrazione omerica che si apre sul tema del desiderio umano di superare i propri limiti. Il passaggio di Ulisse oltre le Colonne d’Ercole può essere interpretato come il tentativo di trascendere i limiti del sé individuale per accedere a una dimensione più ampia dell’esistenza, una verità più elevata, un desiderio di connessione con un ordine cosmico e spirituale che trascende la pura esperienza umana, un viaggio dell’anima umana verso la sua origine divina, un viaggio che continua ad ispirare e sfidare la nostra comprensione dell’esistenza.
Ma se volessimo compiere un viaggio profondo dentro noi stessi di vero cambiamento e automiglioramento proprio come Ulisse da dove potremmo partire?
Socrate direbbe subito: “Conosci te stesso”! Quindi il primo punto di partenza per intraprendere un viaggio interiore di scoperta è quello di entrare in contatto con la nostra parte più intima, spogliarci di tutte le apparenze, le maschere e le sovrastrutture che ci siamo imposte o che ci sono state imposte da altri con giudizi, pregiudizi, opinioni e aspettative, per arrivare all’essenziale togliendo tutto ciò che è superfluo.
Immaginiamo poi di essere Ebenezer Scrooge il personaggio principale dell’opera di Charles Dickens “A Christmas Carol“, pubblicata per la prima volta nel 1843. Come il protagonista proviamo ad immaginare un ipotetico incontro con tre spiriti del passato, presente e futuro che ci mostrino le nostre fasi della vita.
Incontrando lo spirito del passato proviamo a pensare alle nostre origini, alla nostra storia, alle nostre esperienze, alle nostre scelte, ai nostri errori, ai nostri insegnamenti appresi e a tutto ciò che ha plasmato il nostro carattere. Ciò ci consentirà di esplorare le emozioni, i legami familiari e la semplicità della nostra personale storia, portandoci a riconsiderare la direzione della nostra vita. Proviamo a chiederci se potessimo tornare indietro nel tempo cosa cambieremmo, cosa faremmo in maniera diversa, quale situazione sentimentale, sociale, familiare, amicale, professionale, lavorativa cambieremmo? Un po’ come nel libro “Finché il caffè è caldo” di Toshikazu Kawaguchi immaginiamo di essere in una caffetteria speciale dove sorseggiando un caffè caldo possiamo tornare indietro nel tempo in un momento importante della nostra vita. Bevendo il caffè è possibile rivivere un momento della propria vita in cui si è fatta la scelta sbagliata, si è detta l’unica parola che era meglio non pronunciare, si è lasciata andare via la persona che non bisognava perdere. Si narra che con un semplice gesto tutto possa cambiare. Ma c’è una regola da rispettare, una regola fondamentale: bisogna assolutamente finire il caffè prima che si sia raffreddato. Non tutti hanno il coraggio di entrare nella caffetteria, ma qualcuno decide di sfidare il destino e scoprire che cosa può accadere. Ognuno potrebbe avere un rimpianto. Ognuno potrebbe sentire riaffiorare un ricordo doloroso. Tutti scoprono che il passato non è importante, perché non si può cambiare ma ci si può fare pace guardandolo con benevolenza e compassione con uno sguardo di tenerezza verso ciò che sapevamo in quel momento e con le conoscenze e consapevolezze che avevamo in quel momento. Quello che conta è il presente che abbiamo tra le mani. Quando si può ancora decidere ogni cosa e farla nel modo giusto. La vita, come il caffè, va gustata sorso dopo sorso, cogliendone ogni attimo.
Ora siamo pronti a passare all’incontro con lo spirito del presente. Adesso osserviamo: la nostra salute fisica, la nostra salute emotiva, la nostra carriera, la nostra vita, le relazioni con gli altri (genitori, figli, parenti, amici, capi, colleghi, …), le nostre abitudini di spesa/risparmio, la nostra vita ricreativa, i nostri sforzi caritatevoli, i nostri pregi, i nostri difetti, i nostri punti di forza, le nostre capacità, le nostre competenze, i nostri talenti, il senso della nostra vita. E chiediamoci cosa vogliamo mantenere, cosa vogliamo cambiare? Prendiamone atto con una riflessione sincera e con grande consapevolezza e comprensione verso noi stessi. Sganciamoci da quello che ci passa per la testa pensieri, problemi, emozioni spiacevoli, ricordi, preoccupazioni, stimoli distraenti, scadenze a breve e lungo termine e cerchiamo di cogliere ciò che stiamo facendo e dove ci troviamo, viviamo il qui e ora intensamente e presenti a noi stessi apprezzando appieno ciò che stiamo vivendo, scegliendo in modo consapevole di orientare l’attenzione per cogliere dettagli e sensazioni del momento presente che altrimenti scorrerebbero via. L’obiettivo è vivere il presente con intensità e consapevolezza migliorando la nostra qualità di vita godendo di maggiore benessere e felicità percepiti e arricchendo di significato la nostra esperienza personale.
Infine immaginiamo di incontrare lo spirito del futuro che ci mostri la nostra vita futura: Proviamo a visualizzare dove ci vedremo tra 1, 5, 10 o più anni? Quali obiettivi avremmo raggiunto e in che modo? Quali limiti, quali fragilità, quali insicurezze vorremmo superare? Quali scelte vorremmo compiere? Osservando quanto appreso dal nostro passato e dall’ attento esame del nostro presente quale cambiamento vorremmo fare per rendere migliore il nostro futuro?
Abbiamo in mano la possibilità di trasformazione e rinascita attraverso la conoscenza di sé e della nostra storia passata, presente e proiezione futura, di incontro con i nostri fantasmi e del coraggio che richiede il cambiamento e la scelta di intraprenderlo. Il viaggio di Scrooge in “A Christmas Carol” è un’opera che offre un messaggio universale di speranza e cambiamento personale che tutti possiamo intraprendere. Come? Credendo metaforicamente nel nostro profondo viaggio interiore attraverso gli spiriti del Natale che ci guidano con la loro magia non solo nel periodo natalizio ma in tutto l’arco della nostra vita perché ogni momento è buono e propizio per iniziare! Johann Wolfgang von Goethe diceva:” Qualunque cosa tu voglia fare, o sognare di fare, incominciala. Incominciala adesso. L’audacia ha in sé genio, potere e magia”.
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