Un saluto a chi ha saputo farci amare la nostra cultura
Tra le prime immagini che rappresentano il mio essere italiana – identità culturale preziosa, secolare e a volte ingombrante – balzano automaticamente alla mente quelle dei film degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta. I soliti ignoti, La grande guerra, Il giovedì, Matrimonio all’italiana, Dramma della gelosia, Il vigile, Brancaleone… Storie poetiche e ironiche delle generazioni dopo la guerra, molto prima che io nascessi. Narrazioni abili nel rappresentare l’arte del vivere, quando la vita è una cosa che ci abita dentro e la nostra umanità non la perdiamo neanche davanti alle tragedie della guerra e della povertà. Anche se la realtà è difficile, il sorriso deve farne comunque parte; farlo nascere è un lavoro prezioso, una delle creazioni più alte.
La mia identità nazionale prende linfa continua dalla cinematografia italiana degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta. Film che conosco e riscopro e so che non mi abbandoneranno. È un patrimonio che sarà sempre mio e di tutti.
Tra questi film, I soliti ignoti è uno dei primi film che mi viene in mente. Quando incontro uno straniero che sa parlare italiano e finiamo a parlare dell’Italia, mi trovo a consigliargli di vedere quei film. So che non troverò le parole per spiegare il potere di quelle narrazioni, radicate in un’epoca in cui non ho vissuto, ma della quale sento la matrice nella mia storia, nel mio tempo, nel magico codice espressivo con cui a volte riesco a rappresentarmi liberamente il mondo, sentendolo vicino. Per me è impossibile capire davvero l’Italia senza fare riferimento a quei film. Essi hanno il potere di aver rappresentato personaggi inetti e umani, ingenui e profondi, senz’ancora di moralismo, solo con autenticità e devozione. Storie fantasiose, divertenti, commoventi che hanno raccontato un’epoca, una cultura per come era in quel momento, giungendo alla radice della cultura italiana stessa, rappresentando aspetti profondi e quotidiani di tutti noi che la abitiamo. Una poesia ed un’ironia che non hanno uguali nel mondo. Sono le nostre. Grazie Mario Monicelli per aver permesso di sentirmi fiera di essere italiana. Sempre, in qualunque tempo e luogo, questo sentimento non diminuirà in me e in molti altri grazie alle creazioni della tua arte.
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