Un viaggiatore del secolo scorso
Un viaggiatore del secolo scorso
Bertarelli ai primi del Novecento percorre in bicicletta il territorio dei Falisci
“Attraversare questa contrada è assai interessante pel turista, sebbene essa sia priva di risorse, quasi impervia e assai faticosa. Faleria, Calcata, Mazzano, Magliano Pecorareccio, sono poverissimi siti dell’alta Valle del Treia o dei suoi affluenti, paesucoli sparsi su un terreno ondulato, tormentato da quei profondi burroni di cui intorno a Civita vi sono gli esempi più noti e ammirati.”
Con queste parole il geografo, speleologo e viaggiatore Luigi Vittorio Bertarelli descrive i territori, oggi in gran parte interessati dal Parco del Treja, in un resoconto molto dettagliato, che lascia intravedere passione e curiosità, interesse e quasi sconcerto per le caratteristiche di questi luoghi: i resti archeologici, la povertà del tempo, la tormentata morfologia collinare incisa da forre scoscese. Era l’estate del 1908 e Bertarelli intraprende un avventuroso viaggio in bicicletta da Civita a Mazzano e oltre. Nell’articolo pubblicato sul numero di dicembre dello stesso anno della rivista mensile del Touring Club d’Italia (di cui fu fondatore e primo presidente) è magnificata la civiltà falisca e il sito archeologico di Narce. La descrizione è molto colorita, questa è riferita a Faleria:
“Un castello pittoresco, un mucchio di case grigie nel sole sopra un clivo coltivato a ortaggi e viti (…) Di là incomincia il dominio del pedone o anche del ciclista, quando questo si senta ben sicuro di sé e della propria macchina. Un primo profondo burrone assai bello e non meno scosceso (bicicletta in ispalla), un fondo piano e verde con un fontanile (…), poi l’altro fianco del burrone da risalire a fatica (…) si giunge davanti a Calcata.”
Si capisce così che la strada da Faleria a Calcata, ai primi del Novecento era poco più di un tratturo! Bertarelli prosegue nella descrizione di Calcata:
“Una grande roccia tagliata a picco da ogni parte si estolle nel cielo, coronata dal cupo villaggio (600 abitanti circa). Soltanto una stretta lama di scoglio congiunge il gran torrione al fianco della valle da cui si giunge. Su questa lama trova appena posto la strada angusta che conduce all’unica entrata del paese. Questa è scavata nella roccia ad un livello più basso delle prime abitazioni, ponendo in vista dei grandi vani che furono o magazzini degli etruschi, sottostanti alle loro case, o fors’anco loro tombe. La straducola conduce su, come un budello oscuro tra le case, alla chiesa ed alla piazzetta senza vista, tutta serrata tra le casette ammucchiate sulla cima del colle. Così è Calcata.”
“Il reportage di Bertarelli è una testimonianza preziosa e suggestiva – osserva il presidente del Parco Luciano Sestili – che indagando il presente di allora ci proietta nel nostro tempo e sulle attuali esigenze di tutela
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